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20 anni e 6 mesi di carcere per il padre che vendette suo figlio per 20 euro

E' successo a Palermo: il bimbo, di 8 anni, veniva ceduto ad alcuni pedofili

02 dicembre 2008

Sono passati tre anni da quando, d'accordo con la moglie, un venditore ambulante di Palermo  ha venduto il figlio di 8 anni a 3 pedofili che abusavano del bambino, pagando 20 euro.
Oggi, i giudici della II sezione del tribunale di Palermo, presieduto da Bruno Fasciana, hanno condannato l'uomo a 20 anni e 6 mesi di carcere e la moglie a 10 anni. Entrambi erano accusati di violenza sessuale - anche loro avrebbero abusato del piccolo -, induzione alla prostituzione e sfruttamento della prostituzione.
Le violenze sarebbero state conosciute anche da uno dei fratelli della vittima, che è sotto processo davanti al tribunale dei minori.

Il verdetto, emesso dopo oltre 5 ore di camera di consiglio, è stato più severo di quello invocato dal pm, Claudia Caramanna, che aveva chiesto per l'imputato la condanna a 20 anni di reclusione. La coppia dovrà versare 150 mila euro di provvisionale, immediatamente esecutiva, alla parte civile, il curatore del bambino, l'avvocato Francesco Crescimanno, costituito in giudizio attraverso il legale Roberta Pezzano. I genitori sono stati dichiarati decaduti dalla patria potestà e interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Dopo avere espiato la pena, dovranno scontare 3 anni di libertà vigilata.

Nei mesi scorsi, i tre uomini che hanno pagato per abusare del bambino, erano stati condannati con il rito abbreviato dal gup, Adriana Piras, per violenza sessuale.
Il pm, grazie ai racconti della vittima, ha ricostruito un contesto di terribile degrado. Il piccolo, che ora ha 11 anni e da tempo vive in un centro per minori, confidò le violenze subite, prima dai genitori e dal fratello, poi dai tre pedofili, a uno psicologo della comunità a cui era stato affidato per le precarie condizioni economiche della famiglia. Un terzo figlio della coppia è stato recentemente condannato per avere abusato del cuginetto. In quel caso a denunciare fu la madre della vittima, che si è anche costituita parte civile.

[Informazioni tratte da Corriere.it]

 

 

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02 dicembre 2008
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