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Corsi e ricorsi del tempo: il barone ha cacciato il contadino dalla sua terra

26 aprile 2002

Sembra una storia d'altri tempi.

Di quelle che specchiavano sudore e fatica da una parte con lusso e indifferenza dall'altra.

Anno 2000 d.C., siamo a Polizzi Generosa (in provincia di Palermo), lotte contadine per le terre.

Un contadino, Giuseppe Turchio, combatte con una famiglia di notabili siciliani, senza riuscire a far valere i suoi diritti.

Dal 1932, ossia da tre generazioni, il feudo in contrada Fiumazzo, nell'agro del piccolo comune maronita, è stato coltivato da una famiglia di contadini. Senza interruzioni. Di padre in figlio.

Nel 1999, però, il barone, Giovanni Fatta, padrone del feudo, alla scadenza del contratto d'affitto con il contadino, per richiedere il rilascio delle sue tenute si rivolge alla sezione specializzata del Tribunale di Termini Imerese, che dopo due anni si pronuncia a favore del barone condannando l'affittuario del terreno, a rilasciare il fondo.

Scatta la legittima opposizione dell'agricoltore, che chiede il risarcimento per le migliorie apportate alle terre, oggi diventate un giardino.
Iniziano a susseguirsi i  ricorsi, che sembra però non servire a nulla: lo scorso anno, il 21 febbraio, l'ufficiale giudiziario ha proceduto all'immissione del barone nel possesso materiale e giuridico del fondo.

La famiglia di contadini ha dovuto lasciare le terre in cui viveva, e al danno si è unita la beffa.
La legge sui patti agrari prevede il diritto a mantenere il terreno per l'agricoltore che abbia apportato migliorie, almeno fino a quando non venga liquidata la corrispondente indennità.

Mai stata liquidata fino a oggi quell'indennità.
Insomma, niente indennizzo al contadino, neanche il becco di un quattrino.

Perizie tecniche sostengono che le migliorie, effettivamente sono state apportate, da pietraia minacciata da frane, il feudo di contrada Fiumazzo è diventato un ridente giardino, ma la risposta ad ogni richiesta legittima è stata un no secco.

La famiglia di contadini, esasperata, chiede l'intervento delle istituzioni, scrive al presidente della Repubblica, ma niente.

Sembra una storia d'altri tempi, appunto.

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26 aprile 2002
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