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Aumento di prezzi, ''carovita'', incipiente povertà? Tutti a casa con il telecomando in mano

Le paghette si abbassano e il numero dei giovani di fronte alla TV aumenta

11 febbraio 2004
Quando la crisi c'è, c'è per tutti, e tutti, direttamente o indirettamente, ne sono colpiti.
Tra questi tutti, ovviamente, sono compresi anche i giovani, che con il rincaro dei prezzi si sono visti costretti a fare dei drastici tagli pure sui divertimenti.
Eh già, l'effetto povertà che sta colpendo inesorabilmente la società italiana coinvolge anche i ragazzi. A rivelarlo è uno studio, promosso dalla rivista ''Marketingetv.com'', che verrà presentata a Roma il 2 marzo, su un campione di 800 giovani, secondo il quale 1 su 3 (dai 14 ai 18 anni) ridurrà i consumi per quanto riguarda il divertimento. Per lo studio, che riporta i dati del ministero del Welfare, sono 1 milione e 706 mila i minori che vivono sotto la soglia di povertà, quasi il 20% degli italiani che hanno meno di 18 anni.

Come "bene-rifugio", dunque non resta che la televisione, unico svago in controtendenza: non a caso la fruizione di tv, secondo l'auditel, è aumentata negli ultimi mesi sul target che va dai 14 ai 18 anni di 6 punti di share. A fare le spese della riduzione delle paghette saranno i consumi sportivi (-5%) con un crollo delle palestre del -15%; i libri (-20%), giornali e riviste (-7%), il cinema (-12%), i concerti (-32%); le discoteche (-6%); i locali (pub e birrerie -18%); ristoranti e pizzerie (-14%).
A risentire delle ristrettezze economiche dei giovani saranno però anche il mercato dei cd, che i giovani prevedono di tagliare per un tasso del 18%, e dell’abbigliamento (-11%); l'utilizzo di mezzi propri (motorini e auto -4%), i week-end lontani da casa (-15%).

Sempre più a casa, dunque, incollati alla tv, per la gioia dei genitori più apprensivi, e l'auditel conferma i risultati della ricerca: tra settembre e gennaio l'attenzione verso le trasmissioni dedicate ai giovani è letteralmente esplosa.
Un fenomeno allarmante, secondo lo psicologo Massimo Cicogna: 'E' inquietante - dice - che i giovani rimangano chiusi in casa a guardare la televisione. Questa tendenza potrebbe condizionarne i processi di socialità. Tuttavia mi conforta che l'auditel non segnali un significativo incremento di trasmissioni e film violenti'.
Sarà vero? Mah…

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11 febbraio 2004
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