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Emergenza amianto nella Sicilia Orientale. Da qui proviene il 15 % di tutte le scorie siciliane

Il rischio contaminazione e le nuove politiche ambientali

31 marzo 2004
La settimana scorsa la Regione Siciliana è stata protagonista di un convegno nazionale sul tema "Il rischio amianto in Sicilia: ricerca, formazione e informazione per una nuova politica ambientale", che si è concluso il 25 marzo a Priolo (SR).
Ed è proprio la zona industriale del triangolo Augusta-Priolo-Melilli, insieme ai comuni di Biancavilla e Raddusa, nel catanese, tra le più a rischio contaminazione, a causa dell'alta concentrazione di lavorazioni industriali.
Delle circa trentamila tonnellate di scorie d'amianto presenti su tutto il territorio siciliano circa il 15 percento proviene infatti dalla zona industriale siracusana.
Alla luce di questi dati, Il ministero dell'Ambiente ha finanziato un piano di esproprio dell'area di Biancavilla, già finanziato dal ministero dell'Ambiente per circa 4 milioni di euro. Servirà a tamponare l'emergenza amianto nella cittadina, che insieme a Gela e Priolo in Sicilia, è stata considerata sito di interesse nazionale per i problemi ambientali che le interessano.

Intanto nel comune etneo sono già stati compiuti gli interventi di messa in sicurezza attorno alla zona della cava di Monte Calvario, abbattendo il numero di fibre di amianto presenti nell'area. Fra questi la chiusura della cava, il blocco dei lavori della galleria della Circunmetnea, la rimozione dei cumuli di materiale proveniente dalle cave e la bitumazione delle strade cittadine.
Interventi necessari dal momento che, secondo alcuni dati della Ausl 3 di Catania, a Biancavilla dal 1988 al 2001 sono deceduti per mesotelioma (carcinoma alla pleura prodotto dall'inalazione di fibre di fluoro-edenite) 24 persone, di cui 17 uomini e 7 donne. Indicativo il dato sulle donne, per lo più casalinghe, in quanto dimostra che le fibre sono presenti nell'atmosfera e quindi si può venire a contatto con esse anche svolgendo le abituali faccende domestiche.

E' emergenza amianto anche a Raddusa, sempre nella provincia di Catania, che si affianca ai centri siciliani di Priolo, Gela e Biancavilla. Il Comune, quasi quattro mila abitanti, ha presentato un progetto per la bonifica da coperture di amianto. Nel quartiere di San Nicola, infatti, ad alta popolosità e di edilizia residenziale pubblica, oltre 100 alloggi possiedono coperture in amianto realizzate per evitare le infiltrazioni d'acqua. Ma quello dei tetti in amianto non è l'unica emergenza che si trova a fronteggiare il Comune di Raddusa. Il quaranta per cento almeno della popolazione possiede una cisterna in amianto per la raccolta dell'acqua, a causa dei problemi idrici che affliggono la cittadina e molte di questo sono ancora utilizzate. "A fronte di un elevato impegno economico per lo smaltimento delle cisterne in amianto secondo le normative vigenti - ha spiegato il responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Raddusa - molti cittadini si disfanno delle cisterne in mini discariche abusive con conseguenze ancora maggiormente dannose per l'ambiente e la salute dell'uomo".

Sono oltre duemila i lavoratori in Sicilia che hanno avanzato esposti amianto per l'applicazione della legge nazionale 257 del 92, che detta norme per la cessazione dell'impiego del materiale e per il suo smaltimento controllato. "Soltanto la nostra associazione - ha spiegato Pippo Gurrieri, Segretario regionale Aea, Associazione Esposti Amianto, intervenendo al convegno sul rischio amianto in Sicilia in corso a Priolo - ha raccolto in tutta l'isola 350 esposti ma è molto bassa la percentuale di esposti andati a buon fine che si attesta appena al 5 per cento del totale". L'associazione, nata nel 1997, entro qualche mese sarà promotrice di un' originale iniziativa. A Ragusa, dove si trova la sede regionale, partirà un servizio gratuito di raccolta porta a porta dell'amianto. E' già stata individuata un'azienda di Modica che, su richiesta telefonica, potrà intervenire raccogliendo il materiale e trasferendolo in un proprio sito. Non appena il sito sarà pieno, l'amianto verrà trasferito in discarica.

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31 marzo 2004
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