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2046

''Più che una storia è un'atmosfera. Un modo per ricordare che la cosa che dura di più è l'amore. Almeno, nel ricordo''

02 novembre 2004

Noi vi segnaliamo...
2046
di Wong Kar-wai

Torna il raffinato regista di "In the mood for love" e torna il suo protagonista laddove lo avevamo lasciato, nella stanza 2046 dove si consumò il suo amore per Su. Adesso Chow è uno scrittore di fantascienza. Il suo romanzo narra di un treno che trasporta gli androidi verso il 2046, il luogo e il tempo dei ricordi perduti. Chow crede di aver raccontato il futuro, in realtà era il suo passato, popolato di donne e d'amore...
Un viaggio nella memoria, malinconico, struggente e crudele.
"Più che una storia è un'atmosfera. Un modo per ricordare che la cosa che dura di più è l'amore. Almeno, nel ricordo". Wong Kar-wai.


Distribuzione
Luce
Durata 90'
Regia Wong Kar-wai
Con Tony Leung, Zhang Ziyi, Gong Li, Faye Wong, Maggie Cheung
Genere Sentimentale / Drammatico


La critica
"Il film che potrebbe vincere la Palma d'oro è arrivato in ritardo e sembra destinato a subire ritocchi forse sostanziosi visto che Wong Kar-Wai ha continuato a montare e perfino a girare fino a pochi giorni fa. Come ogni opera in progress è un oggetto fluido e inafferrabile, affascinante e labirintico almeno quanto la storia che racconta muovendosi fra passato e presente, realtà e immaginazione, come può fare solo un film aperto e contraddittorio per natura. E' il seguito di 'In the mood for love' (anzi uno dei possibili seguiti), ma non lo è davvero perché Tony Leung riprende il suo personaggio, ma Maggie Cheung appare pochi secondi e al suo posto c'è Gong Li. Si intitola '2046' ma la fantascienza non c'entra, 2046 è la stanza della locanda-bordello di Hong Kong nel quale Tony Leung vive, scrive, ricorda, si disperde in mille possibili amori senza mai (voler) vivere un amore vero. Più che un racconto è un viaggio, dice l'autore, ma un viaggio che non conduce in nessun luogo. Un itinerario tutto mentale dentro ai labirinti del corpo, del desiderio, della memoria, che potrebbero anche essere tre nomi di una cosa sola, una medesima tensione verso quanto resta sempre al di là della nostra portata. (...) Chi ricorda 'In the mood for love' ritroverà il gusto squisito, le atmosfere struggenti, i tagli visivi e musicali di Wong Kar Wai. (...) Magari '2046' doveva durare molto di più, e non è detto che non finirà così. Magari la giuria scarterà un'opera non finita ma così esigente che rischia di divorare il suo stesso autore. Però Wong Kar Wai, al culmine del successo (e del potere), prova, osa, esperimenta."
Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 maggio 2004

"Molti critici si spazientiscono, le signore si inteneriscono. Nessuno sa raccontare l'amore come Wong Kar Wai, l'amore malinconico nel momento in cui non è ricambiato, l'amore che si consuma, che separa e diventa incancellabile nostalgia, '2046', è costato al suo regista cinque anni di tormenti, l'affanno di non riuscire a raggiungere la perfezione immaginata, interminabili revisioni e rifacimenti. (...) Cristallizzato nei costumi di un'epoca, gli anni '60, il glamour femminile oltre che esotico, è struggente e romantico: pettinature cotonate a torre, occhi disegnati dall'eye liner, lunghi orecchini pendenti, collane di perle, lussuosi abiti aderenti di lamé, scarpine chiuse a tacco alto, calze di seta, andatura ancheggiante e lenta, civetterie sentimentali, teneri silenzi e sguardi provocanti. Tanta bellezza hollywoodiana in un contesto cinese d'epoca. Ma con quale eleganza si muovono le belle creature tra la miseria e l'abbandono degli arredi spregevoli, con quale passione si amano sui giacigli degradati, come conservano imperiosità, mistero, nobiltà, potere, lungo una strana vita vuota, dove sfugge il presente, si cancella il futuro, non c'è che il rimpianto."
Natalia Aspesi, 'la Repubblica', 22 maggio 2004

Presentato in concorso al 57mo Festival di Cannes (2004)

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02 novembre 2004
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