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E' cominciato il drammatico esodo dei disperati. Il Canale di Sicilia preso d'assalto

Il Canale di Sicilia si è trasformato ieri in una vera e propria autostrada per carrette e gommoni

03 giugno 2004

Il Canale di Sicilia si è trasformato ieri in autostrada per decine di disperati che hanno approfittato del mare piatto come l'olio e della giornata quasi estiva per attraversare il Mediterraneo e dall'Africa giungere sulle coste delle isole siciliane. A Lampedusa sono sbarcati 164 clandestini, recuperati a miglia di distanza dalla terra ferma dalle motovedette delle capitanerie di porto o giunti direttamente sull' isola.
Gommoni, barconi, carrette del mare che per fortuna hanno tenuto per la durata del viaggio, uno dietro l'altro, carichi di uomini, donne e bambini. Sembra proprio, considerati anche gli sbarchi dei giorni scorsi, che dall'Africa sia ricominciato il pellegrinaggio di uomini e donne con la speranza di una vita migliore che dai Paesi più interni, ma anche da quelli rivieraschi, giungono nei porti tunisini e libici per salire su un barcone diretto in Italia.

Il lavoro degli uomini della guardia costiera comincia alle prime luci del giorno. A largo di Lampedusa 29 clandestini di origine sudanese, 22 uomini, 5 donne e 2 bambini, sono avvistati alle 5 del mattino dal motopesca "Rosinella" che dà l'allarme alla capitaneria di porto. Alle 6,30 il gommone con i clandestini viene intercettato da una motovedetta che trasborda le persone e le porta sull'isola. Altri 22 clandestini di origine sudanese sono stati recuperati dalla guardia costiera mentre si trovavano ad una decina di miglia dall' isola su una barca. A dare l'allarme era stata la motonave "Fair Load" che ha incrociato il natante mentre navigava su Tripoli.

Passano poche ore e altri due gruppi di clandestini sbarcano a Lampedusa: un primo, di 15 uomini, riesce a raggiungere la costa di cala Pulcino. I carabinieri li individuano mentre percorrono una strada interpoderale. Una motovedetta della guardia costiera localizza il gommone con cui erano arrivati e lo traina in porto. Il secondo gruppo viene intercettato a 15 miglia a sud dell' isola e poi con una motovedetta della guardia costiera scortato sino a terra. Sono 19 clandestini tra cui una donna.
Nel primo pomeriggio aerei militari e navi della marina via radio segnalano a Lampedusa che il «traffico» nel canale non è terminato. Vengono trasbordati sulle motovedette della guardia costiera i clandestini intercettati dalla nave della marina militare «Borsini». Viaggiavano su due distinte imbarcazioni, uno scafo in vetroresina di circa 7 metri, che ne conteneva 67 e un piccolo gommone, che ne trasportava 12.
Nel pomeriggio l'attenzione da Lampedusa si sposta a Pantelleria: a 18 miglia a Sud dell'isola viene avvistata un'imbarcazione con clandestini. L'allarme alla Capitaneria di porto lo dà il motopesca "Fara". Ma la barchetta, con cinque clandestini a bordo, viene fermata e riportata indietro da una motovedetta tunisina. Ieri a Pantelleria erano sbarcati 79 extracomunitari.

Dal centro di accoglienza di Lampedusa, come ogni estate, si leva il grido di allarme per il sovraffollamento. La struttura può ospitare 190 persone: finora ve ne sono 329.

Il Sindaco di Lampedusa: "Sono stanco e deluso"
"Non sono il responsabile e non so quello che succede dentro il centro di accoglienza". E' amareggiato e deluso il sindaco di Lampedusa, Bruno Siragusa, di fronte all'ennesima emergenza clandestini che sta attraversando la sua isola ed alla mancanza di risposte da parte di chi dovrebbe gestire il fenomeno.
Solo ieri, sono giunti 163 immigrati; quasi 500 negli ultimi cinque giorni ed il centro di accoglienza dell'isola è al collasso. Tante promesse ma ancora nessuna certezza ed il sindaco Siragusa denuncia l'inerzia delle Istituzioni: "Da un anno, ormai attendiamo che il Ministero della Difesa ci faccia sapere se è possibile utilizzare la caserma dell'Esercito ed ancora non abbiamo avuto risposta. E' pronto anche un prefabbricato da 120 metri per l'infermeria, ma non sanno dove collocarlo. Si era pensato all'aeroporto, ma il Comitato per la sicurezza aeroportuale ha detto chiaramente che chiuderebbe lo scalo. In tanti, poi, speculano sulla situazione, anche politicamente".
Una cosa vuole chiarirla il sindaco: "Il Comune non è coinvolto in alcun modo nella gestione del centro di accoglienza, né è informato, in alcun modo, sulla situazione degli sbarchi. Abbiamo le notizie tramite la stampa. A questo punto, sono stanco e deluso. Ho tanti problemi da risolvere nell'Isola e non ho intenzione di prendermi in carico anche il problema degli extracomunitari. Facciano quello che vogliono".

Fonte: La Sicilia

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03 giugno 2004
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