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''Dalla detenzione alla riabilitazione''. A Catania un progetto per le donne detenute

Un opportunità per avere una vita nuova fuori dalle mura carcerarie

01 ottobre 2003
L’obiettivo principale del progetto "Dalla detenzione alla riabilitazione", promosso dall’associazione "laboratorio Donna", è chiaro e punta sul concreto: "Essere vicino alle donne detenute fornendo loro gli strumenti per poter trovare lavoro una volta fuori dal carcere".
Il progetto, presentato nei giorni scorsi, si realizzerà anche con il contributo dell’Amministrazione comunale di Catania e di alcune donne imprenditrici catanesi Daria Denaro, Maria Rita Di Mauro, Mariella Gennarino e Amelia Saguto.

Saranno venticinque le donne che verranno impegnate per tre mesi in un percorso formativo pratico all’interno di laboratori di decoro su ceramica, taglio e cucito, ricamo e confezione di bomboniere che saranno approntati all’interno del carcere di piazza Lanza nel capoluogo etneo. Le lezioni saranno tenute direttamente dalle imprenditrici e da loro delegate.

"Si tratta di un’iniziativa assolutamente innovativa – ha spiegato l’assessore al bilancio Nino D’Asero- che dà l’avvio ad un modello formativo rivolto alle persone che ne hanno più bisogno. Sono certo che le professionalità che queste donne acquisiranno frequentando i laboratori artigianali, potrà essere spesa per il loro futuro lavorativo al di fuori del carcere. A breve – ha aggiunto l’assessore -, sigleremo un protocollo d’intesa con il Provveditorato agli Studi di Catania e con alcuni imprenditori per attrezzare le biblioteche delle carceri e delle altre strutture che ne abbiano necessità, di libri e sistemi informatici che magari le aziende devono dimettere. Non perché le carceri debbano ricevere gli scarti degli altri, ma perché, quegli stessi strumenti che alle imprese non servono più, possono essere invece molto utili per i detenuti o per le persone più deboli nel loro processo di alfabetizzazione informatica e generale".

La dirigente del carcere, Giorgia Gruttadauria, ha sottolineato invece come questa iniziativa si inserisca perfettamente in quelle già avviate dall’amministrazione della casa circondariale ma con un valore in più, quello di offrire alle donne l’opportunità di apprendere un mestiere da svolgere una volta terminata la detenzione.

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01 ottobre 2003
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