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Cessato l'incubo siccità. Per i palermitani l'estate 2004 sarà un stagione con acqua a sufficienza

Con una gestine oculata delle risorse idriche quest'estate a Palermo l'acqua tutti i giorni

10 luglio 2004

Ad estate già avanzata, pur avendo avuto giorni di gran caldo, nessuno potrà parlare dell'estate 2004 come "la più calda estate degli ultimi 50, 100 o 150 anni", come non si potrà (per fortuna) parlare a Palermo della solita emergenza acqua che sembra essere stata costante negli ultimi 50, 100 0 150 anni. Ovviamente si fa per dire, ma vero è che i palermitani quest'anno non dovranno temere di restare a secco.

Gli ultimi giorni trascorsi sono stati sì giorni di torrido caldo estivo, e di conseguenza il consumo dell'acqua si è innalzato vertiginosamente, nonostante ciò non c'è stato nessun rischio di introdurre nuove turnazioni d'erogazione idrica. Sicuramente un risultato non da poco che in estate l'erogazione sia rimasta invariata rispetto ai mesi invernali, come ha commentato Giuseppe Laudicina, direttore generale dell'Amap (Azienda Municipalizzata Acquedotto di Palermo). La dotazione di 2800 litri/secondo, destinata dall'Ufficio del commissario straordinario per l'emergenza idrica alla città di Palermo, è una quantità sufficiente a garantire la turnazione giornaliera nelle zone in cui l'acqua è distribuita dalle nuove sottoreti. Negli altri quartieri l'acqua continuerà ad arrivare nelle case dei cittadini a giorni alterni.

Con gli invasi quasi pieni, l'estate di due anni fa è già diventata un brutto ricordo. In questi giorni, infatti, la diga Rosamarina contiene 77 milioni di metri cubi d'acqua, il lago di Piana degli Albanesi circa 20 milioni, nel lago Poma ce ne sono 45 milioni e nel lago Scanzano 10.
Risorse superiori rispetto a quelle accumulate nello stesso periodo dello anno scorso. Eppure, assicurano gli esperti, le piogge degli ultimi due anni non sono state eccezionali e gli invasi sono stati riempiti anche grazie ad una gestione oculata. Gli invasi, infatti, sono stati riempiti grazie agli interventi strutturali e ad una gestione attenta.

Le piogge sono servite per rimpinguare le risorse ridotte al lumicino durante la famigerata estate del 2002. Allora la città rischiò la sete nonostante dentro la diga di Rosamarina ci fossero 50 milioni di metri cubi d'acqua, inutilizzabili perché mancavao i collegamenti con l'acquedotto cittadino. Nel lago di Piana non c'erano più di 2 milioni di metri cubi d'acqua, nel Poma un milione e mezzo e lo Scanzano era stato svuotato ed era stato teatro della singolare "transumanza" dei pesci.
Il messaggio degli esperti è chiaro: bisogna continuare a gestire con attenzione e a non sprecare. I livelli di piovosità potrebbero tornare a scemare e soltanto un risparmio intelligente delle risorse, oltre agli interventi strutturali, potrà impedire il precipitare verso altre crisi idriche.

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10 luglio 2004
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