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Crolla l'occupazione in agricoltura e cresce l'esercito del precariato

01 febbraio 2002
Diminuiscono i disoccupati, ma cresce a dismisura l'esercito di precari a vario titolo.
Da quanti (pochi) hanno ottenuto un contratto a termine da imprese private, a quanti (tanti) mantengono o hanno strappato un nuovo rapporto precario con enti pubblici.

Sono diventati 185 mila, nel 2001, i contrattisti a tempo (più 8,4 per cento rispetto al 2000).
Ma nella Sicilia dell'instabilità cresce anche l'occupazione a tempo parziale, passata da poco più di 120 mila unità del 2000 ai 131 mila lavoratori dello scorso anno.

Sono alcune delle cifre contenute nello studio sul mercato del lavoro dell'Isola relative al 2001 e diffuse dall'Istat.
Dati che parlano comunque di un aumento del numero degli occupati in Sicilia, più consistente che nel resto d'Italia. L'incremento è stato del 3,2 per cento contro il 2,1 nazionale. La crescita riguarderebbe tutti i settori.

Ad eccezione di industria e agricoltura, che fanno registrare un vero e proprio crollo che ha radici nei primi anni Novanta: l'agricoltura è passata dai 180 mila impiegati del '93 ai 133 mila dello scorso anno.
Mentre l'industria è scesa da 135 mila a 129 mila occupati. Va bene invece il terziario, e in particolare il commercio. Positivo il bilancio anche per il settore edile (+6,5 per cento).
Il numero delle donne lavoratrici è salito nel 2001 a 404 mila unità, 30 mila in più dell'anno precedente.

Il dato più incoraggiante riguarda il calo della disoccupazione. Sono scese dalle 426 mila del 2000 a 382 mila le persone in cerca di occupazione. Il tasso dei senza lavoro resta alto, lontano dal 9,5 per cento nazionale. Nel 2001 è stato pari al 21,5 per cento, era del 24 nel 2000.
Le donne e i giovani tra i 15 e i 24 anni restano l'anello debole del mercato del lavoro isolano, con tassi di disoccupazione rispettivamente pari al 31,2 e al 54,7 per cento. 

Fonte: La Repubblica/Palermo

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01 febbraio 2002
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