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I politici pro-Ponte non hanno la minima intenzione di accettare quanto deciso dal Governo

16 ottobre 2006

Venerdì scorso il gruppo di Alleanza Nazionale al Senato ha presentato una mozione che va esattamente all'opposto di quanto deciso dal Governo sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina: ''Il Ponte sullo Stretto è un'opera prioritaria e fondamentale per l'economia della Sicilia e della Calabria, dell'intero Paese e della stessa Europa. Il governo adotti ogni utile iniziativa per la sua realizzazione''.
Primi firmatari della mozione Giuseppe Valentino, il capogruppo Altero Matteoli e il suo vice Domenico Nania. Inoltre la mozione è stata firmata anche dai senatori Antonio Battaglia, Nino Strano, Nicola Buccico, dall'ex viceministro alle Infrastrutture, Ugo Martinat, e dai componenti della Commissione Lavori pubblici Franco Pontone e Alessio Butti.

''La realizzazione del Ponte - si legge nella mozione del gruppo - aveva trovato in passato l'unanime convergenza politica di tutti i partiti ad eccezione dei Verdi e di Rifondazione comunista, e lo stesso attuale presidente del Consiglio si era dichiarato più volte favorevole in quanto il manufatto avrebbe costituito un volano per l'economia del Sud''. ''La decisione del governo Prodi di bloccare o, comunque, procrastinare a data da definirsi la realizzazione del Ponte prescinde dalle valutazioni sulla opportunità economica e sociale ed è invece solo una scelta meramente politica, come testimonia l'art.14 del decreto fiscale del 3 ottobre scorso che presenta una doppia e contraddittoria chiave di lettura degli obiettivi del governo: da un lato si trasferiscono le risorse della società Stretto di Messina al ministero delle Infrastrutture per realizzare non meglio definite opere di tutela dell'ambiente e difesa del suolo in Sicilia e in Calabria, dall'altro si modifica l'assetto societario della Stretto di Messina potenziandone la funzione in termini internazionali. Chiederemo al presidente Marini di porre la mozione al voto dell'Assemblea in tempi rapidi''.

Il senatore dell'Mpa, Giovanni Pistorio, ha invece presentato come primo firmatario una mozione per impegnare il governo nazionale ''a modificare le norme del decreto fiscale e della legge finanziaria 2007 in contrasto con la realizzazione del Ponte sullo Stretto e a concordare con la Commissione Europea, che ha già individuato l'infrastruttura come opera strategica necessaria per il completamento del corridoio 1 Palermo-Berlino, le altre iniziative collegate per lo sviluppo delle aree in cui ricade l'opera''. ''La cancellazione di un'opera come il Ponte sullo Stretto - ha detto Pistorio - è una scelta miope e ingiustificata, dallo sgradevole sapore punitivo che compromette in modo definitivo la realizzazione di un sistema integrato, fondato su grandi assi viari e ferroviari in Sicilia e in Calabria. Una decisione penalizzante per il Sud - ha aggiunto l'esponente del Movimento per l'autonomia - perché dirotterebbe in altre parti del Paese i finanziamenti comunitari come lo stesso coordinatore della Commissione Europea per il corridoio Palermo-Berlino, Karel Van Miert, ha affermato ripetutamente''.

Alcuni parlamentari dell'Udc siciliano hanno poi lanciato una proposta. Si chiama ''Un euro per il Ponte sullo Stretto'', l'iniziativa proposta dai parlamentari regionali Nino Dina e Pippo Gianni, sostenuta dall'intero gruppo Udc, che hanno già chiesto alla commissione Bilancio dell'Ars di istituire ''un capitolo di entrata a destinazione vincolata per raccogliere le donazioni dei corregionali all'estero e degli italiani d'oltralpe''. ''Quanti hanno a cuore la Sicilia e questa grande opera che contribuirebbe allo sviluppo economico della nostra regione - hanno affermato Dina e Gianni - potranno partecipare a questa forma di azionariato popolare che permetterà al Governo regionale di rilevare importanti quote della società Stretto di Messina''. ''Il grave abbandono del campo da parte del Governo Prodi - ha detto ancora Dina e Gianni - che lasciano la Sicilia sola in questa partita per la costruzione del Ponte potrà essere ininfluente se da parte dei siciliani e gli italiani nel mondo giungesse un segnale di amore inequivocabile verso la nostra terra''.

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16 ottobre 2006
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