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I pellegrini italiani sfidano il terrorismo e si recano in massa in Terra Santa

Nei primi tre mesi del 2004 sarebbero stati circa 6 mila i turisti italiani che si sono recati in Israele

26 marzo 2004
Gli italiani in pellegrinaggio in Terra santa. Nei primi tre mesi del 2004 sarebbero stati circa 6 mila i pellegrini italiani, che incuranti del pericolo terrorismo, si sono recati in Terra Santa e i dati registrati sin'ora fanno sperare bene per il resto dell'anno. Si presume infatti, che entro la fine dell'anno si registrerà una crescita di visitatori del 40% in più rispetto all'anno scorso. Lo conferma il direttore dell'Ente del turismo israeliano in Italia, Tzvi Lotan, sottolineando che la ripresa di interesse nei confronti della Terra Santa riguarda tutti gli operatori specializzati nei pellegrinaggi religiosi. I  viaggi infatti, si moltiplicano: il presidente della Conferenza episcopale, Card. Camillo Ruini, ad esempio si appresta a guidare un grande pellegrinaggio in Terra Santa dal 20 al 24 Aprile; il Card. Dionigi Tettamanzi della diocesi di Milano ha annunciato un pellegrinaggio ecumenico per il prossimo giugno.

La ripresa era iniziata già alla fine dello scorso anno, con alcuni gruppi che avevano visitato la Terra Santa durante le feste di Natale. Due charter con 400 pellegrini delle diocesi di Brescia, Cremona e Fidenza sono partiti alla volta di Israele nel solo mese di marzo. Il pericolo del terrorismo sembra non costituire un deterrente per i turisti italiani che, ormai si sono fatti del fenomeno un'idea più ampia è globalizzata. Se il terrorismo può colpire anche sotto casa infatti, è inutile disertare le cosiddette zone calde. ''E' una sorta di assuefazione al pericolo, la gente ha imparato che il pericolo può essere ovunque e quindi è meno spaventata dall'idea di viaggiare. E in ogni caso chi si reca in Terra Santa segue un itinerario di visita che non tocca le aree calde ed è quindi considerato sicuro'', confermano i tour operator del settore.

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26 marzo 2004
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