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Gli Usa vincono il derby con il Messico

Netta vittoria della squadra di Bruce Arena che conquista i quarti con un gol per tempo

17 giugno 2002
JEONJU, 17 giugno 2002 - Bruce Arena vince la gara prima tatticamente poi sul piano atletico: gli Usa si chiudono e poi ripartono velocissimi. E con un gol per tempo conquistano i quarti dove se la vedranno con la Germania: apre le marcature McBride all'8', chiudendo uno splendido contropiede condotto da Reyna e perfezionato da Donovan, mentre lo stesso Donovan chiude la gara al 20' della ripresa, segnando di testa su cross dalla sinistra di Lewis. Lento e prevedibile il Messico che però reclama per un chiaro fallo di mano in area da parte di O'Brien a metà del secondo tempo sul risultato di 1-0 per gli statunitensi.Al Messico in buona salute e in formazione tipo, corrisponde l'acciaccata nazionale di Arena. Il c.t. si affida a Berhalter, Lewis in fascia e Wolff in attacco, mentre deve rinunciare all'infortunato Agoos e allo squalificato Hejduk. I messicani scaldano subito le polveri assediando gli Stati Uniti con giocate molto elaborate e sulle fasce, quasi sempre innescate da Blanco e Torrado. Invece gli Usa escono dal bunker e con un contropiede veloce vanno in gol. Da rivedere la splendida cavalcata di Reyna che tocca dentro per Donovan, bravo nel servire la palla a centro area a McBride, infallibile con il suo destro che infila Perez nell'angolo. Il Messico va in palla e il caldo ci mette del suo. La prevedibilità di Marquez e compagni è vitamina per gli Stati Uniti, bravi nel far circolare la palla e bloccare sul nascere tutti i tentativi messicani. Alla mezzora Aguirre toglie Morales e rinforza l'attacco con il vecchio Hernandez: una spalla per Borgetti, ma squadra sbilanciata. Gli Usa potrebbero raddoppiare con Wolff; il Messico sfiora il pareggio, ma grazie a un errore di Friedel; un po' poco per tentare il salto di qualità.

Nella ripresa subito spazio a Mercado che rileva Vidrio in difesa. A tutto pressing il Messico assedia gli Usa, ma con una predisposizione alla confusione dettata dal nervosismo. L'impenetrabile muro difensivo statunitense, dove spicca l'ottimo Sanneh (difensore che si sgancia spesso in attracco), fa perdere la testa a biancorossoverdi che pasticciano davanti a Friedel. Il Messico fa fatica; è evidente. Anzi, non gioca. Sulle fasce è poca roba ed è troppo lezioso per impressionare anche un avversario spesso non impeccabile in difesa come gli Usa. Gli Stati Uniti si rendono conto che i quarti esistono e nell'ennesimo contropiede raddoppiano splendidamente: l'assist è di Lewis, il gol del gioiellino Donovan. Ad Aguirre non resta che giocare la carta dell'esperienza e offre alla platea Garcia Aspe al posto di Torrado. La differenza non si vede. Anzi i nervi saltano e Marquez, il capitano, si fa espellere per una testata al neo entrato Coby Jones. E' il segno della resa. Gli Stati Uniti conquistano un quarto che ha dell'incredibile contro la Germania. Onore a Reyna, Sanneh, Mastroeni e a Donovan. Appuntamento a Ulsan, venerdì 21 giugno.

Fonte: Gazzetta.it

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17 giugno 2002
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