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Cambia il contratto dei dipendenti regionali, intesa tra governo e sindacati

Chi ha ricevuto aumenti in busta-paga non sarà costretto a restituire i soldi in più percepiti

12 maggio 2003
Il nuovo accordo ferma la «scalata» di migliaia di dipendenti, promossi senza selezione con il contratto del 2001. Ma chi dal dicembre di due anni fa ha ricevuto in busta-paga aumenti ritenuti di dubbia legittimità dall’Avvocatura dello Stato e dalla Corte dei Conti siciliana, non sarà costretto a restituire i soldi in più percepiti. 
Questo il senso dell’intesa firmata giovedì 8 maggio dal governo regionale e dai sindacati, con l’esclusione degli autonomi del Cobas-Codir. Cgil e Siad che si sono presi del tempo per decidere.

In sostanza, si annullano gli avanzamenti di carriera disposti con il contratto del 2001, che solo in minima parte sono diventati realtà. Davanti alla prospettiva di un improvviso svuotamento delle fasce basse (quelle che comprendono commessi, autisti e operai), l’anno scorso l’Ars varò una legge che di fatto ha bloccato la progressione negli uffici, pur mantenendo gli aumenti di retribuzione relativi al passaggio di qualifica. I dipendenti promossi solo sulla carta torneranno (o meglio, resteranno) al posto che ricoprivano fino al maggio del 2001. Le promozioni? Ci saranno, ma soltanto in relazione agli spazi realmente liberi in organico: i posti da riassegnare - in virtù anche dei pensionamenti - saranno oggetto di un concorso pubblico, che prevederà però una riserva del 50% per il personale interno.

La prima applicazione della norma, visto che la Regione non può bandire concorsi fino al 2004, porterà da subito a una assegnazione della metà dei posti vacanti mediante un esame-colloquio riservato al personale di qualifica immediatamente inferiore a quella da ricoprire. Secondo la valutazione dei sindacati, i «buchi» in organico sono oggi 1.152: meno di seicento, dunque, i posti da coprire nei prossimi mesi con selezione interna. Ovviamente, la situazione cambierà quando sarà rimosso l’attuale blocco dei prepensionamenti.

E gli aumenti di stipendio concessi indistintamente a tutti i dipendenti del «comparto» dal primo dicembre del 2001? I soldi percepiti non dovranno essere restituiti, ma chi non farà il salto di qualifica con i nuovi criteri messi su carta ieri, dovrà considerare le somme ricevute come anticipazione di aumenti futuri.

Il presidente della Regione, Totò Cuffaro, sottolinea che «sono stati definiti i processi di sviluppo professionale del proprio personale, in armonia con i principi affermati dalla Corte Costituzionale». Secondo l’assessore alla Presidenza, David Costa, «sono stati risolti i nodi del contratto e si può entrare nel vivo dello spirito della riforma dell’amministrazione».

Durante tutta la fase della trattativa non sono mancati i momenti di scontro fra i sindacati. Immediatamente dopo la firma dell’accordo però la Cisl, con Gianni Borrelli, ha parlato di una «intesa che risolve una questione annosa e spinosa con una soluzione che assicura dignità ai lavoratori». Anche la Uil difende la sua scelta di firmare: «È la migliore soluzione possibile. Siamo riusciti a garantire che l’impalcatura generale del contratto di due anni fa restasse in piedi. Abbiamo garantito soprattutto che le promozioni per i dipendenti in servizio ci saranno», dice Alberto Piletto. 
 
Fonte: Gds

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12 maggio 2003
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