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I 50 mila musulmani di Sicilia: ''La guerra santa di Bin Laden? No, noi siamo per la pace''

05 ottobre 2001
Sono 25 mila gli immigrati (con regolare permesso di soggiorno) di origine musulmana che vivono in Sicilia, per la maggior parte nordafricani; ma altrettanti sono irregolari.

Maghrebini soprattutto, abitano a Palermo, Mazara del Vallo, Marsala, nelle campagne del Ragusano ed anche a Catania.

Ma ci sono anche i mediorientali (palestinesi, giordani, siriani) e i centrafricani islamici, una grande comunità del Bangladesh e poi ancora pakistani e iraniani.

Vivono lavorando nei mercati, nelle cucine dei ristoranti, a servizio nelle case, accudiscono persone anziane, hanno piccoli negozi o bancarelle ambulanti di chincaglieria.
Ed è gente pacifica: non sembrano sensibili insomma agli appelli dei talebani, anche se ovviamente chiedono all'America di non bombardare.

Per i vicoli delle kasbah di Palermo e di Mazara del Vallo - dove pullulano i negozi di alimentari etnici, stipati di sacchi di spezie orientali, barattoli con scritte in arabo, tuberi e peperoncini insieme con giornali e riviste cartelli con i nomi delle strade in arabo, moschee improvvisate, macellerie islamiche che vendono carne consentita - la gente chiede solo di poter vivere e lavorare in pace.

L'attentato negli Stati Uniti ha minato un equlibrio fragile, è stato una bomba sulla strada impervia della tolleranza reciproca, perchè di integrazione ancora non si può parlare.
Certamente si sarà anche in Sicilia qualche testa calda islamica ma è pur vero che il grosso della comunità islamica risponde con parole di pace e di tolleranza alla tristezza di questi giorni.

Nella moschea del capoluogo si è riunita la gente del Bangladesh e del Pakistan per pregare per le vittime di New York e di Washington, un'iniziativa quasi unica in Italia.

"Quella dei Talebani non è una Guerra santa - dice Mohammed Mozammel, rappresentante della comunità del Bangladesh - è una guerra politica, con scopi politici".
Rincara la dose Sirus Nikkhoo, architetto iraniano: "L'integralismo dei talebani è stato gonfiato dagli Usa in funzione anti-sovietica, ma ora ha funzionato come un boomerang".

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05 ottobre 2001
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