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I politici più giovani d'Italia? Si trovano in Sicilia!

Rapporto Italia 2004 dell'Eurispes. Le percentuali dei giovani e delle donne nella politica del Paese

04 gennaio 2004
Giovani e donne, due argomenti sensibili dei quali spesso la politica si appropria, salvo dimenticarli alla resa dei conti, cioè nell'atto di dover prendere delle decisioni. L'Eurispes, istituto di studi politici economici e sociali, nel suo "Rapporto Italia 2004" ha dedicato ad essi uno studio specifico, focalizzando l'attenzione sulle Autonomie locali, soggetti cosiddetti di ''prossimità''.
E spetta al Trentino Alto Adige il primato del sistema politico più aperto d'Italia. Con un punteggio pari a 244,8 risulta essere la regione italiana che più di tutte dimostra attenzione nei confronti di queste due categorie di cittadini, non dimenticandosene al momento della formazione dei processi decisionali interni.

Organizzato in 60 schede, obiettivo dello studio è stato quello di fornire alcune indicazioni sul livello di apertura del sistema politico regionale, attraverso l'osservazione della partecipazione politico-elettorale e la presenza giovanile e femminile nelle Amministrazioni regionali.
La maglia nera spetta alla Calabria con 106,9 punti; a sollevare le sorti del sud arriva la Sicilia che, benché riservi poche poltrone alle donne, si rivela l'Amministrazione regionale più giovane d'Italia. L'Emilia Romagna, invece, è la regione che ottiene il migliore piazzamento grazie alla più significativa partecipazione dei suoi cittadini alle competizioni elettorali. La media di affluenza alle urne degli emiliano-romagnoli, rispetto alle ultime tornate elettorali, è, infatti, dell'83,1 per cento, superiore di ben otto punti alla media nazionale (75%). In seconda posizione l'Umbria dove otto residenti su dieci (80,6%) partecipano ''attivamente'' alle consultazioni elettorali.

I più ''distratti'' si dimostrano i Siciliani: il livello di partecipazione politico-elettorale rilevato in questa regione è del 64,5%. Piuttosto distaccati appaiono pure i calabresi e i molisani, rispettivamente con il 66,6% e il 68,6%.
Spetta invece alla Sicilia, come già detto, il primato di amministrazione più giovane d'Italia, con un'incidenza del 20,8%, a fronte di una media nazionale dell'11,8%: ben 21 su 101 gli under 40 che ricoprono una carica istituzionale. Al secondo posto il Piemonte, con una presenza giovanile nell'amministrazione pari al 19,2% del totale. Terza la Lombardia con il 17,7%, quarta la Valle d¿Aosta con il 14%; quinto il Veneto con il 13,7; seste, appaiate, il Friuli Venezia Giulia e l'Emilia Romagna con il 12,7%, ed, ancora, la Puglia, che con il 12,5% conquista il settimo posto. Tutte le altre regioni presentano valori al di sotto della media nazionale; con il 3,8 la Calabria, risulta la regione politicamente più anziana.

Disarticolando il dato per organo regionale, la classifica, almeno limitatamente alle prime posizioni, non subisce particolari variazioni. La Sicilia, infatti, conquista la vetta anche per quanto riguarda l'esecutivo regionale più giovane d’Italia: ben sei su dodici (50%) gli amministratori junior chiamati a far parte dell'attuale Giunta. Segue la Giunta lombarda, con 4 giovani su un totale di 17 amministratori; la Liguria (22,2%); la Puglia e la Campania, con il 15,4%.
In coda, invece, ben sette regioni in cui si segnala una totale assenza di amministratori junior all'interno della Giunta: l'Umbria, il Trentino Alto Adige, la Sardegna, le Marche, il Friuli Venezia Giulia, la Calabria e l'Abruzzo.
Il consiglio regionale più giovane d'Italia è quello piemontese (21,7%) e il più vecchio quello della Regione Calabria (4,7). Posizioni di vertice nuovamente per Sicilia (16,9%) e Lombardia (16,5%), rispettivamente il secondo e terzo Consiglio regionale più giovane d'Italia.
Dal rapporto risulta poi che sono le coalizioni di centro-destra ad aprirsi di più ai giovani: 11,6% il grado di apertura dei governi di centro-destra contro il 10,3% di quelli di centro-sinistra; 13,4% è la percentuale di giovani nelle Giunte di centro-destra, 6,3% sul fronte opposto.

Il titolo di Amministrazione più ''rosa'' spetta al Trentino Alto Adige (22,4% la quota di donne presenti al suo interno). Seguono l'Umbria (20,5%) e la Toscana (16,9) al secondo e il terzo posto quindi l'Emilia Romagna (14%), il Veneto (13,7%) il Piemonte (12,3%) e le Marche (12,2%). In coda, la Calabria e l’Abruzzo cedono il posto alla Puglia: neanche una donna tra Consiglio e Giunta. L'Umbria torna i testa con un 44,4% di presenza femminile nell'esecutivo regionale, cui segue il pluridecorato Trentino Alto Adige con il 37,5%. Non si rileva invece, alcuna presenza femminile nelle Giunte delle regioni: Sardegna, Molise, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Basilicata e Puglia. Più donne complessivamente, infine, soprattutto nei governi regionali di centro-sinistra dove la presenza femminile è pari al doppio di quella rilevata nelle Amministrazioni di centro-destra (13,6% vs 6,2%). Questo trend si conferma anche nei Consigli regionali (12,3% di presenza femminile nelle Amministrazioni di centro-sinistra, 6,4% in quelle di centro-destra).

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04 gennaio 2004
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