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I senzatetto di Palermo sono tornati ad occupare il Comune

29 famiglie in assemblea permanente a Palazzo delle Aquile

02 ottobre 2008

Un anno dopo sono ritornati a farsi sentire, a farsi vedere. Sono tornati a "dare fastidio", per sottolineare che mai il peso di vivere senza un tetto sopra la testa potrà eguagliare il peso di assistere ad una protesta. I senzatetto di Palermo sono ritornati ad occupare le stanze del Comune di Palermo, la "casa" di quell'amministrazione che li ha sballottolati a destra e a manca, che ha fatto continue promesse e che non le ha mai mantenute. Sì, sono ritornati, con la loro disperazione, la loro rabbia e la loro infinita amarezze a chiedere ciò che da troppo tempo chiedono: una casa.
Nella Sala della Lapidi di Palazzo delle Aquile, sono 29 le famiglie di indigenti senzatetto che hanno occupato il comune in assemblea permanente. Si tratta di otto famiglie che abusivamente si erano impossessati di alcuni appartamenti nel quartiere Zen, e altre 21 famiglie sgomberate da via Monzambico che erano state ospitate fino all'altro ieri in alcuni alberghi cittadini a spese del Comune, ma che dal primo ottobre non hanno più potuto usufruire di questo servizio. 

Ieri, dopo una giornata concitata, il presidente di Sala delle Lapidi Alberto Campagna e i senzatetto, sostenuti dal centrosinistra e dal Comitato Lotta per la casa 12 Luglio, sono arrivati ai ferri corti. Campagna ha proposto una sistemazione per alcuni nuclei nelle strutture di Biagio Conte, ma i senza casa hanno detto di no. Il portavoce del Comitato, Tony Pellicane, ha allora annunciato: "Visto che la giunta non è in grado di individuare una struttura per tamponare l'emergenza, ce la prenderemo noi. Ma non accettiamo ultimatum: lasceremo Palazzo delle Aquile solo quando lo decideremo".
Una soluzione è stata proposta dal gruppo Altra Palermo, ossia quella di passare la gestione del problema a Banca Etica che, ha detto il consigliere Fabrizio Ferrandelli, "è disposta a pagare i primi sei mesi di affitto per queste famiglie con la sistemazione in appartamenti. Ci sarebbe così il tempo per il Comune di trovare altre soluzioni". Per "Altra Palermo" il Comune dovrebbe sistemare alcune strutture del suo patrimonio per trasformarle "casa-albergo" per le famiglie indigenti, "interrompendo la politica degli sgomberi che crea solo altri senzatetto". "Ci sono 300 famiglie nelle liste di emergenza - ha spiegato Ferrandelli - troppo poche perché il problema non sia risolto dal Comune. Queste famiglie costano all'anno 4,5 milioni di euro, 12 mila euro al giorno per sostentare 400 persone. E' una cifra troppo alta che si potrebbe ridurre con i dovuti accorgimenti. Bisognerebbe innanzitutto verificare la situazione patrimoniale di tutte le famiglie indigenti, perchè in 7 anni le cose potrebbero essere cambiate"

L'assessore agli Interventi abitativi Giampiero Cannella, insieme con il vicesindaco Mario Milone, ieri hanno incontrato prima i capigruppo, poi il direttore generale Gaetano Lo Cicero. Hanno deciso che a giorni pubblicheranno un avviso per capire se ci sono agenzie immobiliari disposte ad affittare case al Comune e intanto incontreranno anche Banca Etica per valutare la possibilità di un accordo. "Non possiamo fare nient'altro - ha detto l'assessore Cannella - sia per il bando che per la convenzione con Banca Etica ci vorrà del tempo".
Ma sull'occupazione da parte dei senzatetto del Consiglio comunale i capigruppo rimangono divisi. Giulio Tantillo di Forza Italia preme per una soluzione tampone in case famiglia o enti assistenziali. Antonella Monastra di "Un'Altra storia" ha invece rifiutato la proposta: "Il prefetto requisisca una palazzina e sistemi queste famiglie temporaneamente in attesa che vengano avviati i percorsi a lungo termine Biagio Conte non può essere una soluzione. Cannella e l'assessore al Patrimonio Pippo Enea, che si è chiamato immotivatamente fuori, si devono dimettere". Davide Faraone, capogruppo del Pd, però, frena: "Il bando è la strada giusta - ha detto - bisogna trovare intanto una soluzione tampone. Anche Biagio Conte può andar bene, ma solo se sa per cento quanto tempo le famiglie dovranno restare lì prima di entrare in una casa vera". Il forzista Nunzio Moschetti ha invitato Cannella a chiedere aiuto: "L'assessore al sociale si metta al lavoro per convocare un tavolo permanente con tutte le istituzioni cittadine. Sarebbe opportuno che si coordinasse anche con gli altri settori per verificare la possibilità acquisire immobili, da destinare agli aventi diritto, provenienti da atti giudiziari di fallimenti e requisiti alla mafia".

L'occupazione due sere fa era iniziata come un'assemblea che presto è diventata permanente. Ieri mattina le famiglie con i bambini hanno partecipato al dibattito organizzato a Sala delle Lapidi a sostegno di Pietro Milazzo, il sindacalista della Cgil e attivista del movimento per la casa, che ha ricevuto una diffida dalla questura per la "condotta socialmente pericolosa". Milazzo ha ricevuto solidarietà da più di cinquecento persone che hanno firmato un appello. La Cgil si è mobilitata e domani pomeriggio il segretario regionale Italo Tripi e quello della Camera del lavoro Maurizio Calà incontreranno il questore Alessandro Marangoni per parlare di quanto accaduto.

"Cambi condotta e viva in maniera onesta e laboriosa" - Con un 'avviso orale', notificato nei giorni scorsi, la questura di Palermo ha sollecitato il sindacalista della Cgil, Pietro Milazzo, "a cambiare condotta, adeguare la stessa a norma di vita onesta e laboriosa e ad osservare le leggi con l'avvertimento che, in caso contrario, sarà proposta al competente Tribunale per l'applicazione di una misura di prevenzione ai sensi dell'art. 3 della legge 27 del 1956".
Una misura che viene disposta per le persone ritenute pericolose per la sicurezza pubblica.
A favore di Milazzo, a capo del dipartimento immigrazione della Cgil in Sicilia e impegnato da anni a fianco dei senza casa a Palermo, un gruppo di intellettuali ed esponenti di associazioni e movimenti hanno raccolto firme per contestare il provvedimento ordinato dal Questore.
Nell'atto c'è scritto che Milazzo "ha precedenti penali per reati contro l'ordine pubblico, lesioni personali, invasione di edificio in concorso, interruzione di un ufficio o servizio pubblico in concorso e altro".
"Si tratta di due denunce - ha commentato Milazzo - del '72 e del '74. Una terza, che è in corso di istruzione, è dello scorso luglio, quando con altre persone del movimento dei senza casa volevamo intervenire durante il Festino di Santa Rosalia per leggere un comunicato". "Quello che ho subito - ha aggiunto - è grave. Farò ovviamente opposizione e con i miei legali valuterò eventuale richiesta di danni".
Alla sorveglianza speciale può essere aggiunto il divieto di soggiorno nei casi in cui le altre misure di prevenzione non garantiscano adeguatamente la sicurezza pubblica. "Insomma - ha aggiunto Milazzo - il provvedimento che si applica ai mafiosi". "Agli ufficiali di ps che mi hanno notificato l'atto ho fatto presente di rivendicare in pieno e di essere orgoglioso di quanto ho fatto in questi anni. Nessuna misura repressiva può fermare la mia scelta di vita. Non sono e non voglio essere né un eroe, né un martire, sono solo un attivista sociale"

Pietro Milazzo è un dipendente della Biblioteca della Regione siciliana, in distacco sindacale da molti anni alla Cgil. Oltre a guidare il Dipartimento immigrazione del sindacato, Milazzo è il leader in Sicilia di 'Lavoro e societa-Cambiare rotta', corrente di sinistra della Cgil. Da anni è impegnato nelle battaglie sociali a fianco di disoccupati, precari, disagiati e famiglie senza casa. ["Il sindacalista di Palermo che rischia il confino" di A. Bolzoni]

[Informazioni tratte da Repubblica/Palermo.it, La Siciliaweb.it]

- La protesta dei senzatetto di Palermo: "Dateci le case requisite alla mafia" (Guidasicilia.it, 13/10/06)

- I ''senza casa'' di Palermo: "Dateci le case confiscate alla mafia" (Guidasicilia.it, 02/11/07)

 

 

 

 

 

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02 ottobre 2008
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