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Ecco il Pdl Sicilia

Più che la nascita di un nuovo partito l'ufficializzazione di un'annunciata scissione

04 novembre 2009

Si è presentato nell'affollatissima sala stampa dell'Assemblea regionale siciliana con una spilla attaccata al bavero della giacca con il simbolo bene in vista: 'Popolo della Libertà, Sicilia'. Gianfranco Micciché ha ufficializzato ieri mattina l'annunciata scissione del Pdl in Sicilia.
Seduti accanto a lui i parlamentari Dore Misuraca e Pippo Scalia che hanno appoggiato fin dal primo momento l'idea del sottosegretario di rompere con i vertici del partito in Sicilia. In sala stampa erano presenti anche gli altri parlamentari regionali e nazionali del Pdl che hanno aderito al gruppo 'Pdl Sicilia', in netta contrapposizione con il partito all'Assemblea regionale siciliana.
Miccichè ha esordito subito alla conferenza stampa affermando a gran voce di avere subito il giorno prima "pressioni da Roma per non fare il gruppo, ma non c'è pressione che tenga. Ho 55 anni e tre figlie a cui voglio lasciare una buona educazione, la coerenza". "Non lo stiamo facendo per l'acquisizione di potere, sarebbe stato più comodo stare sotto le coperte di cachemire del partito - ha spiegato a più riprese Miccichè ai numerosi giornalisti accorsi da tutta Italia - Abbiamo avuto 15 parlamentari regionali che stanno continuando ad avere grande coraggio". Ma ha anche tenuto a sottolineare che "l'unica soluzione per il Pdl siciliano è che Berlusconi e Fini prendano direttamente la situazione in mano e diano direttive a tutti. Forse solo così si potrà risanare la situazione nell'isola". "Siamo qui - ha aggiunto - per vedere quello che succederà, è una novità per tutti. Noi non siamo avventurieri, abbiamo iniziato una avventura importante per la Sicilia. C'è voglia di fare politica seria senza andare appresso ai matti".

Miccichè ha poi definito "schizofrenica" la politica portata avanti dai rappresentanti del Pdl in Sicilia negli ultimi tempi "con due assessori della Giunta Lombardo che fanno opposizione". Poi, al termine dell'incontro con i giornalisti, uscendo dal Palazzo dei Normanni ha rincarato ulteriormente la dose contro i deputati Pdl che fanno capo all'area Schifani-Alfano: "La smettano con questo atteggiamento distruttivo che fa male alla Sicilia, se ritengono di dichiarare guerra allora facciano dimettere i loro due assessori, tanto noi riusciamo a ricreare una maggioranza in 48 ore appena...".
Carmelo Briguglio, deputato Pdl dell'area An, gli ha dato man forte: "In Sicilia abbiamo due coordinatori regionali che fanno opposizione, noi invece vogliamo rimettere le cose a posto. Il Pdl non è un partito finto agli ordini di Berlusconi o di Fini. E' un partito vero che ha una sua democrazia interna e dalla Sicilia stiamo dimostrando che questo è vero".
Il nuovo Pdl Sicilia, che per Miccichè "non è un nuovo partito ma un gruppo diverso", si basa su alcuni pilastri, come hanno scritto i quindici deputati regionali che vi aderiscono: 'Rilancio politico e mediatico della questione meridionale dimenticata o negata sull'onda di crescenti suggestioni culturali leghiste' che hanno 'incrementato il divario tra Sud e Nord del Paese'; 'centralità della Sicilia e dell'esperienza, difficile ma carica di innovazione politica, del governo Lombardo'; 'democrazia interna al Pdl, nel quale ci riconosciamo senza equivoci e ambiguità'. Nel documento una buona parte è dedicata alla cosiddetta "anomalia siciliana" del Popolo della Libertà che, sostengono, "caso unico su tutto il territorio nazionale, nella nostra regione non è mai nato, non si è mai strutturato nelle Province e nei Comuni, ed è rappresentato da due co-coordinatori che, sul piano formale impersonano una prolungata violazione dello statuto e su quello politico una rabbiosa quanto sterile linea di opposizione al governo Lombardo pienamente legittimato dal sostegno di Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini oltre che dal consenso della totalità degli elettori del Pdl".
Miccichè ha poi sottolineato, nella lunga conferenza stampa all'Ars: "L'importante è fare chiarezza. Mi importa che le persone che si definiscono 'lealiste' capiscano che non c'è altra strada se non quella di stare con il governo. E la creazione del gruppo vuole essere un appello a coloro che stanno con i lealisti. Noi pensiamo di costruire un'altra casa, ancora più bella di quella che c'era, e più comoda per poter accogliere chi ritiene che la schizofrenia non faccia parte della politica". Parlado anche del Partito del Sud, ha poi detto: "Questo non è il Partito del Sud, quella continua ad essere una mia suggestione. Ne parlerò con gli altri e ne ho già parlato ma non è convinto nessuno...".

"Se annunciamo il Pdl Sicilia è perché ci vogliamo distinguere nel modo di governare, non siamo irresponsabili" ha spiegato nel corso dell'incontro con la stampa Pippo Scalia, di area Fini. "Ma è evidente che dall'altra parte non c'è nessuna volontà di pervenire a una gestione collegiale del Pdl". "Abbiamo atteso invano che ci fosse da parte loro una considerazione per il disagio che abbiamo vissuto dopo la nomina dei due coordinatori regionali - ha detto ancora Scalia - Abbiamo manifestato la necessità di pervenire a una gestione collegiale in Sicilia e manifestato la necessità di una linea politica coerente con l'azione del Presidente Lombardo. Sono trascorsi parecchi mesi dalla nostra idea, abbiamo apprezzato le circostanze che da parte del partito centrale non è stato colto il disagio che questo gruppo, che non è sparuto e rappresenta la metà del Pdl in Sicilia, aveva lamentato nel tempo".
E ancora: "Ci sono state diverse trattative fino a portare il sottoscritto l'idea di suggerire di dare corso in Sicilia un triumvirato nel tentativo di trovare una soluzione di sintesi, con la presenza del ministro Alfano, Miccichè e una terza persona indicata da Fini in attesa di creare le indicazioni per la nomina del coordinatore regionale. Un partito non può essere gestito da nomine che vengono dall'alto". "Non c'è mai stata piena condivisione dell'azione di governo, fino all'ostruzionismo con la loro non presenza che ha portato alla paralisi del governo. Tutto questo ha determinato la situazione in cui ci troviamo oggi", ha detto Scalia.
"Vogliamo avere un forte rapporto con il governo regionale guidato da Raffaele Lombardo, ed è questo che ci separa dai cosiddetti lealisti"
, ha detto il deputato alla Camera del Pdl, Dore Misuraca.
E' sempre Miccichè a ribadire che "Berlusconi ha in qualche modo benedetto il governo Lombardo. Un anno fa hanno voluto fortemente Lombardo, il presidente Berlusconi ha dato la sua benedizione. I cosiddetti 'lealisti' da quel momento sono andati contro la linea del presidente Berlusconi". "Ci sono due co-cordinatori che ogni giorno rilasciano dichiarazioni contro il governo Lombardo, questa è una situazione insostenibile - ha aggiunto - Non si può accusare di fare male un governo che non riesce a fare passare un provvedimento in commissione Bilancio. Un governo che vive di una maggioranza che gli fa ostruzionismo quale bacchetta magica può inventarsi?".

Ma come si presenterà adesso la nuova geografia politica del Pdl all'Assemblea regionale siciliana? Al suo fianco il sottosegretario Gianfranco Miccichè ha quindici deputati regionali, tra cui gli ex An vicini al Presidente della Camera Gianfranco Fini e gli uomini del deputato Dore Misuraca, cioè tredici deputati nazionali, sei senatori, oltre ai quindici deputati siciliani. Ma ci sono anche quattro assessori della Giunta di Raffaele Lombardo, per non contare gli amministratori locali siciliani. I finiani si presentano con sei deputati: Alessandro Aricò, che forse farà il capogruppo del Pdl Sicilia, Livio Marrocco, Luigi Gentile, Toni Scilla, Pippo Currenti e Carmelo Incardona. I due deputati vicino a Misuraca sono Azio Marinese e Guglielmo Scammacca della Bruca. A loro si aggiungono i 'fedelissimi' di Micciche': Franco Mineo, Giovanni Greco, Pippo Nicotra, Giovanni Cristaudo, Michele Cimino, Titta Bufardeci e Giulia Adamo. Il Pdl ufficiale, i cosiddetti 'lealisti' che fanno capo a Schifani-Alfano, rimane con 19 deputati, anche se si vocifera che sono in bilico due posizioni: quelle di Francesco Scoma, attuale vicesindaco di Palermo e di Alberto Campagna, presidente del Consiglio comunale che potrebbero passare al gruppo misto. Gli altri sono: Innocenzo Leontini, Nino Beninati (assessore ai Lavori Pubblici), Nino Bosco, Giuseppe Buzzanca, Salvino Caputo, Roberto Corona, Nino D'Asero, Marco Falcone, Santi Formica, Edoardo Leanza, Giuseppe Limoli, Fabio Mancuso, Salvo Pogliese, Raimondo Torregrossa e Vincenzo Vinciullo.
Insomma, gli equilibri cambiano, e all'Ars e al governo si fa già la conta dei voti...

Intanto, a mille e passa chilometri di distanza, Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza e portavoce di Silvio Berlusconi auspicava "che si possa trovare l'accordo per ritornare alla tranquillità". "Anche io - ha detto a Rainews 24 - spero che la via dell'intesa si possa trovare soprattutto nei confronti di Miccichè, che è stato con noi fin dalla prima ora. Io lo conosco perfettamente e spero che la questione siciliana si possa risolvere. E' una questione più locale e molto più lontana delle questioni che stanno agitando ora il Pd con Rutelli che vuole uscire"...

"Ci pensa Berlusconi!" - "Berlusconi mi ha assicurato che interverrà con decisione su tutto il Pdl per scongiurare qualsiasi crisi di governo in Sicilia e per sostenere l'azione del mio governo". Così Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia, ieri al termine di un incontro a palazzo Chigi sulla privatizzazione della Tirrenia al quale ha preso parte anche il presidente del Consiglio.
"Anche il Pdl-Sicilia è leale e fedele a Berlusconi. E ho avuto la sensazione che Berlusconi non avesse dubbi in materia", ha aggiunto il presidente della Regione Sicilia parlando con i giornalisti fuori da palazzo Chigi. "Berlusconi - ha proseguito Lombardo - mi ha assicurato che i rapporti con Miccichè sono di indissolubile amicizia; e mi ha assicurato che tutto il Pdl dovrà sostenere l'azione del mio governo nella difficile opera di risanamento che sto portando avanti". "Il premier - ha proseguito il leader del Mpa - mi ha detto di aver colto con molta nettezza che non c'è nessuna volontà di rottura. Al di là di quello che dichiarano i quadri di partito" visto che "il suo rapporto con Miccichè è di assoluta fedeltà e amicizia".
Lombardo ha quindi parlato del "Partito del Sud" sottolineando che la nuova formazione "non ci sarà alle prossime regionali, perchè un esordio col piede sbagliato sarebbe nocivo visto che non vota la Sicilia. Ci sarà il Mpa - ha concluso - e questo è fuori discussione. Ma il partito del Sud è bene che esordisca alle prossime elezioni politiche".

[Informazioni tratte da Adnkronos/Ing, La Siciliaweb.it]

- Ecco il "Manifesto" del Pdl Sicilia (SiciliaInformazioni.com)

 

 

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04 novembre 2009
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