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Come è finita la situazione delle scorie nucleari in Italia? La Cgil riaccende i riflettori sul caso

Dopo oltre un mese dal ''decreto Scanzano'', dal Governo ancora nessuna proposta

21 febbraio 2004
A oltre un mese dalla 'battaglia' degli abitanti di Scanzano contro il deposito di scorie nucleari, la Cgil riaccende i riflettori sugli esiti del nucleare in Italia e sull'attuazione del decreto 314 con il convegno ''la gestione del nucleare e l'attuazione del decreto Scanzano''. ''A più di un mese dalla pubblicazione della legge sullo smaltimento e lo stoccaggio dei rifiuti nucleari - ha detto Paola Agnello Modica, segretaria confederale della Cgil - non è ancora stata nominata la Commissione tecnico-scientifica che dovrà identificare il sito dove realizzare il deposito delle scorie. E visto che questa Commissione ha appena 12 mesi dalla pubblicazione della legge per espletare i suoi compiti è chiaro che si vogliono ristringere ancora i tempi di per sé troppo brevi''.

''In ogni caso - ha aggiunto - la Cgil ritiene inammissibile che, su questo tema, si ricorra di nuovo alla decretazione d'urgenza ed è disposta a mobilitare tutti i soggetti interessati''. Tra l'altro, secondo Cgil, ma anche per organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e Wwf presenti al convegno, dodici mesi per identificare un sito dove creare un deposito delle scorie sono ''pochi''. Negli Stati Uniti, si è sottolineato da più parti, prima di identificare la zona si sono impiegati anni. Tuttavia, secondo Cgil, non tutto è perduto. ''Con la profonda modifica del decreto - ha detto Claudio Falasca coordinatore del dipartimento Ambiente e Territorio di Cgil - e nonostante i suoi limiti, si sono riaperti gli spazi per ricondurre l'intera materia alla ordinarietà condivisa del percorso democratico''. Anche per questo Cgil chiede che la Commissione tecnico-scientifica venga nominata al più presto e inizi le sue attività. ''Un rilievo assolutamente prioritario - ha detto ancora Falasca - deve essere attribuito al tema della sicurezza delle popolazioni e dei lavoratori. Questa per noi oggi è la vera priorita'''.

Nell'immediato - secondo Cgil - è necessario garantire la sicurezza dei siti esistenti dove vengono attualmente depositate le scorie. ''La seconda priorità - ha detto Ludovico Ferrone del dipartimento ambiente di Cgil - è quella di programmare le attività ordinarie di smaltimento dei rifiuti nucleari che vengono da attività sanitarie e industriali. I cosiddetti rifiuti di I e II categoria che produciamo tutti i giorni''. Il vero problema - come è stato evidenziato da vari relatori - sono infatti proprio questi rifiuti che sono la faccia ordinaria del nucleare, e costituiscono un'emergenza. La produzione di questi rifiuti ammonta attualmente (fonte Enea) a circa 150 mc/anno e la cui produzione è in aumento. Quello che Cgil chiede è un'informazione ''trasparente'' sui rifiuti nucleari che vengono prodotti in Italia nell'ottica di uno sviluppo sostenibile. Ma ''trasparenza'' Cgil la chiede anche nelle procedure per l'identificazione del sito e nelle informazioni scientifiche.

Fonte: Ansa Ambiente

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21 febbraio 2004
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