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Anche al summit della FAO Ahmadinejad ha attaccato l'Onu e Israele

Nessun applauso a fine discorso per il presidente iraniano

04 giugno 2008

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad, ieri a Roma per partecipare al vertice della FAO, non ha perso l'occasione per mettere in piedi il suo solito indegno show ultraconservatore prendendo di mira lo Stato di Israele e l'Onu.
Il presidente iraniano ha parlato di "volontà e motivazioni occasionalmente diaboliche" da parte delle Nazioni Unite impiegate per "imporre politiche ingiuste nei rapporti globali". Il passaggio, leggibile nel testo in inglese distribuito alla stampa, è stato saltato però nel discorso pronunciato nel corso del summit.
Nessun applauso ha accolto il suo intervento, letto tra il discorso del presidente croato Stipe Mesic e di quello del Madagascar Marc Ravalomanana, quando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi aveva già lasciato l'aula, passando la presidenza dei lavori al ministro dell'Agricoltura sloveno Iztok Jarc. Terminato il discorso, Ahmadinejad ha però ricevuto una veloce stretta di mano del direttore generale della Fao, Jacques Diouf.

L'intervento, letto quasi per intero, è durato quasi un quarto d'ora. "Sono grato a Dio Onnipotente per avermi concesso l'opportunità di partecipare a questo summit", ha detto Ahmadinejad. Il presidente iraniano ha analizzato poi le cause della crisi alimentare ed eventuali rimedi, partendo dalla considerazione che "la svalutazione del dollaro e l'aumento dei prezzi dell'energia sono due facce della stessa medaglia".
Da Roma il presidente iraniano è tornato anche ad attaccare Israele profetizzandone la scomparsa. "Questo succederà, gli analisti ne sono consapevoli", ha detto. "Io ho solo lanciato una notizia, ho solo parlato degli sviluppi che si stanno verificando - ha precisato Ahmadinejad rispondendo alla domanda di un giornalista israeliano che gli chiedeva come potesse giustificare le sue affermazioni contro lo Stato ebraico - Noi crediamo che gli analisti siano consapevoli che questo succederà e lo apprezzano. Questo è nell'interesse stesso del popolo europeo". "Sappiamo che gli europei non amano i sionisti e non vogliono che vivano in Europa", ha aggiunto poi.

"Credo che Bush stia pensando di nuovo ad un attacco, ma non riuscirà mai a farlo - ha detto ancora Ahmadinejad nella conferenza stampa alla FAO - e noi non abbiamo paura delle minacce, perché fondiamo la nostra esistenza sulla giustizia e lo stato di diritto".
Alla domanda sull'ipotesi dell'ingresso dell'Italia nel '5+1', il gruppo negoziale incaricato delle trattative sul dossier nucleare iraniano, il presidente iraniano ha detto: "Non ho ancora avuto notizie''. Il programma nucleare di Teheran, ha precisato poi, ha esclusivamente scopi pacifici e non potrebbe essere altrimenti, dal momento che "quello iraniano è il popolo più amante della pace al mondo, non è un popolo di guerrieri".
Ahmadinejad ha ribadito la volontà di "rafforzare i legami con l'Italia". Le relazioni tra Roma e Teheran "sono di antica data, storicamente abbiamo buone relazioni - ha detto Ahmadinejad - noi amiamo il popolo italiano".

L'arrivo del presidente iraniano nella Capitale è stato accolto dalle contestazioni della comunità ebraica romana. Sono stati circa 350 i manifestanti ebrei che hanno partecipato nel primo pomeriggio al corteo partito da via del Portico d'Ottavia, al Ghetto, e arrivato fino al Circo Massimo, vicino alla Fao, per contestare in modo pacifico la presenza del presidente della Repubblica islamica d'Iran. Il corteo è stato fermato in modo pacifico dalle forze dell'ordine alla fine del Circo Massimo, dove la protesta è proseguita per un'altra ora. I manifestanti sono alla fine ritornati al Ghetto, dove si è conclusa l'iniziativa. Inoltre, venticinquemila volantini con l'immagine di Ahmadinejad, sbarrata dal segno di divieto e accompagnati da scritte del tipo: "Non posso entrare" o "Non ti vogliamo" sono stati lanciati in aria da un gruppo di giovani ebrei romani davanti al Colosseo.

Fonte: Adnkronos/Ign

- "Italia potrebbe aiutarci nella trattativa sul nucleare" di Vincenzo Nigro

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04 giugno 2008
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