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Fare soldi con le alghe

In Spagna, contro la crisi e la disoccupazione, si vanno a raccogliere i "frutti" del mare

21 agosto 2014

Armati di falci in acciaio inox, con una tuta subacquea, due uomini si immergono in mare a raccogliere alghe...
L'inizio di un romanzo di fantascienza post-atomico? No, la realtà quotidiana in Spagna nella spiaggia di Picon, a Ortigueira, nella provincia di La Coruña, in Galizia.

In Spagna, nonostante lo sbandierato aumento del Pil degli ultimi mesi, il tasso di disoccupazione rimane ancorato a un deprimente 25%, e in alcune regioni è ancora più alto. Nella penisola Iberica, come in Italia, sono tempi duri specie se sei giovane e hai una laurea. Così a due studiosi del mare, un esperto di scienze marine e un biologo, è venuto in mente di mettere da parte la loro laurea ma di utilizzare ugualmente le conoscenze che avevano acquisito sul mare e il suo ambiente. Come? Dedicandosi alla raccolta delle alghe.
Nell'aprile 2012 Alberto Sanchez (35 anni), sua sorella Maria, e Sergio Baamonde (33) hanno fondato Conservas Mar de Ardora, una società per la raccolta, la lavorazione e la vendita di alghe a uso alimentare. L'idea è venuta osservando la grande quantità di alghe che crescono spontaneamente sugli scogli delle coste atlantiche di Ortigueira, bagnate dalle acque fredde e limpide dell'oceano.

I tre soci raccolgono le alghe in mare in grandi sacchi da 20-30 kg che poi a piedi portano sulla strada sopra la scogliera, da qui in auto fino al centro di trasformazione: «È un lavoro duro, ma siamo molto motivati», spiega Baamonde.
In Galizia la trasformazione delle alghe per uso alimentare è un'industria i cui primi passi sono stati mossi già negli anni Ottanta del secolo scorso. Nel 2012, secondo i dati del ministero galiziano delle Risorse marittime e ambientali, le alghe edibili e il loro indotto hanno generato un fatturato di 3,8 milioni di euro.
Baamonde lavorava in un laboratorio dell'Università di La Coruña finché la crisi economica ha tagliato i fondi. Poi dal 2007 al 2009 è stato consulente delle associazioni di pescatori galiziani per le «fattorie per la raccolta delle alghe» in un programma del governo regionale. Ma anche questo dovette chiudere per mancanza di fondi. Per altri tre anni è stato disoccupato, finché insieme agli altri due amici ha aperto la società che si occupa di raccolta di alghe in proprio.
Sanchez invece lavorava in una centro di ricerche biomediche a Barcellona, prima di scoprire che «c'era un buco nella catena dell'industria delle alghe in Galizia, e noi ci siamo inseriti».
Quindi lauree messe da parte, indossate le mute, prese le falci e via a raccogliere alghe nelle gelide acque dell'Atlantico.

Per aprire la società ci hanno messo un anno per raccogliere 300 mila euro tra parenti e amici, piccoli finanziamenti statali e prestiti. Tra i clienti di Conservas Mar de Ardora c'è anche Javier Olleros, chef da una stella Michelin, e altri cuochi molto conosciuti e apprezzati in zona.
Baamonde e Sanchez vogliono inoltre investire per sviluppare nuovi metodi ancora più ecosostenibili per la raccolta e la lavorazione delle alghe. La società vuole puntare su un prodotto più ecologico, infatti a differenza di altre aziende le lavorazioni sono fatte a mano. «La raccolta delle alghe è una lavorazione stagionale e per una parte dell'anno siamo fermi», riconosce Baamonde. Quindi, basta non stare con le mani in mano ed inventarsi un lavoro possibile.

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21 agosto 2014
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