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Dischi volanti e alieni sopra il cielo del Teatro Greco di Taormina

''Taken'', la saga prodotta da Spielberg, entusiasma fin dal primo episodio

09 giugno 2003
Entusiasta l'accoglienza al Taormina FilmFest all'anteprima italiana del primo episodio di «Taken», la saga fantascientifica della durata di quindici ore prodotta da Steven Spielberg e ispirata al suo mitico «Incontri ravvicinati del terzo tipo». Suddiviso in dieci capitoli di 90 minuti ciascuno, diretti da dieci diversi registi scelti da Spielberg fra i più promettenti talenti della sua casa di produzione DreamWorks, «Taken» è risultato particolarmente avvincente sin dal primo episodio.

La storia ha inizio nel 1947 quando, durante la Seconda Guerra Mondiale il capitano Russell Keys, pilota di caccia, si trova in un combattimento ravvicinato in Francia. Improvvisamente l'aeroplano viene avvolto da una misteriosa luce blu e lui e i nove uomini del suo equipaggio vengono salvati da morte sicura. Nessuno ricorda chiaramente quanto sia realmente successo o come si siano salvati. Dopo la guerra Russel cerca di tornare alla normalità ma è tormentato da strani incubi e mal di testa. Viene a sapere che tutti i componenti dell'equipaggio sono morti misteriosamente e sente il bisogno di trovare una risposta. Nel frattempo il capitano Owen Crawford, uomo privo di scrupoli, è a capo di una ricerca per il governo sui resti di un incidente trovati nel deserto a Roswell, New Mexico, vicino alla base militare dove lavora. Nel vicino Texas una madre sola subisce il fascino di un misterioso straniero, gentile e carino ma che si rivelerà non essere la persona che sembra.

«Sono sempre stato un appassionato di fantascienza. - ha spiegato Spielberg - Credo che il pubblico si appassionerà alla storia dei rapimenti da parte degli alieni che Taken racconta lungo un arco di tempo che va dal 1947 ai giorni nostri giacchè i personaggi sono molto avvincenti nel loro evolversi e nel loro invecchiare dinanzi ai nostri occhi ma anche nel dar vita a bambini speciali, molto speciali, che hanno una ben precisa ragion d'essere nella nostra storia».

Fonte: La Sicilia

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09 giugno 2003
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