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"L'Italia non fallirà"

Mario Monti alla Camera e al Senato: "Questa manovra è il primo passo altrimenti facciamo la fine della Grecia"

06 dicembre 2011

"Al di fuori dell'euro, e misuro le parole, ci sono il baratro della povertà e della stagnazione, il crollo dei redditi, del potere di acquisto, il prosciugamento delle fonti del credito, l'isolamento e soprattutto l'assenza di futuro per il Paese e le giovani generazioni. Non esiste alternativa. I sacrifici di oggi ci danno la speranza di poter costruire nei prossimi mesi le basi di una fase di crescita". Non ha dubbi il presidente del Consiglio Mario Monti, che parlando ieri alla Camera per illustrare la manovra subito dopo ha aggiunto: "Ne siamo sicuri l'Italia non fallirà". E "se l'Italia non converte la spirale negativa sul debito che ispira diffidenza sui mercati internazionali ci sarebbero conseguenze drammatiche fino a mettere a rischio la moneta comune e colpire al cuore l'integrazione europea avviata 60 anni fa", ha sottolineato Monti rimarcando che "mai come oggi gli sguardi dell'Europa e del mondo sono concentrati su quest'aula".

Intervenendo poi al Senato il professore ha detto: "Questo decreto oltre che salva-Italia passa anche come un salva-Europa". Con il pacchetto di misure della manovra - "ispirata dai tre pilastri del rigore, equità e crescita" - sono gettati dunque "i semi di un'azione che mira a disegnare l'Italia dei nostri figli, un'Italia seria, europea, saldamente ancorata ai valori del lavoro e del risparmio, ma capace finalmente di esprimere crescita duratura", ha detto il premier parlando di un "momento storico" in cui bisogna dimostrare "la grandezza di una nazione che attraversa un momento critico". "Non fare questi sacrifici significa farne di ben più gravi tra poche settimane e pochi giorni, mettendo a rischio la ricchezza accumulata". "Senza questo pacchetto l'Italia crolla, va in una situazione simile a quella della Grecia, un Paese simpatico, ma che non vogliamo imitare", ha affermato ancora.
Questa manovra non contiene solo "risposte all'emergenza" secondo Monti ma anche "l'avvio di riforme strutturali". Certo, ci saranno da sostenere "forti sacrifici" ma saranno "temporanei e circoscritti". Comunque, l'andamento dello spread "ci ha confortato sulla nostra risoluta azione di ieri".
Nel mettere a punto la manovra il governo ha "tenuto conto delle esigenze rappresentate dalle parti sociali e dalle forze politiche". E in ogni caso, "questo è un primo passo, siamo solo agli inizi... ciò non significa che ogni 17 giorni presenteremo carichi come questi...". Parlando del nuovo governo, ha specificato che "è nato perché c'erano condizioni di emergenza e confido che saremo sostenuti in Parlamento da forze politiche diverse che guardano a noi". Sui costi della politica "procederemo bene al di là di quello che abbiamo fatto ieri". Protezione sociale non come "protezione del singolo posto di lavoro ma protezione del singolo lavoratore, possibilità di transito da un lavoro all'altro" il modello del Nord Europa "è un modello che ci ispira e faremo passi in questa direzione".
Quanto alla questione dell'Ici sugli immobili della Chiesa, "è una questione che non ci siamo posti ancora". "Forse non vedrete un capitolo intitolato ai giovani ma certamente state cogliendo i diversi punti delle nostre politiche in cui ci preoccupiamo dei giovani", ha detto infine Monti rispondendo a quanti avevano lamentato l'assenza di provvedimenti ad hoc. E "grazie ai proventi dello scudo fiscale è possibile l'adeguamento delle pensioni pari due volte il minimo, cioè pensioni di circa 1000 euro al mese".

"Devono porre la fiducia, altrimenti non credo che ci sia la possibilità di approvare la manovra". E' quanto ha sottolineato ieri l'ex premier Silvio Berlusconi lasciando Montecitorio dopo aver sentito l'intervento del premier Mario Monti. "Noi sosteniamo il governo lealmente e continueremo a sostenerlo - ha assicurato -. E lo faremo anche se ci saranno, dopo il lavoro della Commissioni, delle cose su cui non avremmo un'opinione positiva". "Qualcosa - ha continuato - si potrà migliorare, la discussione in commissione è tesa al miglioramento per raggiungere quelli che sono gli obiettivi della manovra, magari con una puntualizzazione delle singole misure atte ad migliorandum".
Anche secondo il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, "è presumibile si metta la fiducia" perché "c'è bisogno di tempi rapidi per non vanificare tutto quello che è stato fatto". "Almeno in questo caso - ha poi ironizzato - ho un'idea che non è differente da quella di Berlusconi". "L'Italia è sull'orlo del baratro - ha spiegato -, tutti sappiamo cosa costerebbe l'uscita dall'euro o il crollo dell'euro". Sulle pensioni sono "sei anni che chiediamo di non rinviare scelte dolorose", prima a Prodi e poi a Berlusconi. "Questo governo si assume l'onere di fare ciò che noi non abbiamo saputo fare", ha rimarcato il leader dell'Udc. "Non ci sentiamo commissariati - ha concluso Casini -, la dignità del Parlamento si difende con i fatti non con le parole".

Da parte sua il segretario del Pd Pierluigi Bersani, parlando della manovra, è tornato a ribadire: "Non è abbastanza equa, vogliamo migliorarla". "Confermiamo - ha aggiunto - che siamo pronti a prenderci le nostre responsabilità, ma abbiamo detto anche con nettezza che cosa faremmo noi". "E' importante che sia passato l'intervento sugli scudati", ha detto il segretario del Pd, che però ha aggiunto "è solo un 'buffetto'". "Pensiamo che ci possono essere entrate dalle dismissioni immobiliari e dalla messa in gara delle frequenze televisive e, in particolare, non siamo convinti dell'impostazione sull'evasione fiscale", ha osservato. Sulle liberalizzazioni "potrete ben sapere che dal mio punto di vista si poteva fare qualcosina in più", ha proseguito Bersani, riconoscendo però che "qualche passo significativo si è fatto". "Condividiamo la filosofia della riforma del piano pensionistico. Però - ha sottolineato ancora - l'approccio a questa riforma deve essere meno duro". "Noi abbiamo a cuore uno che è andato a lavorare a quindici anni e che ha un salario e una pensione bassi - ha aggiunto - non gli si può chiedere di sopportare decurtazioni oltre un certo limite". "Prendiamo un po' di soldi e cerchiamo di favorire l'accesso a una riforma, togliendo le spine più acute", ha proposto Bersani. "Abbiamo avanti dei mesi, i punti sull'equità sono punti sensibilissimi per noi. Ci sono ancora passi da fare", ha concluso.
Netto il giudizio del leader del Carroccio Umberto Bossi : "Questa manovra non serve a niente", ha dichiarato lasciando la Camera. E alla domanda se fosse da buttare, ha risposto: "Sì, direi di sì". Monti "si è nominato eroe di salvezza di una guerra già persa dall'Italia", ha continuato. "Ma cosa è venuto a fare?...", ha detto il leader della Lega riferendosi al premier. "Il Paese ha bisogno di posti di lavoro, ma questo governo non ha la minima idea di come crearli", ha proseguito il Senatur stroncando le misure. La manovra, per il leader del Carroccio, porta "solo depressione".
Critiche anche dal leader dell'Idv, Antonio Di Pietro. "Questa manovra - ha sottolineato - non soddisfa le esigenze di giustizia sociale. Presenteremo una contromanovra in alcuni punti - ha poi annunciato - che consentirà di far quadrare i conti lo stesso".

Raffaele Lombardo sulla manovra: "Non ho trovato alcuna iniziativa per la crescita del Sud" - "Nella manovra non trovo iniziative che si ispirino a quella equità che, per quanto ci riguarda, dovrà voler dire misure a favore del Sud, equità a favore dei più deboli e a favore dei territori più deboli. Magari ci saranno, o saranno oggetto di iniziative successive, ma io per la crescita del Sud, per le infrastrutture del Sud, non vedo nulla". E' il commento alla manovra del governo Monti che il Presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo ha espresso rispondendo a Catania alle domande dei giornalisti.
"Dobbiamo rivedere di sana pianta i nostri conti - ha aggiunto Lombardo - perché abbiamo un bilancio e una finanziaria che sono giacenti in Assemblea. Abbiamo fatto bene ovviamente a non cominciare a parlarne, perché io vado a Roma oggi e dobbiamo occuparci di alcuni temi importanti". "Domani pomeriggio (oggi per chi legge, ndr)- ha concluso Lombardo - il primo incontro che avremo con l'assessore al Bilancio e con i tecnici di bilancio sarà su come fare riquadrare i numeri perché oltre al taglio di un miliardo della scorsa manovra purtroppo ce ne sono altri 400".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ign]

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06 dicembre 2011
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