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Arlecchino addio

La celebre (una volta) maschera bergamasca si è ridotta peggio che con le toppe, in un angolo buio del dimenticatoio

23 febbraio 2004
Per qualcuno, a ragione, la "dittatura della televisione" non esiste. Diceva Enrico Ghezzi (il critico cinematografico del programma televisivo della Rai, Fuoriorario) in un seminario a Palermo qualche anno fa, che la televisione non è per niente un minaccioso mostro che mina e disgrega l’intelligenza dei nostri bambini, e dell’uomo in genere. E’ un fantastico mezzo con il quale la sana divulgazione culturale potrebbe entrare nelle case di tutti, educando.
Certo, a ben vedere oggi come oggi, la qualità televisiva è andata a farsi benedire non si sa in quale parrocchia, ma il telecomando in mano lo teniamo noi. Basta quindi spegnerla la tv, e se non si ha proprio niente da dirsi, stare ad ascoltare, almeno per un momento, i silenzi di chi ci sta accanto.
Può risultare meraviglioso.
Per qualcun altro, la televisione detta terribilmente, usi, costumi, gesti e fattezze, dell’intera popolazione, che si trova quasi costretta, a causa dei tempi ossessionanti ed ossessivi della vita contemporanea, ad infilarsi come carne da macello dentro i pervertiti percorsi del tritatutto catodico, uscendone completamente lobotomizzati.
E anche chi crede in questa maniera lo fa a ragione.    
I problema dell’influenza della televisione sull’uomo è contorto proprio perché è un problema.
L’unica risposta certa è quella che risiede nell’educazione. Ossia, la televisione finisce di essere un problema nel momento in cui esiste, sopra ogni cosa, una corretta educazione fatta di un grande quantitativo di informazioni, un sufficiente lasso di tempo per una buona elaborazione e la presenza, attiva ma non invasiva, dell’elemento umano. Con la conoscenza i nostri figli sapranno "annoiarsi" della tv, e si interesseranno ad altro. 
Intanto, dobbiamo ammettere che molte tradizioni, molte personalità e molte individualità vengono fatte fuori dai vari maurizi costanzi, paoli bonolis, alde deusanie, grandi fratelli, talpe, isole famose etc etc.

Alla vigilia del martedì grasso, vale la pena buttare un occhio in una delle tante "scene del crimine", quella che riguarda l’uccisione delle tradizionali maschere di carnevale dalla Tv.
Il rapporto con tutte le notizie del caso, ce lo ha consegnato la Eta Meta Research, con uno sondaggio condotto su quattro focus group composti da bambini (tra i 7 e gli 13 anni) e su 110 responsabili di negozi di giocattoli e centri commerciali che vendono costumi, per individuare i nuovi personaggi di riferimento per il Carnevale. 

Facendola breve, i bambini non conoscono e dunque non vogliono il costume da Pulcinella o Arlecchino.
Vogliono quello di Dragonball, Eminem o i personaggi del piccolo schermo. Chiedono la divisa da Carabiniere, non per onorare la Benemerita, ma per via dell'omonima fiction.
E i già moderni e fuori tradizione costumi di Goldrake, Mazinga o Heidi? Roba da matusa! Ma qual è il bambino che vuole indossare questi costumi storici!

I modelli per i bambini cambiano velocemente, come i software per i computer, e a dettarli è sempre la tv.
Il 67% dei bambini, secondo lo studio, non sa nemmeno bene quali sono e da dove vengono le maschere tradizionali del carnevale. Su alcuni personaggi, poi, le risposte non sono certo confortanti: in media solo il 9% sa chi era Arlecchino e che si tratta di una maschera italiana. Non sono pochi i bambini che lo hanno identificato con un nemico dei Power Ranger (21%) o un vecchio personaggio dei cartoni animati (17%). Non è certo andata meglio a Pulcinella: per il 39% è addirittura un fantasma, mentre il 5% lo identifica con il personaggio di uno spot per una mozzarella.
Personaggi più 'moderni' come Zorro e Sandokan non se la sono cavata molto meglio: il primo, infatti, è soprattutto il personaggio di un film con Banderas, o l'eroe di un cartone animato, per il 55%, mentre Sandokan è 'il personaggio di un vecchio telefilm che ogni tanto si rivede in Tv' per il 62%.

I costumi che proprio non sembrano più interessare i bambini, secondo i responsabili dei negozi che vendono costumi di carnevale, sono quelli delle tradizionali maschere italiane. Arlecchino e Pulcinella, insomma, sono assolutamente 'out' (con un calo di richieste del 40% rispetto ai due anni precedenti). Basta anche con gli animali e gli insetti come gatti e coccinelle (calati del 30-35% rispetto ai due anni precedenti). Non va meglio per i personaggi delle fiabe, a partire da Biancaneve, ma senza dimenticare la Fata Turchina (decremento del 30% circa), o per quelli della letteratura d'avventura, come i Tre Moschettieri o i pirati (decremento del 25%). A salvarsi, o meglio, a contenere le perdite, sono alcune categorie, come i super eroi (che presentano un calo del 10% circa) salgono, invece i personaggi delle fiction. Dunque tra i costumi più richiesti, la divisa da Carabiniere, come nella fiction di Canale 5, corredata di tutto, dalla pistola alle manette (come conferma il 47%).

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23 febbraio 2004
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