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Aumento dei salari ai manager della Sanità

Minneci:''è giusto rispettare il contratto, però, anche i direttori generali dovranno sottoporsi a verifica''

11 settembre 2001
 Un ennesimo paradosso della sanità siciliana. Questa mattina la Giunta di governo regionale dovrà decidere in merito al decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 31 maggio scorso (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica il 7 agosto), che prevede una busta paga più pesante per i 29 direttori generali di Asl, ospedali e Policlinici. 

Se la Giunta di governo, dovesse recepire il decreto, i manager immediatamente potranno percepire un aumento annuo di 100 milioni di lire. Stessa sorte ai direttori sanitari e amministrativi delle stesse aziende che, invece, dovranno “accontentarsi” di un aumento massimo pari all’80% di quanto è previsto per i direttori generali.

Già gran parte delle altre regioni italiane si sono mosse in tal senso, ancor prima dell'esecutività del decreto ministeriale. La Sicilia, quindi, non poteva non adeguarsi, perché già abbondantemente in ritardo. Il mandato ai 26 superburocrati delle Asl e degli ospedali scadrà il 31 gennaio 2002, quindi l’aumento arriverà nelle buste paga dei manager negli ultimi 4 mesi del loro mandato.

Vediamo in concreto cosa succederà la Giunta Cuffaro recepirà il decreto.
I manager di prima classe, cioè coloro che governano i tre Policlinici e le Asl di Palermo, Messina e Catania, dagli attuali 200 milioni l’anno di stipendio passeranno a 300 milioni. I manager delle altre Asl, passeranno da 180 milioni a 280.
Ma non basta.
I 100 milioni in più in busta paga prescindono dalla qualità dell’operato.  Il decreto del presidente del Consiglio prevede, infatti,  ulteriori aumenti dai 70 agli 80 milioni annui, come premi di produttività per gli obiettivi raggiunti. A questo si aggiunge pure una integrazione di circa 10 milioni di lire per ogni manager per la partecipazione ai corsi di formazione e alle iniziative per l'aggiornamento.

In concreto la Regione ogni anno verserà in più per i manager delle Asl e degli ospedali quasi 3 miliardi. Si passa dagli attuali 5 miliardi e 400 milioni a 8 miliardi e 300 milioni. Questa cifra non tiene conto degli aumenti spettanti ai direttori sanitari e amministrativi.

La reazione del segretario regionale dalla Funzione pubblica della Cgil, settore sanità Paolo Minneci è stata: “non siamo critici per l'aumento noi diciamo che è giusto rispettare il contratto dei manager, però, così come avviene per ogni lavoratore, è prevista una verifica a cura del proprio superiore gerarchico, quindi anche i direttori generali dovranno sottoporsi a verifica. Quali obiettivi hanno raggiunto in questi 5 anni? Vogliamo sapere dall'assessorato alla Sanità quanti degli attuali manager hanno raggiunto i traguardi prestabiliti dall'allora assessore Pagano? Ci risulta che ci sono stati alcuni direttori generali degni di nota di merito, che non solo hanno raggiunto la parità del bilancio, ma sono riusciti anche a renderlo attivo. Io sono per esaltare questi esempi, ma allo stesso modo per criticare quei manager che non riusciti ad adempiere ai loro compiti, ossia quello di dare intanto un migliore servizio di assistenza a quanti soffrono e hanno bisogno di una buona sanità".

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11 settembre 2001
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