Adagiata in una valle alle pendici del Colle Milocca, tra i rilievi di Pollina, San Mauro Castelverde, Geraci, Gibilmanna e Isnello, sorge Castelbuono, città a pochi chilometri dall'azzurro mare di Cefalù, immersa in un lussureggiante bosco di querce, castagni, ciliegi e frassini. Per la vicinanza alla costa e le sue bellezze naturali, la presenza umana in loco è antichissima tanto da arrivare al neolitico quando i Sicani, cacciati dai Siculi che si erano stanziati sulle coste, erano penetrati nell'entroterra.
Castelbuono è il luogo ideale per trascorrere un weekend sia in estate quando la frescura dei boschi ristora dal caldo estivo o nel periodo natalizio, quando i quartieri medioevali e gli addobbi a festa, contribuiscono notevolmente a creare un'atmosfera suggestiva e particolare. Il visitatore può inoltre approfittare per gustare le squisite specialità locali a cominciare dai dolci a base di manna (prodotto dolciastro che si ricava attraverso l'incisione della corteccia dei frassini della zona) come i panettoni, o la testa di turco (dolce a base di crema di latte, farina, uova, strutto, scorza di limone, sfoglia e cannella in polvere) oppure i formaggi o le tante specialità a base di carne di cinghiale delle Madonie.
Pillole di storia - Agli inizi del 1300 i Ventimiglia, signori della contea di Geraci, decisero di costruire un castello sul poggio dominante l'antico "casale d'Ypsigro", già abitato da circa 300 persone. La costruzione del castello fece crescere la piccola comunità tanto che, nel 1454, Giovanni I Ventimiglia fece trasferire la sua corte a Castelbuono portando con se la sacra reliquia del teschio di Sant'Anna, donata alla famiglia dal Duca di Lorena. Nel XV secolo la città divenne un vero e proprio centro culturale capace di accogliere artisti del calibro di Francesco Laurana e altri maestri lombardi e toscani che curarono l'espansione urbanistica della città feudale, che tenderà ad assumere caratteristiche di capitale nel XVI sec. I Ventimiglia difatti, cercarono di creare un piccolo stato autonomo dal punto di vista economico e nel 1595 Giovanni III ottenne il titolo di principe di Ventimiglia, mentre nel 1632 Castelbuono divenne città. Per tutta la metà del secolo sorsero chiese, conventi e fontane e i Serpotta lavorarono alla cappella di Sant'Anna. Nell'800 con la scomparsa della grande nobiltà la città scoprì la presenza attiva di famiglie che ne tennero alto il prestigio con eminenti figure quali Francesco Minà Palumbo. Agli inizi del '900 il comune acquistò il castello dei Ventimiglia e la reliquia di Sant'Anna.