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BOA: Biennale O Altrove. A Palermo una guida all'uso consapevole della Città

05 dicembre 2006

Giro di BOA a Palermo
di Agata Polizzi (Exibart.com)

BOA - Biennale O Altrove è un'alternativa rispetto alla contemporanea Biennale di Architettura Venezia/Palermo, contenitore in cui si animano molteplici sguardi su Palermo, sulle sue potenzialità, sulle sue contraddizioni.
Il gruppo di lavoro di BOA si riunisce in un basso ubicato nel cuore della Kalsa a due passi da Palazzo Forcella de Seta, uno dei luoghi della biennale ufficiale. Li è evidente la profusione di importanti economie, nel basso BOA si discute invece su come trovare i finanziamenti affinché possa partire la seconda fase della manifestazione. Perché la prima si è conclusa il 22 ottobre, negli stessi giorni della vernice internazionale di Città-Porto.

Una parte della città sotto i riflettori, mentre un nastro adesivo griffato BOA segnava le strade di Palermo suggerendo percorsi alternativi, proponendo un fittissimo calendario di appuntamenti culturali, installazioni urbane, mostre fotografiche dai temi inerenti la città, i suoi volti, le sue percezioni. Anne-Clémence de Grolle presenta l'installazione fotografica ''Lungomare'' e l'azione-installazione ''Mobile city'', un'indagine sull'abusivismo edilizio delle violentate coste dell'isola. ''Nemico interno'' è il titolo dell'audiopercorso secondo input sonori casuali nella città di CaneCapovolto, mentre la mostra ''Interni'', riunisce le fotografie di Filippo Messina e Cristina Ferrara, immagini che sbirciano dentro le dimore palermitane, le case comuni, i ricordi, i particolari e le stranezze.
''Spazio inchiesta'' è un immaginario archivio in cui chiunque può portare un progetto per la città, una foto, un disegno, dove ogni suggerimento trova la sua dimensione. La serie ''Ritratti di Città'' di Riccardo Scibetta raccoglie istantanee in cui si coglie ''con ironia e poesia l'anima romantica e fatiscente dei quartieri storici palermitani''. E ancora, il ''Consultorio di architettura'', a cura di Antonio Provenzani, Costanza La Mantia, Francesca Arici, Stefania Campo, è uno spazio aperto al pubblico con la specifica finalità di fornire un punto di vista tecnico per quanti abbiano bisogno di suggerimenti intorno all'architettura: ''un ricongiungimento simbolico tra architettura e società, valido per testare la necessità sociale della disciplina dell'architettura. Il consultorio vuole simbolicamente indagare, attraverso la prestazione gratuita, una zona poco battuta della disciplina, dove l'architettura non è intesa come bene di lusso per pochi, ma come una necessità e un diritto del cittadino''.

Con fondi appena sufficienti a produrre i materiali grafici, BOA ha ottenuto riscontri importanti sui media, ha aperto la maglia della creatività intelligente applicata al quotidiano, ha dimostrato che è possibile restituire all'architettura la misura della sua stessa essenza, che è quella di essere a vantaggio dell'uomo.
La seconda fase di BOA, e poi la terza (sino a gennaio), promettono altri momenti di dialogo e partecipazione. Anticipiamo alcuni momenti: Visions, un concorso per la realizzazione di architetture effimere, in cui la città diventa cantiere aperto a opere visibili e condivise da architetti e cittadini; e la riflessione su un Piano regolatore per Palermo, pensato ''dal basso'', realizzato come proposta concreta a quello vigente, elaborato dagli architetti con il contributo e l'ascolto dei comitati di quartiere, polso delle realtà specifiche e della gente comune.

- www.boapalermo.org

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05 dicembre 2006
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