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35mila parti civili sono state ammesse al processo per il crack Parmalat. Escluse le associazioni dei consumatori

25 ottobre 2006

Ben 35mila risparmiatori italiani chiedono a Calisto Tanzi, e agli altri imputati per il crack Parmalat, di essere risarciti per i danni sofferti a causa del clamoroso crollo della multinazionale di Collecchio. E' questo il dato che viene fuori dalla lunga ordinanza (in tutto 35 pagine) letta ieri durante il processo Parmalat in corso al Centro congressi di Parma dal gup Domenico Truppa.
Tra le migliaia di parti civili ammesse nel processo c'è anche la ''vecchia'' Parmalat, quella in amministrazione straordinaria: esclusa invece la ''nuova'' Parmalat, attuale società quotata in Borsa. Infatti, l'azienda di Collecchio guidata da Bondi aveva presentato una doppia costituzione per non correre rischi: la decisione del gup soddisfa comunque l'avvocato della Parmalat Marco De Luca che si è detto ''molto soddisfatto: è un'ordinanza destinata a rimanere, fatta con grande precisione''.

Nessuna soddisfazione invece per quei risparmiatori che si erano rivolti alle associazioni dei consumatori (come ad esempio l'Adusbef e la Confconsumatori), e che non sono stati ammessi al processo.
Il Gup di Parma ha deciso di escludere le associazioni dei consumatori come parti civili in quanto ''riconosciute non portatrici di interessi specifici''. Una decisione che non è piaciuta al Movimento Difesa del Cittadino, che ha accolto ''con sorpresa e disappunto'' la decisione del gup.
La motivazione che esclude le associazioni dal processo, ha affermato l'MDC, ''contrasta con altre decisioni dei giudici di Milano e Torino pronunciate peraltro in altri tronconi del processo Parmalat o altri processi in materia di bond bancari''. Il ruolo svolto dalle associazioni dei consumatori per dare un sostegno ai risparmiatori truffati dai bond Parmalat, Cirio, dai contratti MyWay e ForYou, e in tante altre situazioni ''è ormai universalmente riconosciuto'', ha sottolineato il Movimento. Ad esempio, solo per i casi Parmalat e Cirio sono state perfezionate oltre 40.000 procedure di conciliazione, con solo qualche decina di rifiuti delle soluzioni transattive proposte. Il Movimento Difesa del Cittadino ha chiesto, infine, al Parlamento di approvare sollecitamente il progetto di legge sulla class action, che risolverebbe questa incertezza e difformità interpretativa della magistratura.

Nel processo rimangono però molti dei risparmiatori che si erano affidati alle associazioni, visto che avevano presentato anche a titolo personale la richiesta di ammissione come parte civile. Nell'ordinanza Truppa ha definito il principio di responsabilità patrimoniale solidale, che permetterà a ogni parte civile di rivalersi su ognuno dei singoli imputati. Ciò significa che un creditore può chiedere a chiunque degli indagati il tutto. In pratica, se come è possibile, verranno coinvolte nel processo anche le banche, i 35000 risparmiatori potrebbero avere serie speranze di rivedersi risarciti. Particolarmente importante, a questo proposito, la richiesta avanzata da più parti (che vede d'accordo sia i legali della Parmalat sia quelli di Tanzi) di accorpare al processo principale anche i vari tronconi secondari, Parmatour, Ciappazzi e Ributti.
Tra le novità anche l'ammissione di una richiesta di citazione, avanzata dall'avvocato dell'Adusbef, quali responsabili civili quali Italaudit e Deloite&Touche, società di revisione implicate nel crack Parmalat. 

L'udienza preliminare ricomincerà il 22 novembre.

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25 ottobre 2006
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