A fare rapine con mogli e figli...
Sgominata dai carabinieri un banda di rapinatori che operava fra Termini Imerese e Bagheria
Studiavano accuratamente le proprie vittime. Poi, dopo pedinamenti, appostamenti e un'accurata attività di osservazione, le depredavano. I militari dell'Arma, coordinati dal Gruppo Carabinieri di Monreale, hanno eseguito una decina di misure cautelari, nei confronti di persone accusate di rapina a mano armata, furto aggravato e riciclaggio di autovetture. L'inchiesta è stata coordinata dalla Procura di Termini Imerese.
L'attività investigativa, durata 6 mesi, ha permesso di scoprire una banda di rapinatori che operava tra Termini e Bagheria. L'organizzazione criminale faceva accurati sopralluoghi prima dei colpi studiando le vittime e i posti e poi entrava in azione.
Fra le trovate messe in atto da alcuni degli arrestati c'era anche quella di portare con sè, durante le rapine, figli (perfino neonati) e mogli, in modo da allontanare i sospetti in caso di controlli. A quattro degli indagati sono stati concessi gli arresti domiciliari.
L'indagine è scaturita da una rapina a un distributore di carburanti di Trabia, vicenda che ha permesso agli inquirenti di ricostruire l'organigramma della banda.
Per comunicare il gruppo usava un linguaggio criptico: "lavoro" per indicare il colpo, "chiavi e motori" per le armi, "comprare, caricare" per descrivere gli atti delittuosi, "zia" per indicare le forze di polizia. Gli indagati dividevano i compiti tra coloro che per caratteristiche personale erano più propensi a commettere rapine e chi era specializzato nei furti in villa. Parte della refurtiva finiva in vendita nel noto mercato palermitano di Ballarò. In totale, l'attività investigativa ha permesso di scoprire 5 rapine a mano armata in concorso, di cui una in banca, numerosi furti in abitazione e il riciclaggio di un'auto.
[Informazioni tratte da Ansa, Lasiciliaweb.it, Corriere del Mezzogiorno]