Crea gratis la tua vetrina su Guidasicilia

Acquisti in città

Offerte, affari del giorno, imprese e professionisti, tutti della tua città

vai a Shopping
vai a Magazine
 Cookie

Catania Jazz e ''Le Macchine Sonore''

Un mese di Luglio pieno di grande musica sul palco dell' anfiteatro di Tremestieri Etneo

03 luglio 2008

Catania Jazz accompagnerà tutti gli appassionati di Buona Musica anche durante l'estate con la rassegna intitolata "Le Macchine Sonore", che prevede per tutto il mese di luglio l'esibizione di grandissimi artisti della scena musicale internazionale.
La rassegna "Le Macchine Sonore" verrà anticipata dall'esibizione di Ute Lemper, sul palco dello splendido anfiteatro di Tremestieri Etneo domenica 6 luglio.
Il 24 luglio apre la stagione Stefano Bollani, già applaudito ospite durante la rassegna invernale, che presenta al pubblico etneo il suo nuovo progetto: una "Carioca Band", che lo vedrà impegnato sul palco insieme a un mix di artisti brasiliani e italiani nella personalissima interpretazione dei classici meno conosciuti della musica brasiliana.
Il 25 luglio sarà invece la volta di un artista che ha davvero bisogno di poche presentazioni: Goran Bregovic dopo tanti anni ritorna a Catania con la sua "macchina sonora": la "Wedding and funeral Band" con cui da molti anni ormai porta la musica dei balcani in giro per tutto il mondo.
Il 26 luglio chiude la stagione la macchina più cosmopolita, più variopinta e più numerosa della rassegna: L'Orchestra di Piazza Vittorio, un progetto italiano che riunisce in un mix musicale unico 16 musicisti provenienti da ogni angolo del mondo.

IL PROGRAMMA

Domenica 6 Luglio 2008
UTE LEMPER
Formazione: Ute Lemper (voce); Vana Gierig (pianoforte); Todd Turkishero (batteria/percussioni); Mark Lambert (chitarra); Don Falzone (basso).

Dopo aver calcato i palcoscenici più prestigiosi del mondo, la "divina" Ute Lemper arriva a Catania il 6 luglio per un imperdibile concerto che aprirà la nostra stagione estiva.
Lasciamo che siano le sue stesse parole a presentare il suo spettacolo, intitolato "Between yesterday and tomorrow" che prevede in scaletta dei pezzi scritti dalla Lemper ma anche interpretazioni di classici di Jacques Brel, Leo Ferre, Joni Mitchell e altri ancora: "Questo viaggio 'tra ieri e domani', attraverso il tempo e i luoghi del mondo, è anche un viaggio attraverso me stessa. E' una raccolta di ricordi, impressioni, momenti di gioia, ma anche di fragili momenti di dubbio e sdegno. Si colloca tra chiarezza e dolorosa confusione, speranza e disperazione riguardo alle problematiche del mondo, pur rimanendo sempre poetica nel pensiero e nel linguaggio.
Perché racconto queste storie... e non altre... Avrei potuto raccontare un centinaio di storie diverse; eppure, in quel momento ho preso la decisione impulsiva ed intuitiva di concentrarmi su questa raccolta di storie. Le canzoni sono come una medicazione che cerca e trova i diversi malesseri del corpo del mondo e del corpo della vita, tentando di guarirli in modo positivo e poetico. Ma il ciclo delle nostre storie continua ininterrottamente; alcuni eventi ci rendono più forti e altri ci indeboliscono, nei nostri viaggi tra ieri e domani."


Biografia - Nata in Germania, è oggi una delle cantanti più riconosciute a livello mondiale: attrice, ballerina, Ute Lemper è un'icona dello spettacolo al femminile del nostro tempo; contemporanea, drammatica, ironica, "anti diva", considerata la sua tendenza a scandalizzare e distruggere i cliché.
Ute Lemper è sublime in ogni sua minima movenza, così eclettica e magnetica da non consentire alcuna distrazione quando è sul palco. Se è vero che nulla in una donna seduce di più dell'armonia delle sue forme, Ute Lemper trionfa per classe e portamento. Rigorosa conoscitrice dell'opera di Kurt Weill e dell'intero repertorio della Berlino che fu, la cantante si è poi avvicinata con curiosità alla canzone francese mista alla poesia di Brel e Prevert. Un altro trasferimento l'ha poi condotta a Londra, dove ha approcciato il repertorio minimalista di Michael Nyman. Quindi il grande salto verso New York, con la voglia di sconfinare nei pregiati repertori di Tom Waits, Joni Mitchell e Sting.
Artista versatile ha ricoperto ruoli di attrice di teatro e cinema, di cantante e di ballerina riscuotendo un notevole successo. Ute Lemper, con sottile ironia e naturale passione, regala sempre un'interpretazione raffinata in cui la memoria storica si lega alla sua identità artistica. Ospitata dai più prestigiosi palcoscenici del mondo dello spettacolo, dal Berliner Ensemble alla Sydney Opera House, da Barcellona a Berlino, dal Barbican di Londra al Piccolo Teatro di Milano, Ute Lemper rivela costantemente le sue doti di straordinaria intrattenitrice e di artista eclettica per eccellenza.
Dell'Italia, Ute dice: "adoro il vostro paese e l'italiano è una lingua estremamente musicale, solo che il tipo di canzoni che io interpreto è più aspro. In Francia o in Germania è sempre esistita una scuola che imponeva un afflato recitativo ai testi, invece da voi il semplice parlare assomiglia al canto. Mi piacerebbe imparare meglio l'italiano, ma per farlo dovrei trasferirmi qui per qualche tempo".
Al momento vive a New York insieme con i suoi 3 bambini, dove assolve alla funzione di ambasciatrice della sua cultura. [www.utelemper.com]

Giovedì 24 Luglio 2008
STEFANO BOLLANI "CARIOCA BAND"
Formazione: Stefano Bollani (pianoforte); Zè Nogueira (sassofoni); Marco Pereira (chitarra); Jorge Helger (contrabbasso); Jurim Moreira (batteria); Armando Marçal (percussioni); Mirko Guerrini (sassofoni); Nico Gori (clarinetto).

Stefano Bollani comincia da Perugia il 12 luglio la nuova attesa tournée con il suo Carioca. Insieme a lui tornano dunque in Italia i cinque grandi musicisti brasiliani con i quali il pianista ha già raccolto enorme successo lo scorso marzo.
Bollani, musicista dell'anno 2007 per la giuria dell'"Hans Koller European Jazz Prize", ritorna quindi a Catania dopo il concerto del 7 novembre scorso a Catania (qui c'è anche un video "rubato" durante la sua precedente esibizione al Metropolitan), con un progetto dove affronta il repertorio meno conosciuto della musica brasiliana rileggendo autori storici dello choro e del samba, come Pixinginuha, Edu Lobo, Ismael Silva, Nelson Cavaquinho, Chico Buarque e affrontando brani della nuova generazione di autori come Monica Salmaso e Ze' Renato: le vere, autentiche colonne sonore di Rio de Janeiro. Il brodo primordiale da cui successivamente ha preso forma la Bossa Nova.
L'idea del progetto nasce nel 2006 quando Stefano Bollani viene invitato con il suo quintetto, I visionari, a suonare al Tim festival di Rio de Janeiro. Da anni l'amico Alberto Riva, giornalista e
esperto di musica, immagina con lui un disco con cui rileggere il repertorio carioca più raro mettendo il pianoforte di Bollani al centro del progetto, al posto del cantante. Contattato il sassofonista Ze' Nogueira, al quale viene affidato il compito di mettere insieme il gruppo e organizzare la registrazione, ecco partire la nuova avventura. In tre giorni viene realizzato a Rio un disco uscito poi in tutte le edicole italiane in allegato con l'Espresso.
Insieme con Bollani ci sono Mirko Guerrini e Nico Gori, i fiati de I visionari, insieme ad alcuni fra i più importanti musicisti brasiliani: Jorge Helder, Armando Marçal, Jurim Moreira e Marco Pereira. [www.stefanobollani.com]

Venerdì 25 Luglio 2008
GORAN BREGOVIC - WEDDING & FUNERAL BAND
Formazione: Goran Bregovic (chitarra, sintetizzatore, percussioni, voce); Alen Ademovic (goc [grancassa tradizionale], voce); Lukic Dalibor (tromba); Stojan Dimov (sax alto e soprano, clarinetto); Milos Mihajlovic (trombone); Aleksandar Rajkovic (terzo trombone, glockenspiel); Dejan Manigodic (tuba); Ludmila Radkova Trajkova (voce); Daniela Radkova Aleksandrova (voce).

Goran Bregovic ritorna in Italia con la Wedding & Funeral band proponendo un repertorio già colonna sonora di film di grande successo, tra gli altri: "La Regina Margot" di Patrice Chereau (Palma D'Oro a Cannes nel 1994), Il Tempo dei Gitani e Underground di Emir Kusturica. 

Biografia -
Con la radici nei Balcani, di cui è originario, e la mente nel XXI secolo, le composizioni di Goran Bregovic mescolano le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali con delle accentuazioni rock, il tutto con lo sfondo di un’orchestra d’archi dai ritmi indiavolati e le voci gravi di un coro maschile, dando vita ad una musica che ci sembra istintivamente di riconoscere e alla quale il nostro corpo difficilmente sa resistere.
Nato a Sarajevo da madre serba e padre croato, Goran Bregovic crea i suoi primi gruppi rock a sedici anni. "Il rock aveva all'epoca un ruolo fondamentale nella nostra vita. Era l'unica possibilità per poter esprimere pubblicamente il nostro malcontento senza rischiare di finire in galera, o quasi".
Per far piacere ai suoi genitori, Goran si impegna a proseguire i suoi studi di filosofia e sociologia che lo avrebbero portato ad insegnare, se l'enorme successo del suo primo disco non avesse deciso altrimenti. Seguono quindici anni con il suo gruppo White Button e tredici album venduti in 6 milioni di copie. Tour interminabili in cui Goran diventerà l'idolo della gioventù jugoslava. Alla fine degli anni 80, Bregovic si libera del suo ruolo sfibrante di "star" e si isola in un "ritiro dorato" in una piccola casa sulla costa adriatica, un vecchio sogno d'infanzia. Qui compone le musiche del terzo film di Emir Kusturica "Il Tempo dei Gitani". Ma ben presto i primi disordini scoppiano in Yugoslavia e i due amici sono costretti ad abbandonare tutto e trasferirsi a Parigi. Alla sua origine già mista, Goran ha aggiunto una moglie mussulmana, e i tempi non sono propizi per questa allegra e stimolante mescolanza.
Cresciuti nello stesso ambiente, della stessa generazione, sfuggiti agli stessi pericoli, Goran Bregovic e Emir Kusturica formano un tandem in cui la complicità era tale che non vi era più bisogno di parole per esprimersi. Dopo "Il Tempo dei Gitani" Goran ha carta bianca per comporre la colonna sonora di "Arizona Dream". Il risultato è pari al film, lirico, innovatore e particolarmente commovente. "Una delle grandi qualità dei film di Emir, è quella di mostrare la vita come realmente è, cioè piena di buchi, di imprevisti, di esitazioni. E' questo lato imperfetto che ho voluto conservare. Anche le canzoni cantate da Iggy Pop sono poco prodotte. Vi è giusto la sua voce e un'orchestra di vecchi gitani che soffiano nelle loro trombe ante-guerra e suonano dei corni di bue. E' tutto molto semplice". Ciò che Goran non dice è che si tratta senza dubbio di una delle migliori performance di Iggy Pop degli ultimi 10 anni. Ciò che non dice è che la semplicità dietro la quale egli si ripara non appartiene che a persone di gran talento.
In seguito Patrice Chereau gli affida "La Regina Margot", Palma d'Oro 1994 al Festival di Cannes, Goran compone delle musiche maestose dagli accenti rock...
Anche le musiche di "Underground" di Emir Kusturica, Palma d'Oro 1995 al Festival di Cannes sono firmate Bregovic. Ma non quelle del film successivo... Il cammino dei due amici si separa una seconda volta: Goran lavora meno per il cinema e più per la sua musica dal vivo... Emir segue la sua strada con un progetto editoriale e con il magnifico film "Gatto Nero Gatto bianco" le cui musiche sono composte da altri musicisti di Sarajevo.
Goran compone ancora le musiche dall'aroma "klezmer" del film "Train de Vie" di Radu Mihaelanu, presentato con grande successo ai festival di Venezia, San Paolo, Berlino e, con grande successo di pubblico, nei cinema di numerosi paesi. Poi si consacra all'interpretazione della propria musica e comincia una seconda carriera sulle scene internazionali. Senza abbandonare completamente i film, comunque: il piccolo capolavoro di Nana Djordjaze "27 Missing Kisses" nel 2001, Unni Straume "Music for Weddings & Funerals" nel 2002 (musica originale e protagonista maschile).
Nel 2004 Bregovic ripete la stessa avventura: compone la musica ed è uno dei protagonisti maschili del film di Roberto Faenza "I Giorni dell'Abbandono" uscito nell'autunno del 2005. [www.goranbregovic.co.yu]

Sabato 26 Luglio 2008

L'ORCHESTRA DI PIAZZA VITTORIO
Formazione: Houcine Ataa - Tunisia (voce); Peppe D'Argenzio - Italia (sax baritono, clarinetto basso); Evandro Cesar Dos Reis - Brasile (voce, chitarra classica, cavaquinho); Omar Lopez Valle - Cuba (tromba, flicorno) Awalys Ernesto "El Kiri" Lopez Maturell - Cuba (batteria, congas, mani, piedi e cori); John Maida - Stati Uniti (violino); Eszter Nagypal - Ungheria (violoncello); Gaia Orsoni - Italia (viola); Carlos Paz - Ecuador (voce, flauti andini); Pino Pecorelli - Italia (contrabasso, basso elettrico); Raul "Cuervo" Scebba - Argentina (marimba, glockenspiel, congas, percussioni varie); El Hadji "Pap" Yeri Samb - Senegal (voce, djembe, dumdum, sabar, shaker); "Kaw" Dialy Mady Sissoko - Senegal (voce, kora, piede); Giuseppe Smaldino - Italia (corno); Ziad Trabelsi - Tunisia (oud, voce); Mario Tronco - Italia (direttore artistico, piano fender).

Il 26 luglio arrivano sotto il vulcano per un concerto molto movimentato 16 poliedrici musicisti che hanno saputo dar vita a un progetto unico e parecchio apprezzato: l'Orchestra di piazza Vittorio.
La loro storia parte dal quartiere Esquilino, a Roma. Un quartiere che ruota intorno a una piazza dal cuore romano e tanti colori in più: Piazza Vittorio, luogo di passaggio e di convivenza per tante razze, la sua atmosfera ha ispirato Mario Tronco nell'idea che in tanti avrebbero voluto avere e che solo lui, sostenuto dalla tenacia di Agostino Ferrente e di tutta l'associazione Apollo 11, ha avuto il coraggio di mettere in pratica: L'Orchestra di Piazza Vittorio.
Tanti musicisti differenti tra loro per origini, strumenti, esperienze. Tutti insieme appassionatamente in un'Orchestra che suona e reinventa la musica del mondo con una nuova energia, quella che il pubblico si scopre addosso dopo ogni concerto.
Adesso l'Orchestra è famosa in Italia e all'estero, ma nel 2002, anno di nascita, tutto era più difficile e trovare spazio nel mondo della musica e sostegno economico per poter suonare era un'impresa. Quella che non è cambiata è la voglia di fare musica e di divertirsi insieme a chi ascolta e sa ascoltare quanto c'è di bello nel nuovo suono del mondo.
Agostino Ferrente realizza nel 2006 il documentario L'Orchestra di Piazza Vittorio, che racconta la storia di questa inconsueta formazione musicale. Il documentario esce in alcune sale cinematografiche italiane e viene presentato con grande successo al Festival di Locarno e al Tribeca Film Festival di New York, vincendo nel 2007 il Nastro d'Argento come migliore documentario.
Naturalmente l'Orchestra non si ferma qui e dopo i grandi successi raccolti grazie anche al film dedicatogli, continua a sorprendere con nuovi progetti musicali. [www.orchestradipiazzavittorio.it]
------------------------------------------------

Per tutte le informazioni sulla rassegna "Le Macchine Sonore" visitate il sito: www.cataniajazz.com

Condividi, commenta, parla ai tuoi amici.

03 luglio 2008
Caricamento commenti in corso...

Ti potrebbero interessare anche

Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia
Registra la tua azienda su Guidasicilia