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I petrolieri sono pronti a perforare tutto!

Presentato a Bruxelles il dossier "145 kmq di trivelle selvagge, il piano Renzi per bucare l'Italia e il suo mare"

20 novembre 2014

"Un'area di 145 chilometri quadrati, di cui ben 123 in mare. Un territorio poco più vasto dell'intera Grecia che rischia di venire perforato per estrarre petrolio o per cercarlo attraverso detonazioni subacquee. Un rischio sempre più concreto a causa delle norme scellerate contenute nel decreto del governo Renzi, lo Sblocca Italia, che di fatto è uno Sblocca Trivelle".
E' quanto denuncia Rosa D'Amato, eurodeputata del Movimento 5 Stelle, che cita i dati del dossier '145 kmq di trivelle selvagge, il piano Renzi per bucare l'Italia e il suo mare'. Il dossier è stato presentato ieri al Parlamento europeo di Bruxelles nel corso del seminario 'Don't fossilize yourself', promosso dalla stessa eurodeputata e dal gruppo Efdd.

"Stiamo assistendo a un vero e proprio assalto dei petrolieri al mare e al territorio italiano - dice D'Amato - Stando ai dati del Ministero dello Sviluppo Economico, al momento le compagnie petrolifere hanno presentato 120 richieste di cui 67 per la ricerca di idrocarburi in terraferma, 45 per la ricerca in mare e 8 per la prospezione in mare. Dal Nord al Sud, dall'Adriatico al Tirreno fino al Golfo di Taranto e al Canale di Sicilia, ci sono decine di progetti, alcuni già in fase avanzata, che rischiano di perforare o di usare delle vere e proprie detonazioni subacquee  a ridosso di aree marine di fondamentale importanza per la biodiversità del mar Mediterraneo. E' un disastro che va fermato".

L'europarlamentare denuncia innanzitutto l'irrilevanza economica della Strategia energetica nazionale, che vuole più che raddoppiare entro il 2020 l’estrazione di idrocarburi in Italia: "A fronte di introiti per le compagnie petrolifere che nel 2013 hanno raggiunto i 6,5 miliardi di euro solo con la vendita delle materie prime estratte - dice D'Amato - i ricavi dalle royalty per lo Stato sono stati, sempre nel 2013, di poco superiori ai 420 milioni di euro. Di questi, ben 93 milioni tornano alle stesse compagnie petrolifere attraverso i buoni benzina rilasciati dal Fondo di riduzione prezzi carburanti. Una beffa nella beffa".
Ci sono poi i danni ambientali delle attività petrolifere che, dice sempre l'eurodeputata, "fanno del Mediterraneo uno dei mari più inquinati da idrocarburi al mondo".

Eppure, con lo Sblocca Italia, "trivellare sarà sempre più facile. Il cavallo di Troia è essenzialmente uno: togliere alle Regioni il potere di veto sulla ricerca e sulla trivellazione di pozzi di petrolio e di metano. Tra le disposizioni del decreto, infatti, c'è quella che trasferisce d’autorità nel marzo 2015 le procedure di VIA sulle attività a terra dalle regioni al ministero dell’Ambiente, annullando il potere di veto delle comunità locali".
"Lo Sblocca Italia va fermato - conclude D'Amato - Questo decreto costituisce una palese violazione delle norme europee, in particolare della Direttiva Offshore 2013/30/UE e dalla nuova Direttiva 2014/52/UE sulla Valutazione di impatto ambientale. Contro queste violazioni abbiamo dato e continueremo a dare battaglia in Europa".

Intanto ieri pomeriggio, presso la sede della Presidenza della Regione, il presidente Rosario Crocetta e il presidente del settore idrocarburi di Assomineraria, Pietro Cavanna, hanno firmato un addendum al protocollo di intesa sottoscritto il 4 giugno 2014.
E' stato stabilito che il Comitato, di cui al protocollo di intesa già sottoscritto, sarà integrato dal Dirigente Generale del Dipartimento della pesca mediterranea e dal Dirigente Generale del Dipartimento dei beni culturali e dell'identità siciliana. Oltre a questo c'è l'impegno, relativamente a tutte le attività di estrazione di idrocarburi sul territorio della Regione siciliana (onshore) e nell'offshore ad esso adiacente, ad avviare l'iter affinché tali attività siano svolte attraverso soggetti giuridici aventi la sede legale nel territorio della Regione.

Ovviamente, la protesta contro le trivelle in Sicilia continua e vede il sindaco di Pantelleria in prima fila. Salvatore Gabriele ha scritto una lettera al presidente Crocetta che parla di "un mare di concessioni e di buchi con scarsi risultati e ingenti danni ambientali". Secondo il primo cittadino dell’isola e i giovanni dell'associazione Agorà, infatti, l'errore è pensare a royalty significative che entrerebbero nelle casse della Regione."In meno di due anni siamo passati da un Sicilia attenta alle energie da fonti rinnovabili a una Sicilia piena di trivelle".
Contro il decreto Sblocca Italia "affila le armi" anche il Codacons. "Ci opporremo con ogni mezzo alla devastazione del territorio, e chiameremo a raccolta tutti i cittadini della regione - afferma il segretario nazionale, Francesco Tanasi - Dopo i danni subiti dall’intero paese a seguito del maltempo, anziché adottare misure per tutelare il territorio e preservarlo nel tempo, si è varato un decreto che di fatto dà il via libera alle perforazioni selvagge. Un paradosso che rischia di produrre effetti non indifferenti al paesaggio e al patrimonio marino siciliano. Se non ci saranno presto correzioni al provvedimento in grado di offrire precise garanzie ai cittadini e all’ambiente, avvieremo le dovute azioni legali contro il Governo nazionale e regionale e tutti gli enti responsabili, senza escludere una class action da parte degli utenti residenti in Sicilia".

- "145 kmq di trivelle selvagge, il piano Renzi per bucare l'Italia e il suo mare" (pdf)

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20 novembre 2014
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