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I tempi stringono

Nuovo incontro al Mise sull'operazione Grifa per Termini Imerese. Intanto il M5S in Europa fa presente che nessuno ha mai chiesto i fondi Feg

06 dicembre 2014

I giorni passano e il tempo stringe, e proprio con l'obiettivo di portare al più presto a conclusione l'operazione Grifa per Termini Imerese, il Ministero dello Sviluppo Economico ha convocato un ennesimo incontro, giovedì 11 dicembre. Lo si legge in una nota del Ministero, precisando che saranno Mise, Regione Siciliana, Invitalia e organizzazioni sindacali nazionali a fare il punto sulla vertenza. In particolare, verranno illustrate le valutazioni che Ministero e Invitalia stanno conducendo su piano industriale e condizioni di finanziamento - compreso un suo rafforzamento - del progetto di rilancio del sito ex Fiat di Termini Imerese.
L'azienda guidata da Antonio Florenza non ha ancora fornito le rassicurazioni sull'effettiva esistenza di quei 25 milioni di euro che la società dichiara di possedere, ma solo come capitale e non come denaro vero e proprio. Soldi senza i quali non si può procedere con l’iter che porterà allo sbarco di Grifa in Sicilia: in mancanza dei 25 milioni, infatti, il fondo di investimenti brasiliano Banco di Rio de Janeiro non apporterà il promesso aumento di capitale dei 75 milioni di euro che servono a chiudere l’accordo e dare il via libera ai finanziamenti pubblici che ammontano a circa 240 milioni di euro.

Proprio per questo motivo nei giorni scorsi la Fiom Cgil ha dichiarato "la propria indisponibilità a tenere l’incontro di esame congiunto relativo al previsto trasferimento di ramo d’azienda da Fiat Group Automobiles Spa e Magneti Marelli PCMA Spa a Grifa Spa". "Vista la procedura di mobilità in corso aperta dalla Fiat" - perché per gli operai di Termini il tempo è veramente oramai agli sgoccioli - "per la Fiom Cgil è indispensabile che si determini in tempi brevi un confronto proficuo e costruttivo per dare certezze alle lavoratrici e ai lavoratori di Fiat e Magneti Marelli e dell'indotto di Termini Imerese" (LEGGI).

Intanto da Bruxelles, arriva notizia che dall’Ue ci sarebbe un fondo per aiutare Termini Imerese che però nessuno ha mai chiesto. "La soluzione al problema Termini Imerese c'è e arriva da Bruxelles. Ma nessuno dal governo regionale ha mai pensato di utilizzarla per salvare dal licenziamento i circa mille operai dell'ex Fiat". A spiegare i particolari è l’eurodeputato pentastellato Ignazio Corrao. "L'Unione europea - spiega Corrao - dispone di un fondo chiamato "Feg", ovvero Fondo europeo per l'adeguamento alla globalizzazione, che serve a sostenere i lavoratori dichiarati in esubero da aziende che hanno subito una crisi legata agli effetti della globalizzazione. Si tratta di 150 milioni di euro che da qui al 2020 possono finanziare fino al 60 per cento i progetti destinati ad aiutare i lavoratori in esubero a trovare un altro impiego o avviare una propria attività. Sarebbe una soluzione per i mille lavoratori di Termini Imerese che rischiano essere licenziati tra meno di un mese".

"Gli operai di Termini Imerese - aggiunge Corrao - devono essere salvati, non mantenuti impiccati dalla corda della cassa integrazione. La Commissione Europea mette a disposizione un fondo, già applicato per altri paesi e realtà industriali i cui lavoratori sono nelle stesse difficoltà, mi chiedo perché in Sicilia questo non accada. Forse perché non conviene a qualcuno? Forse perché conviene tenere i lavoratori al giogo delle promesse elettorali di faccendieri che contrattano proroghe alla cassa integrazione o improbabili piani industriali?"
Corrao parla a ragion veduta visto che la Commissione Europea ha da poco dato risposta positiva alla interrogazione presentata dallo stesso Corrao due mesi addietro sulla questione Termini Imerese: sul caso Termini ci sono le condizioni per l’erogazione dei fondi "Feg".

"Provo rabbia - continua Corrao - a votare positivamente in plenaria le richieste di accesso al Feg per altri paesi e mai per la mia Sicilia". Vagliato ad esempio a Bruxelles il Feg per diverse case automobilistiche, come la Ford-Werke GmbH, con sede a Genk in Belgio, per i lavoratori della Renault in Francia, o ancora in Italia per la De Tomaso che ha stabilimenti in Piemonte e Toscana. Il Feg inoltre interviene non solo sui lavoratori diretti ma anche per l'indotto e per le pmi coinvolte dall'effetto negativo che causa una crisi industriale come nel caso di Fiat a Termini Imerese, Eni, Keller, Ansaldo Breda, Accenture etc. "Ci sono regioni - spiega ancora Corrao - che si sono bene interfacciate col Governo nazionale ed hanno dato risposte certe ai lavoratori non solo in termini di ammortizzatori sociali ma anche e soprattutto in termini di formazione nell’ambito della programmazione 2014- 2020. Altro che corsi di formazione farlocchi, vedi il caso Genovese. Che interessi ci sono a tenere al guinzaglio i lavoratori in questo modo? Tutto molto strano, considerando che nella mia regione il tasso di disoccupazione sfiora il 70%. Grifa - conclude l’eurodeputato alcamese - si delinea sempre più come una vera e propria scatola vuota allo scopo di ottenere, tramite l’appoggio dei partiti, con esponenti locali e nazionali e dei sindacati, soldi pubblici e l’ennesima cassa integrazione".

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06 dicembre 2014
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