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Giornata Mondiale contro l'Aids

Oggi è la giornata dei fiocchi rossi. Ogni anno milioni di persone muoiono di AIDS. Pensiamoci

01 dicembre 2004

Oggi è la Giornata Mondiale contro l'AIDS, una giornata in cui diventa essenziale la comunione di intenti, la riflessione comune, il comune senso della responsabilità.
Purtroppo l'Italia quest'anno non sarà in grado di versare la sua quota annuale al Global Found per la lotta all'Aids. La conferma arriva da Giuseppe Deodato, direttore generale per la Cooperazione allo sviluppo (Ministero degli Affari Esteri). L'Italia, che insieme al Giappone è uno dei Paesi che contribuisce di più al fondo globale, ha ricordato Deodato, "ha avuto, infatti, grossi impedimenti a onorare il suo annuale impegno di 100 milioni di euro". L'impossibilità è data dal taglio per il 2004 che la Finanziaria ha previsto nell'ambito della cooperazione, taglio che ammonta esattamente a 100 milioni di euro sui 600 stanziati per il Ministero degli Esteri. L'Italia così non ha rispettato la prima scadenza del 31 luglio, né quella del 30 settembre per il versamento al Fondo, nato nel 2001, delle Nazioni Unite.

Dispiace, in giornate del genere, dare possibilità alle polemiche di imporsi prepotentemente, ma i fatti sono sotto gli occhi di tutti e quindi...

Sindrome al femminile
Sono le donne le più a rischio Aids. Secondo l'Unaids dei 40 milioni di persone infette nel mondo quasi la metà è di sesso femminile .
Quest'anno la Giornata mondiale sarà dedicata proprio a loro.
La Commissione europea per esempio ha finanziato un opuscolo informativo sull'infezione fra le donne e una serie di ricerca proprio per la difesa della salute femminile. Il numero di donne infette è in continua crescita: quasi il 50% dei 38 milioni di persone affette da Hiv è di sesso femminile, rispetto al 41% del 1997. In alcuni Paesi africani una donna gravida su quattro è infetta. Nei Caraibi il 49% dei casi positivi è rappresentato da donne, rispetto al 30% del 1999; in India la percentuale è del 38% rispetto al 25% di qualche anno fa. Negli Usa l'Hiv/Aids è la principale causa di morte tra le donne afroamericane di età compresa tra i 25 e i 34 anni e la settima causa di morte tra le donne bianche americane appartenenti alla stessa fascia di età. In Russia cresce il numero di donne a cui viene diagnosticata l'infezione: da una su quattro nel 2001 a una su tre nel 2003.

Le posizioni del Vaticano
Dalla sua parte il Vaticano ribadisce la sua risaputa posizione: è la castità l'unica via davvero sicura per prevenire il diffondersi dell'epidemia, alla cui radici, come detto dal cardinale Javier Lozano Barragan c'è anche una "immunodeficienza di valori morali e spirituali".
La presa di posizione della Santa Sede ha raccolto le critiche di chi sostiene che l'uso corretto dei preservativi sia una delle armi più forti per fermare il diffondersi della malattia e la posizione del Vaticano la indebolisca.
Che fra le categorie a rischio ci siano ormai soprattutto giovani, donne e over 60 - e non più solo omosessuali - lo hanno ribadito ieri a Bruxelles il commissario per la Salute Markos Kyprianou e quello allo Sviluppo, Louis Michel: entrambi hanno sottolineato la forte avanzata dell'epidemia nell'Europa dell'Est, dove rapporti sessuali non protetti e uso di droghe sono le cause principali dell'Hiv.

Ma dall'Italia, nonostante la mancanza di fondi per la ricerca e le posizioni oltranziste della Chiesa, arriva una novità positiva: è stata segnata la prima tappa del cammino per la messa a punto del vaccino anti-Aids dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss), guidata da Barbara Ensoli. La scelta dei volontari si è conclusa, e da quelli sotto trattamento arrivano segnali positivi.
Ma ci vorranno ancora anni.

- Le cifre dell'AIDS

Venti scrittori in soccorso dell'Africa
L'Africa rimane il continente più colpito. In soccorso quest'anno sono scesi anche alcuni scrittori di fama. Il loro libro, una raccolta di racconti intitolato "Telling Tales", verrà presentato oggi all'Onu dal segretario generale Kofi Annan.
L'iniziativa è nata per iniziativa di Nadine Gordimer, la scrittrice sudafricana che ha interpellato venti dei suoi autori preferiti.
Tutti hanno risposto di sì. L'unica condizione posta dalla Gordimer era che i racconti non fossero sull'Aids. "Ho chiesto racconti che celebrassero la vita, quella che i sieropositivi e i malati di Aids sentono venir meno".
Il volume è già in vendita online, su Amazon.com. I proventi andranno a Treatment Action Campaign, un'organizzazione sudafricana che aiuta malati di Aids e sieropositivi.

Due testi tratti dal libro Telling Tales

Quando la morte arriva insieme al grande amore

di Gabriel Garcia Marquez
"Sei mesi e undici giorni prima di morire il senatore Onesimo Sanchez trovò la donna della sua vita. La incontrò a Rosal del Virrey, un villaggio illusorio che di notte era l'approdo clandestino delle imbarcazioni dei contrabbandieri e, in pieno giorno, sembrava l'insenatura più inutile del deserto, di fronte ad un mare vuoto, e talmente lontano da ogni cosa che nessuno avrebbe sospettato che qualcuno capace di cambiare il destino di un'altra persona potesse vivesse lì.

Anche il nome sembrava uno scherzo, perché l'unica rosa in quel villaggio era quella che indossava il senatore Onesimo Sanchez lo stesso pomeriggio in cui incontrò Laura Farina.
Si trattava di una tappa inevitabile della campagna elettorale che faceva ogni quattro anni. I carri di carnevale erano arrivati quel mattino. Poi arrivarono i camion con gli indiani, assoldati per essere portati nei villaggi ad ingrossare la folla alle cerimonie pubbliche.

Poco prima delle undici, assieme alla musica, ai fuochi artificiali, alle jeep del corteo, arrivò l'automobile ministeriale, del colore della soda alla fragola.
Il senatore Onesimo Sanchez era tranquillo e fresco all'interno dell'auto con l'aria condizionata, ma non appena aprì lo sportello fu scosso da una raffica di proiettili e la camicia di seta pura si inzuppò di una specie di brodo dal colore chiaro e si sentì molto più vecchio e più solo che mai". 

La vergogna di un bimbo che neppure l'asilo voleva
di Woody Allen
Quando Boris Ivanovich aprì la lettera e ne lesse il contenuto lui e sua moglie Anna impallidirono. Era la lettera con cui il loro bambino di tre anni veniva rifiutato dal miglior asilo di Manhattan.
"Non può essere", disse Boris Ivanovich, ferito.
"No, no, ci deve essere un errore", aggiunse sua moglie. "Dopo tutto si tratta di un bambino intelligente, simpatico ed estroverso, con buone capacità espressive e molto bravo ad usare i pastelli e a giocare all'Allegro Chirurgo".

Boris Ivanovich era perso nei suoi pensieri. Come poteva affrontare i suoi colleghi d'ufficio quando Mischa non era riuscito ad entrare in un asilo di prestigio? Gli sembrava di sentire il sarcasmo di Siminov: "Tu non capisci queste faccende. I rapporti personali sono importanti. Il denaro può cambiare di mano. Sei un tale campagnolo, Boris Ivanovich". "No, no, non è così", si sentiva protestare Boris Ivanovich. "Ho corrotto tutti, dagli insegnanti ai lavavetri, però il ragazzino non ce l'ha fatta".

"Al colloquio era andato bene?" gli avrebbe chiesto Siminov. "Sì", avrebbe risposto Boris, "anche se ha incontrato qualche difficoltà con le costruzioni con i dadi". "Incerto con le costruzioni" avrebbe sibilato Siminov, con il suo modo sdegnoso. "Questo significa gravi difficoltà emotive. Chi vorrebbe un deficiente che non sa neanche fare un castello?"
Ma forse non l'avrebbero saputo, pensò Boris Ivanovich.

Il lunedì seguente, quando Boris Ivanovich entrò nel suo ufficio, fu chiaro invece che tutti sapevano. Sulla sua scrivania c'era una lepre morta. Entrò Siminov, con un'espressione torva sul viso.

(traduzioni di Antonella Cesarini)

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01 dicembre 2004
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