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Carmela, l'insegnante col chador. Storia di una catanese islamica che insegna in Emilia

La storia di Carmela Tramontana che da sei anni indossa il velo islamico senza alcun problema

03 novembre 2004

Capita a volte, un collega che fa una battuta, o un bambino che le chiede cos'è quel fazzoletto attorno al viso: ma è il massimo della "discriminazione" che si è trovata davanti Carmela Tramontana, 43 anni, gli ultimi sei passati da insegnante col velo alle scuole elementari 'Carlo Collodi' di Reggio Emilia.
"Ero cristiana praticante - racconta - poi nel '93 mi sono convertita all'Islam, che è la religione di mio marito, egiziano. Cinque anni più tardi, perché me lo sentivo, ho indossato il velo. Mai ho avuto problemi con alunni, genitori o altri insegnanti".

Nata ad Acireale (CT) ed emigrata in Emilia appena preso il diploma, l'insegnante riavvolge la storia come fosse la più normale del mondo: eppure, proprio a causa del velo, lo scorso marzo alla marocchina Fatima Mouayche fu impedito di fare uno stage in un asilo del torinese: "Sinceramente, quando ho deciso di indossarlo, non mi sono preoccupata delle possibili conseguenze. Me lo sono messo e basta, senza che mio marito facesse alcuna pressione. Certo, non so se sarebbe stato altrettanto facile in altre città: forse in Emilia c'è una società aperta a tutti".
Magari ha aiutato il quartiere che ospita la scuola, il Santa croce esterna, dove c'è un'alta concentrazione di immigrati: "In classe, e nella scuola in generale, ci sono molti figli di musulmani e forse, anche per questo, vedere un velo non deve essere sembrato così strano. Alcuni bambini mi chiedono perché lo porto e rispondo loro che lo faccio per la mia religione. E finisce lì, i bambini non si fanno di questi problemi".

Nessun problema pure con i colleghi: "Al massimo qualche battuta, quando scherziamo, ma poi parliamo spesso di integrazione, viste le differenze culturali che ci sono fra i nostri alunni. Che poi non sono nemmeno tante: molti figli di musulmani che ho in classe, la quarta B, hanno fatto le materne dalle suore. E poi io mai mi sognerei di commentare l'abbigliamento di un'altra insegnante".
Il significato del velo è però diverso da quello di una minigonna: "Certo, ma io non trovo per nulla strano che nelle classi ci sia appeso alla parete il crocifisso. Per questo non mi toglierei il velo per alcuna ragione, sempre che la legge lo permetta".

Indossa il velo, ma non insegnerebbe religione: "Insegno italiano e storia e quando devo parlare di cristianesimo o islam cerco di farlo con tutta l'obiettività che richiede la mia professione. Mi piacerebbe però che l'insegnamento della religione parlasse di tutti le confessioni: perché la vera forma di discriminazione è l'ignoranza della cultura, della tradizione e del credo dell'altro. In questo senso l'avevamo sperimentato in questa scuola, ma poi alcuni genitori ci hanno chiesto un insegnamento confessionale. Peccato".
Nessuno, però, le ha mai chiesto di togliere il velo.

Fonte: La Sicilia

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03 novembre 2004
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