A circa 30 km da Palermo, sopra i centri abitati di San Cipirello e San Giuseppe Jato, si eleva maestoso il Monte Jato (m.852 s.l.m.) che domina la vallata del Fiume Jato e, verso est, quella del ramo destro del Fiume Belice. Partendo da San Giuseppe Jato e percorrendo un sentiero distante tre km dal paese, si giunge in cima al monte in cui si trovano i resti dell'antica cittadella di Jetas, che ricade proprio nel territorio dei comuni di San Giuseppe Jato e San Cipirello. Il sito controlla da una parte il valico di Portella della Paglia, attraverso cui era assicurato l'accesso alla Conca d'Oro ed il collegamento con l'antico emporio punico di Panormos, dall'altra la vallata del Belice, attraverso cui era possibile il collegamento con la costa meridionale dell'isola e con la colonia greca di Selinunte. Si tratta di un'antica cittadella, fondata probabilmente dagli elimi, caratterizzata dalla compresenza di solide mura greco-romane, con pietre rigorosamente tagliate e sistemate e di precarie mura di epoca medioevale. L'insediamento fa parte di un sistema di abitati su altura, attivi dall'età greca e romana fino a quella medievale. Una missione di scavi, guidata dal professor Peter Isler dell'Università di Zurigo nel 1971, ha contribuito in modo determinante a riportare alla luce l'abitato di Jetas, cittadella citata da storici del calibro di Tucidide, Diodoro Siculo, Plinio e Cicerone.
Pillole di storia - il primo insediamento umano sul Monte Jato sorse intorno al I millennio a.C. Attorno al VI sec. a.C., si ebbero invece, i primi contatti col mondo coloniale greco e, proprio grazie ad architetti e artigiani greci, sorsero i primi edifici in muratura e la città greca con i suoi edifici caratteristici: il tempio di Afrodite, il teatro, l'agorà, la casa privata a peristilio e altri. A partire dal IV secolo a.C. Jetas, cosi come tutta la Sicilia occidentale, fu sotto il dominio dei Cartaginese. Grazie al racconto di Diodoro Siculo sappiamo che essa, tra il 278 ed il 275 a.C., fu assalita da Pirro, re dell'Epiro, e che durante la prima guerra punica (264-241 a.C.) gli Jetini, cacciati i Cartaginesi, si consegnarono ai Romani e ripresero possesso del Monte. Da un passo della Naturalis Historia di Plinio il Vecchio e attraverso le opere di Silio Italico è noto che nel 79 d.C. Jetas (denominazione latina) divenne una delle 45 città siciliane tributarie di Roma e nella prima età imperiale fu uno dei 50 insediamenti urbani più importanti dell'isola. Ai romani seguirono i bizantini sino alla conquista araba del 827. Le fonti e i documenti di età normanna attestano che la presenza musulmana a Giato (nome dell'età arabo-normanna) era molto forte. Nel 1190 la città era diventata assieme ad Entella il simbolo e la roccaforte della rivolta dei musulmani della Val di Mazara che si opponevano a Federico II. Nel 1246, nel domare una rivolta religiosa, il centro venne definitivamente raso al suolo dalle truppe di Riccardo di Caserta e gli abitanti furono deportati a Lucera di Puglia. Da allora il sito fu abbandonato. Nel 1779, il Principe Beccadelli Bologna fondò di San Giuseppe dei Mortilli, l'attuale San Giuseppe Jato, attorno ad un casale ed una chiesetta dei gesuiti.
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