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Monte Catalfano, polmone verde di Bagheria

Grotte marine, zubbi, animali e fiori rari, colori e paesaggi di un angolo di paradiso

18 novembre 2022
monte-catalfano-polmone-verde-di-bagheria

Il parco di Monte Catalfano è un angolo di vera natura che si trova poco distante dall'abitato di Bagheria. Una vera e propria oasi di pace di circa 300 ettari dove trascorrere qualche ora di relax. Il parco si estende lungo il complesso montuoso che comprende, da ovest ad est, il Monte d'Aspra (Monte Irice, Cozzo San Pietro e Cozzo Tondo), Monte Catalfano (Monte Catalfano e Cavallo di Mezzo) e Monte Città, sede dell’antica città punica di Solunto.

Monte Catalfano - ph Ferpint
Foto di Ferpint - Opera propria, CC BY-SA 4.0

Monte Catalfano si estende per circa 1,5 Km con pareti scoscese a strapiombo, alte anche un centinaio di metri. L'area del parco può essere schematizza in tre zone: la zona pendici, la zona delle discariche (comprendente la cava e il pianoro di Portella Vignazza, dove dovrebbe sorgere un Centro di Educazione Ambientale che si prefigge di diventare centro propulsore di cultura ambientale e di aggregazione fruibile dalle scuole, famiglie o visitatori), le zone in quota, dove numerosi sentieri, attraversando la macchia mediterranea e le zone rimboschite, costituiscono percorsi panoramici, collegano grotte naturali ospitate nelle falesie a nord e raggiungono le imboccature degli zubbi.

Al parco si arriva percorrendo la Strada Statale 113, che lambisce la settecentesca Villa Rammacca, attraversando le cave di pietra ormai in disuso. Il paesaggio è decisamente arido, l’ambiente degradato dato che l’attività estrattiva ha lasciato sui crinali della montagna squarci e ferite insanabili.

Panorama da Monte Catalfano

Il disboscamento, gli incendi ed il pascolo intensivo hanno trasformato il tipico paesaggio mediterraneo e la sua vegetazione originaria è sopravvissuta esclusivamente sulle rupi più inaccessibili. Il paesaggio però, cambia rapidamente un centinaio di metri più avanti quando l’ambiente si arricchisce di giardini di agrumi, uliveti e della rara quercia spinosa (unica nella Sicilia settentrionale), poi salendo ancora della palma nana e di altre specie rupestri come l’iberide, il fiordaliso rupestre di todari, l’erba perla, il garofano rupestre e la violaccia. In primavera è possibile ammirare le splendide orchidee selvatiche come l’orchis commutata e l'orchis Branciforti, presente solo in Sicilia e Sardegna. Lungo i pendii invece, troviamo il pino, l'euforbia, il leccio, il terebinto, il lentisco e la fillirea. Di particolare interesse e bellezza infine, l'erica e il cisto.

Monte Catalfano - ph Salvatore Di Venuto
ph Salvatore Di Venuto

L’avifauna è quella tipica delle scogliere rocciose siciliane. Qui trovano il loro habitat il falco pellegrino e il passero solitario. La macchia fitta invece, è frequentata dall’occhiocotto, mentre quella più rada è preferita dal saltimpalo che troviamo spesso bene in vista sui posatoi. Poche le specie di mammiferi fra cui la volpe, la donnola, il coniglio selvatico, il riccio e l’istrice. Tra i rettili sono presenti il ramarro, la lucertola campestre e il biacco. Gli anfibi sono rappresentati dal rospo comune e dal sempre più raro discoglosso.

Di particolare bellezza è il tratto di contrada Vignazza che ha l'aspetto di un 'anfiteatro' naturale e che è meglio conosciuto come 'chianu di mastr’Aspanu', dove il parco appare in tutta la sua bellezza. Camminando i colori e i paesaggi si alternano e ci si immerge sempre più nella natura con un senso di isolamento assoluto.

Monte Catalfano

Attraverso i vari percorsi tracciati dalla Forestale è possibile raggiungere diversi punti panoramici, scendere nelle falesie (costa con pareti rocciose a picco sul mare) che ospitano numerose grotte di origine tettonica e marina. Le prime hanno uno sviluppo verticale e possono raggiungere la profondità di decine di metri, meglio conosciute come 'Zubbi'. Questi ultimi si sarebbero formati agli inizi del Pleistocene (epoca del Quaternario, che va da 1,8 milioni fino a diecimila anni fa), quando Monte Catalfano era un isolotto immerso nel mare.

Sono presenti inoltre, grotte di origine marina, scavate dalla lenta erosione delle onde del mare e dalla presenza di piccole perforazioni nelle pareti scavate da organismi come i datteri di mare. Salendo sino a 400 metri d’altezza il panorama si apre a nord sul Mar Tirreno, a est su Mongerbino, Capo Zafferano e la Cittadella di Solunto, a sud Bagheria e le sue ville, a nord ovest sulla valle verde dell’Eleuterio e sul Golfo di Palermo.

Se volete avventurarvi da soli su Monte Catalano potete seguire uno degli itinerari che vi proponiamo...

  • Partendo da Portella Vignazza è possibile seguire un percorso che conduce a Portella Trabia, nei pressi dell'area delle rovine di Solunto (Santa Flavia), seguendo una pista carrabile sul versante sud di Monte Catalfano e attraversando una zona oggetto di rimboschimento.
  • Portella Vignazza/Monte Catalfano - seguendo un primo tratto comune con il precedente percorso, per poi deviare su un sentiero più piccolo, si arriva alla vetta di Monte Catalfano a quota 369,50 metri.
  • Portella Vignazza/Cozzo San Pietro - attraverso una stradella che consente di effettuare un cammino ad anello intorno Cozzo San Pietro (quota 345) è possibile accedere a diversi sentieri e punti di vista panoramici, le imboccature degli zubbi e i capanni per l’osservazione. Immersi nella macchia mediterranea si possono ammirare il golfo di Palermo, la valle dell’Eleuterio e la piana di Bagheria.
  • Portella Vignazza/Grotte - dal pianoro di Portella Vignazza si scende alle falesie sottostanti sul versante nord verso il mare lambendo numerose grotte naturali.
  • Portella Vignazza/Monte Irice - da Portella Vignazza un sentiero sale fino a Monte Irice affacciandosi poi sul promontorio di Mongerbino a aprendosi alla vista di Capo Zafferano.


ph Giampiero Focarino (www.laterradiguttuso.it)

Sentiero delle grotte terrestri. Itinerario di difficoltà media che si percorre in circa quattro ore. Oltre alle scarpe da trekking e alla borraccia è consigliabile portarsi una torcia elettrica. Seguendo il percorso che dalla provinciale porta al sentiero panoramico di Monte Catalfano, lungo il costone della montagna è possibile visitare le grotte di origine marina formatesi durante il Pleistocene quando il Monte, come abbiamo già detto, era sommerso dal mare.

Una grotta di Monte Catalfano

Le grotte sono: la Grotta della Portella (Quota 170m - Sviluppo: 5m); la Grotta del Pellegrino (Quota: 175m, Sviluppo: 13m) che ospita numerosi ragni della specie Pholcus phalangioides (Fuesslin); la Grotta del Barbagianni (Quota: 155m - Sviluppo: 9m); la Grotta Grande o delle pecore (Quota: 150m - Sviluppo: 16m); l'antro Vignazza (Quota: 170 m - Sviluppo: 5m); la Grotticina di Vignazza (Quota: 170m - Sviluppo: 5m); la Grotta dell'acqua o dei tre livelli (Quota: 130m - Sviluppo: 62m) il cui nome si riferisce ad un laghetto colmo d'acqua dal quale emerge una bella colonna di circa 4 metri d'altezza, che si trova nell'ultimo livello dell'antro.

La più interessante è la Grotta dell’Eremita, una cavità profonda 23 m nella quale sono state rinvenute costole di Bos primigenius, un bue preistorico vissuto nel Pleistocene. Su una parete della grotta inoltre, si può scorgere un dipinto in nero raffigurante una figura antropomorfa dipinta sicuramente da un uomo preistorico, risalente all’età Eneolitica (età del rame, circa 5000 a.C.).

L'Arco Azzurro - ph Loredana Maggiore

Itinerario delle grotte a mare. L’itinerario dura almeno 4 ore e deve essere fatto in barca. Partendo da Aspra, possibilmente con una barca a remi, si raggiunge Mongerbino e andando avanti verso Capo Zafferano si incontrano sul livello del mare otto grotte che possono essere visitate a nuoto o con la barca. L’itinerario prevede anche il passaggio dall'Arco Azzurro, diventato famoso per una pubblicità dei Baci Perugina.

Il mare da Monte Catalfano

Sentiero degli Zubbi. Seguendo le indicazioni si possono raggiungere facilmente i cinque zubbi di Monte Irice e Monte Catalfano. Una leggenda racconta che all'interno di uno di questi sia nascosto un tesoro saraceno. Vi diamo un consiglio però: lasciatelo stare e limitatevi ad ammirare gli zubbi dall’esterno. Gli zubbi sono: lo zubbio a S.O. di Cozzo San Pietro (Quota: 300m - Profondità: -34m); lo zubbio a N.O. di Cozzo San Pietro (Quota: 150m - Profondità: -66m - Pozzi: 3); lo zubbio ad Est di Cozzo Tondo (Quota: 300m - Sviluppo: 106m); lo zubbio di Cozzo San Pietro (Quota: 320m - Sviluppo: 34m - Profondità:-19m - Pozzi: 1); lo zubbio di Monte Catalfano (Quota: 225m - Sviluppo: 78m - Profondità: -55m - Pozzi: 3); lo zubbio del Cavallo di Mezzo (Quota: 270m - Sviluppo: 17m - Profondità: -4,5m - Pozzi: 1).

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