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"E' una follia che i bambini nati nel nostro Paese non siano italiani"

Il presidente Napolitano interviene con decisione sul problema dei figli di stranieri nati in Italia e auspica un intervento del Parlamento

23 novembre 2011

"E' una assurdità e una follia che dei bambini nati in Italia non diventino italiani. Non viene riconosciuto loro un diritto fondamentale". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a proposito della possibilità che il Parlamento torni ad esaminare la questione della cittadinanza italiana per i figli nati in Italia degli immigrati.
Per il Parlamento, ha quindi osservato il capo dello Stato durante l'incontro con la federazione delle chiese evangeliche al Quirinale, "si apre un campo di iniziative maggiore che in passato".
Napolitano ha auspicato che tale iniziativa dovrebbe rientrare nella consapevolezza della necessità di "acquisire anche nuove energie in una società per molti versi invecchiata se non sclerotizzata". Il capo dello Stato ha inoltre ricordato il significato della nomina di Andrea Riccardi a ministro (Ministero per la Cooperazione internazionale e integrazione), secondo una denominazione ufficiale che richiama la cooperazione internazionale ma anche "l'integrazione nella società e nello Stato italiano". Napolitano, nell'ambito di una riflessione sull'esigenza di riformare la normativa in materia di libertà religiosa ma anche di diritti degli immigrati, ha detto che nel nuovo quadro che si è aperto "c'è una distinzione netta tra governo e Parlamento. E il Parlamento ha compiti a sé riservati laddove il governo non si è riservato di intervenire", ha evidenziato il presidente della Repubblica mettendo così in rilievo l'ampio potere di intervento di cui le Camere dispongono.
Il neo ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione Andrea Riccardi, chiamato in causa, è intervenuto con un articolo sul prossimo numero di Famiglia Cristiana: "Ha ragione il Presidente Napolitano quando parla di 'nuovi cittadini italiani'. I nati in Italia ancora giuridicamente stranieri superano il mezzo milione e complessivamente i minori residenti in Italia sono quasi un milione. Senza questi ragazzi il nostro Paese sarebbe decisamente più vecchio e avrebbe minore capacità di sviluppo".

Di diverso segno le reazioni del mondo politico alle parole di Napolitano sulla cittadinanza ai figli di stranieri. Pier Ferdinando Casini ha dichiarato di "condividere pienamente" l'appello del presidente della Repubblica. Dario Franceschini, capogruppo del Pd alla Camera, ha invitato "a legiferare con urgenza". Quindi ha ricordato che "sin dal marzo scorso, il gruppo del Pd ha presentato una proposta di legge stralcio, a prima firma Bressa, dalle norme complessive sulla cittadinanza riguardante soltanto i diritti dei bambini nati in Italia". "In attesa che il necessario ridisegno delle norme relative ai diritti degli immigrati trovi una intesa sufficiente per essere affrontato positivamente, noi crediamo che la norma stralcio su cui, ad eccezione della Lega, vi è sempre stata una larga condivisione di tutte le altre forze politiche, potrebbe essere approvata in aula alla Camera prima di Natale", ha concluso l'esponente del Pd.
Condivide l'appello del capo dello Stato anche l'Idv. "Dare la cittadinanza italiana ai minori nati in Italia è una vera priorità sociale, oltre che una norma di buonsenso e civiltà", ha detto il presidente dei deputati di Idv Massimo Donadi. Sì anche da Sel. "Ora la politica e le Istituzioni passino dalle parole ai fatti", è l'invito di Nichi Vendola. Giuseppe Consolo, deputato di Fli, ha chiesto "una doverosa revisione della legge sulla cittadinanza con l'apertura di un iter veloce di riconoscimento affinché questi bambini non debbano sentirsi più 'cittadini di serie B', ma solo quello che sono già: italiani a tutti gli effetti".

Frena il Pdl. "Non si possono affrontare le leggi sulla cittadinanza a spallate e con semplificazioni che francamente rischiano di complicare e non di semplificare la vicenda", ha dichiarato Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato. Il capogruppo Pdl alla Camera ha ricordato che "la priorità riguarda i temi economici che devono concentrare l'attenzione delle Camere di qui a fine anno". Comunque "sul tema della cittadinanza esistono varie posizioni, tra cui quella nel nostro gruppo di Souad Sbai", ha detto Fabrizio Cicchitto.
Sul piede di guerra il Carroccio. "La vera follia sarebbe quella di concedere la cittadinanza basandosi sullo 'ius soli' e non sullo 'ius sanguinis', come prevede invece oggi la legge - dice l'ex ministro Roberto Calderoli, coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord -. La Lega su questa materia è pronta a fare le barricate in Parlamento e nelle piazze. E non vorrei che questa idea altro non sia che il 'cavallo di Troia' che, utilizzando l'immagine dei 'poveri bambini', punti invece ad arrivare a dare il voto agli immigrati prima del tempo previsto dalla legge...". Ancora più dure le parole di Roberto Maroni. Secondo l'ex ministro dell'Interno, un intervento per dare la cittadinanza ai figli di stranieri sulla base del principio dello 'ius soli' "sarebbe uno stravolgimento dei principi contenuti nella Costituzione". E la Lega, aggiunge, "è fermamente contraria".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign, Repubblica.it]

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23 novembre 2011
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