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Ancora un ergastolo per Bernardo Provenzano

L'ex superboss di Corleone continua la sua poco onorevole collezione di condanne a vita

01 luglio 2008

Ieri la Corte d'Assise di Palermo ha condannato all'ergastolo i boss Bernardo Provenzano e Rosolino Rizzo, accusati dell'omicidio di Rosolino Miceli, ucciso nel 1987 a Vallelunga (PA).
Secondo la ricostruzione del pm della Dda Lia Sava, che si è avvalsa anche delle rivelazioni dei pentiti Nino Giuffrè e Ciro Vara, la vittima faceva parte del cosidetto gruppo dei "Selvaggi", una banda che tentava di allargare il proprio dominio nelle zone controllate da Cosa nostra e faceva estorsioni e danneggiamenti senza l'autorizzazione della mafia e addirittura ai danni di imprese raccomandate da uomini d'onore. Le cosche decisero di punire Miceli e dare un avvertimento agli altri "Selvaggi".
L'inchiesta sul delitto venne inizialmente archiviata e poi, nel 2002, riaperta a seguito delle dichiarazioni dei due  collaboratori di giustizia.

Sale così a 13 il numero degli ergastoli confermati a Bernardo Provenzano. Nell'aprile del 2007 si parlò addirittura di guinnes dei primati, quando la Cassazione confermò il numero 12. Altri tre ergastoli gli sono stati inflitti in procedimenti conclusi in primo grado. Risultano quindi sedici condanne a vita in tutto: un autentico record per il superboss di Corleone, catturato dopo 43 anni di latitanza. Sulla base del 'teorema Buscetta', i giudici ritengono Provenzano responsabile della gran parte degli omicidi decisi dalla Commissione di Cosa nostra.

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01 luglio 2008
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