La critica
"Lascia frastornati '21 grammi', secondo film del regista di 'Amores perros', il messicano Alejandro González Iñárritu. Il quale adegua la regia ai virtuosismi del super-cast (Sean Penn, Benicio Del Toro e Naomi Watts, la biondina di 'Mulholland Drive') portando un plot già incandescente verso livelli intollerabili di retorica e manipolazione. (...) perché nessuno possa accorgersi che ha pescato la trama in 3 o 4 romanzi Harmony, il regista mescola le carte saltellando avanti e indietro nel tempo fino a esasperare definitivamente lo spettatore già inorridito da urla continue, foto livida, panoramiche convulse, trucco veristico, gigionerie da Actor's Studio. E il bello è che questo grandguignol è stato accolto con gran rispetto e pochi fischi dalla platea di addetti ai lavori, intimidita e ricattata da tanto dolore (fasullo). Mah".
(Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 6 settembre 2003)
"I personaggi del film rischiano di esigere spazi troppo vistosi all'interno di una storia che trabocca di eccessi e di coincidenza insistite. (...) Effetti forti, sentimenti gridati, uno stile di equilibrio (stentato) fra realismo duro e visionarietà. Una delusione inattesa".
(Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 6 settembre 2003)
"Fino dal titolo, riferito al peso che ciascuno perde nell'istante in cui tira le cuoia, il melodramma hollywoodiano del messicano Inarritu ti lavora muscolo cardiaco e ghiandole lacrimali senza pietà, né scrupoli per la propria flagranza ricattatoria. Detto questo, è giusto riconoscere l'efficacia della narrazione a mosaico, che mescola i diversi piani temporali (come nel film che rivelò il regista, 'Amores perros') e ripete gli stessi avvertimenti spostandone leggermente l'ottica, nonché le più che onorevoli interpretazioni di tutto il cast all-star".
(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 6 settembre 2003)
Presentato in concorso alla 60ma Mostra del Cinema di Venezia (2003), Sean Penn ha vinto la Coppa Volpi come miglior attore.