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"In Sicilia il peggio è passato"

Il governatore Crocetta smentisce il supertecnico Baccei: "E' arrivato da poco, non sa quanto è migliorata la situazione"

27 dicembre 2014

Presentando i numeri di bilancio il supertecnico Alessandro Baccei, mandato da Roma per salvare i conti della Regione Siciliana, si è commosso e ha fatto capire bene quanto grave sia la situazione dell’Isola.
"Abbiamo lavorato per avere un bilancio che ci consenta di avviare l’esercizio provvisorio di 4 mesi. E’ già difficile chiudere il bilancio in questa maniera perché le spese erano abbastanza superiori alle entrate [...] I prossimi mesi saranno durissimi. E spero che la politica sia responsabile. Nel bilancio alcune scelte sono delle chiare forzature. Ma siamo stati costretti". Baccei ha chiuso infine la conferenza stampa ammettendo: "La situazione è grave e si può superare solo con il senso di responsabilità della politica. Sono sincero, non so se ci sarà".

Ma, gli "auguri" del supertecnico non sono piaciuti per niente al governatore Crocetta. "Quelle parole sono molto gravi", ha detto il governatore che, non facendo mistero del suo malcontento, ha messo in piedi all’improvviso una contropresentazione dei dati del bilancio per spiegare soprattutto una filosofia diversa da quella di Baccei. Se l’assessore aveva chiesto a tutti, governo e deputati, di mostrarsi "seri" per sperare di ottenere da Roma le risorse necessarie alla salvezza dell’Isola, Crocetta ha invece battuto i pugni: "Lo Stato deve darci quello che ci spetta. Perché senza il taglio ai trasferimenti di un miliardo 200 milioni che ci è stato imposto e se non avessimo perso almeno un miliardo di mancati introiti fiscali da parte di imprese che hanno spostato la sede legale fuori dalla Sicilia noi saremmo quasi in pareggio. Noi i risparmi li abbiamo ottenuti, insomma e non dobbiamo pietire nulla. Poi, certo, le riforme continueremo a farle".

Insomma, Crocetta racconta tutta un'altra storia sui conti della Sicilia. "Il peggio è passato" dice il presidente , gli anni terribili della sua presidenza, quando si trovò ad ereditare dalle precedenti amministrazioni un deficit di bilancio di 3 miliardi, sono alle spalle.
"Baccei - ha detto il governatore - è arrivato da poco. Non sa quello che abbiamo trovato. Io che so da dove veniamo, non riesco a essere pessimista". Quindi ha lanciato un messaggio a Renzi: "Non faccia alla Sicilia quello che non vuole che l'Ue faccia all'Italia". E cioè niente politiche di tagli indiscriminati, "niente macelleria sociale. Il presidente del Consiglio, quando elogia la crescita degli Stati Uniti, sa bene che i tagli al limite del 'rigor mortis' non portano alcuno sviluppo. Allora perché ha tagliato alla Sicilia 1, 2 miliardi di trasferimenti? Inoltre, è delittuoso il colpo di scure ai fondi Pac, che servono anche al rilancio delle aree industriali di Gela e Termini Imerese".
Crocetta rivendica al suo governo l'aver abbattuto la spesa corrente per 1,7 miliardi, e sottolinea che "le entrate reali del 2013 e 2014 non hanno subito cali, nonostante la crisi, grazie al buon utilizzo dei fondi Ue che hanno creato gettito per le casse pubbliche. E nel 2015 le entrate potrebbero ancora crescere".

Il governatore ha infine liquidato come "stupidaggini" le voci su un possibile commissariamento della Regione, e ha smentito le cifre sulle consulenze riportate dalla stampa, che farebbero riferimento a dati ministeriali: "Spendiamo da 200 a 300 mila euro per i 7 consulenti che abbiamo, non certo i 3 milioni di cui si parla. Chiariremo con Roma la questione".

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27 dicembre 2014
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