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E' arrivata la carta elettronica! Da Philips il monitor più sottile e flessibile mai costruito

Può essere arrotolato fino a formare un tubo di appena due centimetri di diametro

04 febbraio 2004
L'era della carta elettronica si avvicina a passi da gigante. La multinazionale olandese Philips ha appena annunciato di aver prodotto il display più flessibile di sempre, un vero e proprio schermo ultrasottile che può essere arrotolato fino a formare un tubo di appena due centimetri di diametro. E non si tratta di un esemplare unico: Philips si dice capace di fabbricare carta elettronica su base routiniera e ha creato una divisione, la Polymer Vision, per occuparsi della transizione dalla fase di sviluppo al mercato. In altri termini, siamo a un passo dalla produzione industriale in serie.

Visionari e futurologi favoleggiano da tempo sulla carta elettronica, individuando in questa tecnologia la chiave per mandare in soffitta non solo libri e giornali, ma anche televisori e telefonini come li abbiamo conosciuti finora. A oggi, i tentativi di produrre un supporto sufficientemente nitido, leggero e maltrattabile non hanno avuto grande successo. I problemi riguardano soprattutto l'alimentazione, la delicatezza dei materiali e la bassa qualità dell'immagine.
La soluzione di Philips consiste in uno strato di inchiostro elettronico spesso 200 micron spalmato tra un circuito organico e una pellicola di una plastica trasparente chiamata polyimide. L'inchiostro elettronico contiene migliaia di capsule bianche e nere. Le bianche hanno carica positiva, le nere hanno carica negativa. Basta applicare un campo elettrico a una determinata area del circuito per attrarre le particelle bianche, piuttosto che quelle nere, e disegnare qualunque tipo di figura.

"Il vantaggio dei circuiti organici", spiega Bas van Rens, direttore generale di Polymer Vision, "è che possiamo farci passare la corrente anche se li stampiamo su un foglio molto sottile e flessibile. In questo modo, l'intero display può essere piegato". Per rendere più chiare le sue parole, van Rens tira fuori dalla tasca il fodero di una penna. Il display si arrotola lì dentro. "L'inchiostro elettronico, inoltre", continua van Rens, "mantiene la carica. Così, una volta che l'immagine si è fissata sul display, si può anche togliere la corrente. Un vantaggio notevole in termini di consumi, specie sui dispositivi mobili".
Tra i difetti dello schermo ci sono la mancanza di colori e la lentezza del refresh: ci vuole circa un secondo per comporre un'immagine, il che impedisce la riproduzione del movimento. Inoltre il display misura appena cinque pollici. Ma alla Philips già ne immaginano le possibili applicazioni. "La disponibilità di un dispositivo come questo", dichiara l'azienda in un comunicato, "stimolerà enormemente lo sviluppo di libri, giornali e riviste elettroniche, e anche nuovi servizi offerti dagli operatori di telefonia mobile".

"Alla Polymer Vision abbiamo portato il progetto dalla fase di ricerca a quella di preproduzione", spiega van Rens. "Ormai siamo in grado di costruire parecchi display ogni settimana, integrando la fabbricazione dei display con quella delle componenti elettroniche. Ora siamo alla ricerca di partner che ci aiutino a industrializzare il processo, e a portarlo dalla fase di sviluppo alla produzione di massa".

Fonte: la Repubblica

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04 febbraio 2004
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