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''Lo stupro è un'arma di guerra''

Con una risoluzione l'Onu la fine delle violenze sessuali, pratica assai diffusa nelle zone di guerra

20 giugno 2008

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha approvato all'unanimità una risoluzione che classifica lo stupro come un'arma di guerra. Con questa decisione il Consiglio chiede la fine delle violenze sessuali contro i civili, una pratica molto diffusa nelle zone di guerra usata "per umiliare, dominare, instillare paura, cacciare e/o obbligare a cambiare casa i membri di una comunità o di un gruppo etnico".
L'Onu ha dunque deciso di condannare, nei termini più forti, l'uso dello stupro come arma di guerra, minacciando azioni repressive contro i responsabili delle violenze contro le donne. I Quindici, raccogliendo la proposta degli Stati Uniti, hanno approvato all'unanimità la risoluzione 1820, sponsorizzata da oltre 30 paesi tra cui l'Italia. I lavori del Consiglio sono stati presieduti dal segretario di Stato Usa Condoleezza Rice.
 
Il testo, minacciando indirettamente di portare i colpevoli di fronte alla Corte penale internazionale de L'Aja (Cpi), chiede "a tutte le parti coinvolte nei conflitti armati la cessazione completa e immediata della violenza sessuale contro i civili, con effetto immediato".
Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki Moon, ha denunciato come la violenza contro le donne abbia ormai raggiunto "proporzioni inaudite" in alcune società. Durante il dibattito al Consiglio Ban Ki Moon ha dichiarato: "Per rispondere alla guerra silenziosa contro le donne e le ragazze è necessaria una leadership a livello nazionale". Per il segretario generale le Nazioni Unite sono chiamate ad aiutare gli stati a "costruire questa capacità" e a "sostenere la società civile".
La risoluzione, definita un "atto storico" dall'organizzazione non governativa in difesa dei diritti dell'uomo Human Rights Watch, chiede al segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon di preparare un rapporto (che verrà pubblicato entro dodici mesi dall'approvazione) per individuare "i conflitti armati dove la violenza sessuale è stata usata ampiamente o sistematicamente contro i civili".

A margine delle discussioni sulla risoluzione contro gli stupri in guerra, Condoleezza Rice aveva partecipato anche ad una riunione informale sulla situazione in Zimbabwe, dove è stata espressa profonda preoccupazione per il prossimo ballottaggio presidenziale del 27 giugno. "Con le sue azioni il regime del presidente Robert Mugabe ha abbandonato ogni pretesa che le elezioni del 27 giugno potranno procedere in maniera equa e libera", aveva detto il segretario di Stato Usa.
Il Belgio ha chiesto che il Consiglio di Sicurezza si riunisca sullo Zimbabwe nei prossimi giorni. Ma l'ambasciatore Usa all'Onu Zalmay Khalilzad, in qualità di presidente di turno dei Quindici, ha detto che il Consiglio è diviso sulla richiesta del dibattito.

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20 giugno 2008
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