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Ennesimo, atroce, bluff o soluzione definitiva?

Ex Fiat di Termini Imerese: il 31 dicembre scade la cig e dovrebbe entrare in campo Grifa

09 dicembre 2014

Ennesimo, atroce, bluff o soluzione definitiva? Venti giorni, o poco più, per la risposta. Che sarà, in ogni caso, quella finale. Per i 1.300 lavoratori dell’ex Fiat di Termini Imerese la Cassa integrazione in deroga scadrà il 31 dicembre ed entro quella data si capirà se Grifa-Gruppo italiano fabbrica automobili ha davvero la forza finanziaria per farsi carico, con un processo graduale, dei lavoratori e produrre macchine elettriche e ibride nell’ex stabilimento del Lingotto. Se ne saprà molto di più giovedì, quando al Ministero dello Sviluppo economico siederanno attorno a un tavolo, per l’ennesimo vertice su una vertenza che si trascina da più di tre anni, lo stesso Mise, Regione siciliana, Invitalia e organizzazioni sindacali nazionali.
Due giorni dopo, sempre al dicastero di via Veneto, appuntamento con Fiat per la mobilità volontaria su Termini. La riunione è stata convocata, spiega il Mise, "con l’obiettivo di stringere i tempi dell’operazione Grifa e in vista del suo completamento". In particolare, in quella sede, verranno illustrate le valutazioni che ministero e Invitalia stanno conducendo su piano industriale e condizioni di finanziamento - compreso un suo rafforzamento - del progetto di rilancio dello stabilimento.

Se da Roma, dopo un’incalcolabile serie di incontri anche con il fondo brasiliano che fa da garante all’operazione, è arrivato un sostanziale via libera, resta in piedi lo scetticismo dei sindacati in merito alla solidità finanziaria di Grifa. Le sigle parlano di un percorso che, ad oggi, sembra più che altro un salto nel vuoto, dal momento che l’azienda non avrebbe ancora fornito rassicurazioni sulla propria capacità finanziaria, in particolare su quei 25 milioni di euro richiesti da Invitalia per avviare la produzione e dare il via libera ai 240 milioni di finanziamenti pubblici. Soldi che Grifa sostiene di avere, ma solo come capitale e non come denaro liquido.
"Quello che temiamo, e che eviteremo a tutti i costi, è trovarci l’1 gennaio licenziati da Fiat e inseriti con Grifa in un percorso che non ha le gambe per andare avanti", osserva Roberto Mastrosimone (Fiom Sicilia).
Fiat la scorsa settimana ha avviato ufficialmente il procedimento per trasferire lo stabilimento di Termini alla startup che a fine dicembre dovrebbe prendere il suo posto in Sicilia: partita quindi la procedura di cessione di ramo d’azienda con cui Fiat trasferisce lo stabilimento e suoi i 760 operai nelle mani di Grifa.

Con particolare riferimento alla vicenda Fiat, Susanna Camusso, a Palermo in vista dello sciopero generale del 12 dicembre, ha sottolineato che "non possiamo continuare a essere un Paese in cui le aziende arrivano, magari si fanno finanziare, se ne vanno, e non c’è modo di farle pagare dazio. Nel resto nel mondo non funziona così, le aziende che si comportano così pagano dazio. Il sindacato deve fare il suo mestiere, che è quello di tutelare e proteggere i lavoratori - ha aggiunto la leader della Cgil -. Se manca una politica industriale in questo Paese è una responsabilità dei Governi che si sono succeduti. Il Governo sa bene che se non dà risposte racconterà di aver fatto grandi riforme ma allo stesso tempo dovrà ricominciare a ricorrere alle miriadi di forme di ammortizzatore sociale per proteggere la gente, spendendo di più e male e senza dare prospettive". [Fonte: Italpress - Corriere del Mezzogiorno]

- I tempi stringono (Guidasicilia.it, 06/12/14)

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09 dicembre 2014
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