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Demetra e Kore sono tornate a casa

Esposti nel museo di Aidone i due acroliti di Demetra e Kore trafugati 30 anni fa ed esposti negli Usa fino al 2007

14 dicembre 2009

Le dee sono tornate a casa: Demetra e Kore, i due acroliti (teste, mani e piedi di statue) tra i più raffinati esemplari di scultura greca arcaica in Sicilia, trafugati 30 anni fa da tombaroli a Morgantina ed esposte negli Stati Uniti fino al 2007 sono giunte nel museo Archeologico di Aidone, nell'Ennese.
Il sovrintendente ai Beni culturali, Beatrice Basile, ha realizzato per questa prima assoluta esposizione in Italia un allestimento particolare: i due acroliti sono stati infatti 'vestiti' dalla stilista siciliana Marella Ferrera che ha riunito in un unicum di grande equilibrio e raffinatezza i contenuti arcaici delle statue con quello contemporaneo della sua arte.

Un evento, l'arrivo degli acroliti, al quale hanno assistito un migliaio di siciliani per dare il benvenuto alle due dee che nella mitologia classica sono madre e figlia, custodi delle messi e dell'alternarsi delle stagioni.
"E' l'inizio di un percorso virtuoso
- ha detto il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo - che porterà alla restituzione a noi siciliani, legittimi proprietari, della Venere di Morgantina. Non possiamo tollerare che insipienza e indifferenza consentano di depredarci e alterare i nostri tesori d'arte e della natura". Di "vittoria della legalità" ha parlato l'assessore regionale ai Beni culturali, Lino Leanza, che ha sottolineato il significato "etico della restituzione degli acroliti sottratti illecitamente alla comunità siciliana". E ha invitato tutte le istituzioni a "vincere la seconda battaglia: quella di impedire la parentesi romana di sei mesi della Venere di Morgantina che, in base agli accordi con gli Usa, tornerà in Italia nel gennaio del 2011". "A Roma neanche un giorno - ha detto Leanza - e mi appello al presidente Napolitano di farsi portavoce di questa nostra richiesta che ci ripagherebbe almeno in parte del torto subito". E il presidente Lombardo ha chiosato: "Piuttosto invitiamo il Presidente a partecipare qui ad Aidone alla consegna definitiva della Venere ai siciliani".
L'arrivo delle due statue ad Aidone avvia il progetto Morgantina 2009-11. Dagli Usa saranno restituiti alla soprintendenza di Enna nei prossimi sei mesi anche gli argenti di Eupolemo.

Dèmetra e Kore di nuovo a casa - Con i loro occhi a mandorla, le labbra carnose e quel sorriso serafico e un po' beffardo che le accomuna alle più straordinarie opere d’arte di ogni tempo - come la "Gioconda" di Leonardo o il "Ritratto d’uomo di Antonello da Messina" - gli acròliti delle dee Dèmetra e Kore, reperti archeologici del VI secolo a.C. trafugati dalla Sicilia negli Stati Uniti trent’anni fa e restituiti solo di recente, da ieri (domenica 13 dicembre 2009) possono essere ammirate per la prima volta in Italia, e dunque in Europa, nel Museo Archeologico di Aidone, in provincia di Enna.
La mostra permanente è inserita all’interno di "Morgantina 2009-2011. Il ritorno delle dee", un progetto coordinato dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Enna su iniziativa dell’Assessorato Regionale per i Beni Culturali e Ambientali. Da qui al 2011, infatti, saranno restituiti al Museo di Aidone una serie di preziosi reperti dell’antichità - fra cui la Dea del Getty, conosciuta come Venere di Morgantina e tutt’oggi esposta al Paul Getty Museum, in California - provenienti da scavi clandestini nell’antica città di Morgantina e finiti attraverso rocambolesche vicende nelle aste internazionali d’antiquariato.
L’altissimo valore artistico e formale dei due acroliti - esposti dal 2002 al 2007 al Bayly Art Museum dell'University of Virginia - è confermato dalla soprintendente di Enna, dott.ssa Beatrice Basile, che spiega come queste due dee, Demetra e Kore "siano gli esemplari più antichi finora conosciuti di statue eseguite nella tecnica acrolitica"; cioè con le estremità (teste, mani e piedi) in marmo, mentre il corpo, in terracotta o legno, era rivestito di abiti in stoffa. Innovativo - a metà tra arcarico e contemporaneo - l’allestimento scelto dalla Basile per il debutto italiano: le due dee, infatti, che nella mitologia greca sono madre e figlia, sono state ricomposte e soprattutto "vestite" da Marella Ferrera, la stilista siciliana che, dopo aver firmato raffinatissime collezioni di alta moda, ha collaborato anche con teatri lirici e di prosa.

L'archeostory - Si chiude così, con un classico lieto fine, una vicenda che ha tutti i contorni e gli ingredienti di un’appassionante "archeostory" a sfondo internazionale: scavatori di frodo che nella notte, alla luce incerta delle lampade portatili, disseppelliscono grandi volti enigmatici; "esperti" di un piccolissimo paese dell’interno della Sicilia che in un garage intrecciano incredibili contatti con il mondo misterioso dell’esportazione clandestina di opere d’arte; insospettabili prestanome e spregiudicati mediatori svizzeri; giudici coraggiosi e diplomatici di lungo corso; ambigui e potenti mercanti d’arte londinesi e collezionisti di New York dal cuore di ghiaccio. Dopo trent’anni, i grandi volti – che non sono più enigmatici, e hanno un nome, quello delle dee delle messi e del rinnovamento perenne della vita – tornano a casa, nel piccolissimo paese accanto alla grande città greco-sicula di Morgantina con un allestimento che punta alla contaminazione fra le arti di ieri e di oggi.
L’allestimento - Un allestimento non tradizionale – quello scelto dalla Soprintendenza di Enna - basato sull’immediata percepibilità visiva ed emotiva delle statue e del loro significato come oggetti di culto di grande impatto emotivo, che ha chiesto la collaborazione di un’esperta insolita per gli ambienti accademici: "Volevamo poter restituire, senza descriverlo, un corpo a queste due divinità - spiega la Soprintendente, dott.ssa Basile - e per farlo dovevamo creare una volumetria particolare, insieme reale e fuori del tempo, qualcosa che Marella Ferrera, col suo estro artistico, ha saputo ideare e suggerire utilizzando moderni materiali poveri per una versione attuale della costruzione antica".
"Vestire due dee – ha spiegato la Ferrera – è l’esperienza più straordinaria che possa capitare a una stilista di moda. Ho scelto un filato naturale, un tulle di lana tessuto in Francia che abbiamo fatto tingere color avorio perché si accostasse meglio alla carnagione di Demetra e Kore".
Una feconda contaminazione, dunque, fra antico e moderno per una migliore comprensione dell’antico.
Il convegno internazionale e l’inaugurazione - L’inaugurazione della mostra degli acroliti ha preso il via sabato scorso con un convegno di studi a carattere internazionale organizzato dalla Soprintendenza di Enna in collaborazione con la Provincia e l’Università Kore di Enna e con i Comuni di Aidone e Piazza Armerina. Sono intervenuti, fra gli altri, gli archeologi Malcom Bell e Carla Antonaccio che dirigono a Morgantina gli scavi della missione statunitense, Clemente Marconi, professore della Columbia University, che per primo si è occupato dello studio degli acroliti, e Claudio Parisi Presicce, esperto di scultura greca.

I prossimi arrivi di "Morgantina 2009-2011. Il Ritorno delle Dee" - Il "Ritorno delle dee" prevede altre due restituzioni dagli States: entro i primi sei mesi del 2010 la mostra del complesso di argenti provenienti dal Metropolitan Museum di New York conosciuto come il Tesoro di Eupòlemo (III sec. a.C.). All’inizio del 2011 tornerà ad Aidone la grande dea, ora al Getty Museum, e ancora senza nome: è infatti conosciuta come Afrodite, ma più probabilmente è anch’essa una raffigurazione della grande madre della Sicilia greca, la dea Demetra.
Gli Acroliti - Con l’inaugurazione della mostra permanente che il Museo Archeologico di Aidone dedica ai due Acroliti di Demetra e Kore comincia per la Soprintendenza di Enna una grande stagione di "ritorni": opere d’arte illegalmente vendute a mercanti clandestini che finalmente torneranno a far parte del patrimonio artistico della Sicilia e, nel caso di Morgantina, costituiranno il polo d’attrazione del parco archeologico del territorio ennese.
Un progetto, questo di "Morgantina 2009-2011" reso possibile grazie alla serrata azione diplomatica condotta dal Governo italiano da più di vent’anni e sancito in maniera inequivocabile da un recente protocollo d’intesa fra il Governo italiano, la Regione Sicilia e i grandi musei americani che consacra l’accettazione - anche da parte dei musei privati maggiormente restii alla regolamentazione internazionale del mercato di opere d’arte - dei principi di legalità che oggi ad esso presiedono.
La scoperta ad Aidone - Nell’estate del 1979, cominciò a circolare in Aidone (Enna) la notizia di una singolare scoperta: una serie di elementi di sculture in marmo - due teste con alcune mani e piedi - sarebbero state trovate da scavatori clandestini in contrada S. Francesco Bisconti. Iniziati gli scavi in autunno non ci furono riscontri del rinvenimento ma si scoprirono le prime strutture di un grande santuario dedicato a Demetra.
La vendita clandestina e il rinvenimento negli USA - Qualche anno più tardi, a New York, fra gli appassionati di arte antica si diffuse la notizia dell’acquisto, da parte di un collezionista non identificato, di elementi di statue in marmo di età arcaica. Fu un membro della missione archeologica americana di Morgantina, nel 1986, a identificare le sculture, anche grazie alla testimonianza di chi le aveva viste ad Aidone subito dopo il rinvenimento: erano esposte, in prestito da parte del collezionista che le aveva acquistate, al Paul Getty Museum di Malibu, in California. Le fotografie inviate dallo studioso a Malcolm Bell, direttore della missione americana di Morgantina, permisero per la prima volta il riconoscimento dell’età (VI a.C.) e dello stile dei pezzi e la loro attribuzione a statue di Demetra e Kore.
Le indagini in Italia - La consegna, nel 1987, delle fotografie da parte di Malcolm Bell al Soprintendente di Agrigento, Graziella Fiorentini, consentì l’avvio delle indagini. Dopo la denuncia della Procura di Enna, nell’estate del 1988, che segnalava la presenza delle statue trafugate da Morgantina al Paul Getty Museum, queste furono in fretta restituite al collezionista di New York, ancora non identificato. Tra il 1988 e il 1989, le indagini del Procuratore di Enna, Silvio Raffiotta, riuscirono ad identificare i testimoni che avevano visto le sculture subito dopo lo scavo, gli intermediari che le avevano trattate sul mercato clandestino, l’antiquario di Londra, Robin Symes, che le aveva vendute e il collezionista miliardario Maurice Tempelsman, noto anche per essere stato l’ultimo compagno di Jacqueline Kennedy Onassis.
La donazione alla Virginia University e le trattative del Ministero - Nessun esito, tuttavia, sortirono le trattative condotte dal Ministero dei Beni Culturali con l’attiva partecipazione del Comitato Interministeriale per la Restituzione delle Opere d’Arte; ma nel 2002, Maurice Tempelsman ha donato le sculture al Bayly Art Museum dell’Università della Virginia, vincolando il lascito al rispetto di due condizioni: l’assenza di pubblicità sulla donazione e sul nome del donatore e il divieto di restituire le opere all’Italia prima di cinque anni. All'inizio del 2008, decorso il periodo imposto dal donatore, l’Università della Virginia, dopo il primo e unico convegno dedicato alla presentazione delle sculture, ne ha curato la restituzione all’Italia.

Gli Argenti di Eupolemo - Dopo gli Acroliti toccherà agli Argenti di Eupolemo, un gruppo di 15 pezzi di vasellame da tavola in argento, del III sec. a.C., di preziosa e raffinata fattura, trafugati intorno al 1981 e acquistati dal Metropolitan Museum di New York. Il loro "ritorno" in Sicilia è previsto entro i primi sei mesi del 2010.
La "Dea del Getty" - Per il gennaio del 2011, invece, è previsto il più atteso dei "ritorni", quello della grande Dea del Getty, conosciuta oggi come Venere di Morgantina anche se gli studiosi sono propensi a considerarla Demetra, la dea delle messi per la quale in Sicilia esiste un culto antichissimo.
La Dea in questione è uno splendido esempio di scultura greca della fine del V sec. a.C. raffigurante una dea che impetuosamente avanza, le vesti mosse dal vento aderenti alle forme piene. Nel 1988 appare improvvisamente nel Paul Getty Museum di Malibu, Los Angeles. E da subito gli studiosi delle missioni di scavo italiane e statunitense ritengono essere quella trafugata da un santuario di Morgantina.

[Informazioni tratte da Ansa, ViviEnna.it]

 

 

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14 dicembre 2009
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