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Frammenti di una visione, di Bruno Caruso

Un omaggio al grande Maestro Bruno Caruso recentemente scomparso

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Quando
da sabato 01 dicembre a martedì 15 gennaio 2019
  • Titolo - “Frammenti di una visione”, di Bruno Caruso
  • Dove - La Piana Arte Contemporanea (Via Isidoro La Lumia, 79 - Palermo)
  • Quando - Tutti i giorni, festivi esclusi, dalle 10.30/13.00 e dalle 17.00/20.00. Ingresso libero. Fruibile fino al 15 Gennaio 2018
  • Info - Cell. 333 7332351 - 091 6127213
  • Email - massimolapiana@yahoo.it


Un omaggio al grande Maestro Bruno Caruso recentemente scomparso, attraverso una selezione di opere rappresentative, tratte da prestiti di importanti collezioni private, che appartengono ai suoi cicli artistici più conosciuti e amati. Questo il senso della mostra Bruno Caruso. “Frammenti di una visione”, ideata, organizzata e curata da Massimo La Piana, che sarà inaugurata sabato 1 dicembre alle 18.00, nelle sale espositive della Galleria La Piana Arte Contemporanea (Via Isidoro La Lumia, 79 - Palermo).

Sarà esposta un’ampia selezione di disegni, acquerelli, incisioni e litografie del grande artista palermitano. Il corpus della mostra è composto da una ventina di opere su carta (china e acquerello) e da circa quaranta incisioni. Analizzando l’intensità con la quale il Maestro ha vissuto e l’enorme mole di lavori eseguiti, raccontare la vita e l'opera di Bruno Caruso (1927-2018) in una sola mostra è impresa ardua, se non impossibile. Questa esposizione vuole, dunque, essere un omaggio della Galleria La Piana Arte Contemporanea, che possa mostrare ai visitatori uno spaccato dei temi cari all’Artista, lungo un percorso durato una vita intera.

Saranno presenti opere degli anni ’50, quando Caruso trovò il modo di applicare il geometrismo post-Picassiano al Neorealismo di Cesare Zavattini e Vittorio De Sica; tre gouaches appartenti al celebre ciclo del manicomio, serie propedeutica alla riforma Basaglia di grande impatto storico e sociale; il Ficus Magnolioides, il “mostro arboreo” tanto amato da Sciascia, che con Caruso condivise un'amicizia lunga, profonda e lavorativamente proficua; e ancora, Jungla, copertina di catalogo di una importante mostra alla Ca 'doro di Roma del 1977, nella quale le affascinanti signore borghesi trovano straordinarie affinità con le fiere di cui indossano le pelli. In mostra anche gli omaggi a Federico II, alla Repubblica Napoletana del 1799, le incisioni dedicate al viaggio di Ibn Jubayr, i suoi popolani, ragazzi e ragazze ossute con i capelli lunghi e ricci, le pupille dilatate e le labbra carnose (cit. Paolo Nifosi), la sua flora sensuale e lussuriosa, che sembra vivere più nella dimensione umana che in quella vegetale.
“La Piana arte contemporanea” ha già avuto in passato il piacere di celebrare l’artista con due grandi mostre: “Sciascia-Caruso storia di un'amicizia” nel 2009, alla cui inaugurazione presenziò lo stesso Bruno Caruso,  e  “Ars delineandi” nel 2011, con opere provenienti dal suo studio romano.

Natale Tedesco così scrisse di Bruno Caruso: Un misto di gioia e sofferenza è nella abnorme crescita del ficus e in tutti quegli studi di piante e di animali dove  si rivela la triste anima di isolano di siciliano, sempre così vicino alla vita e alla morte da sentirle come una cosa sola che alternativamente ma di continuo svolgono il loro trionfo”.
Leonardo Sciascia su Caruso commentava: “Nelle piante che egli dipinge ed incide c'è sempre un che di demoniaco e di carnivoro. Ho visto sempre il ficus come una specie di mostro arboreo, un pauroso emblema della violenza e dell'imprevedibilità della natura. Caruso va al di là dell'occhio servendosi dell'occhio”.
Massimo La Piana sottolinea: “Un uomo che in ogni parola racchiudeva la totalità delle sue straordinarie esperienze e che con una eleganza innata volgeva il suo entusiasmo sempre verso nuovi progetti. Conoscere Caruso è stato per me, giovane appassionato d'arte, come un appuntamento con la storia“.

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