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Ieri sera a Catania strepitoso lo spettacolo musicale di John Zorn & Electric Masada

Presso Le Ciminiere di Catania all'interno del cartellone ''Vivere la Musica, libere armonie e dissonanze''

01 luglio 2004

JOHN ZORN & ELECTRIC MASADA

John Zorn
, sassofono contralto
Marc Ribot, chitarra elettrica
Jamie Saft, tastiere
Ikue Mori, electronics
Trevor Dunn, basso elettrico
Cyro Baptista, percussioni
Kenny Wollesen, batteria
Joey Baron, batteria

Si è svolto ieri sera, mercoledì 30 giugno, presso il Centro Fieristico-Culturale "Le Ciminiere" di Catania, all'interno della manifestazione "EtnaFest - Vivere La Musica, libere armonie e dissonanze", il concerto di uno fra i più significativi artisti della nostra contemporaneità, il celebrato compositore e sassofonista John Zorn, a capo di un gruppo straordinario, formato da alcuni fra i più importanti protagonisti della scena musicale newyorkese: Electric Masada.

John Zorn è uno fra i massimi compositori e improvvisatori contemporanei, ed un esponente di spicco della cosiddetta Jewish Radical Culture, la nuova cultura ebraica che si diffonde dagli Stati Uniti in un affascinante connubio fra la contemporaneità meno incline ai compromessi e un intenso, spirituale senso della tradizione. Da tempo Zorn - compositore influenzato da autori come Ives, Cage, Partch e Ornette Coleman - studia la variegatissima cultura musicale e religiosa ebraica, riadattandola e rileggendola in contesti compositivi di bruciante immediatezza e comunicativa complessità. Da tale approccio, illuminato da uno spirito indagatore e profondamente raffinato, sono nati progetti di eccezionale rilevanza come Bar Kokhba e Masada, che stabiliscono un articolato ponte fra l'estatica e rigorosa tradizione musicale ebraica e la ricerca musicale oggi più avanzata.

Compositore extraordinaire, Zorn esplora un amplissimo ventaglio di opzioni linguistiche, estraendone un caleidoscopico affresco che va ben al di là dell'improvvisazione musicale e che rappresenta uno fra i più stimolanti e spettacolari risultati nel campo dell'indagine culturale contemporanea a tutto campo.
Electric Masada è un ulteriore, folgorante capitolo nell'opera di Zorn, che si è presentato al pubblico presente a Catania in compagnia di alcuni fra i migliori e più noti creatori musicali della scena di New York, dando vita a uno spettacolo travolgente, di straordinaria coesione e di altrettanta
tensione espressiva.

Dieci anni fa, nel 1993, Zorn inaugurava il repertorio dedicato al gruppo Masada, originariamente concepito per quartetto e per il quale ha composto oltre duecento brani, successivamente eseguiti anche da altre formazioni quali il Masada String Trio e l'ensemble Bar Kokhba. Masada offre un viaggio musicale che risale alla tradizione popolare ebraica del klezmer (ma non solo) per rileggerla a contatto con altri universi sonori, in particolare il jazz, in una sintesi tellurica che si è rivelata tra le più appassionate, anarchiche e squassanti creazioni sonore degli ultimi tempi.
Per celebrare il decennale della nascita di Masada, John Zorn ha messo a punto un nuovo gruppo, Electric Masada, dove si ritrovano i protagonisti della nuova scena sonora di New York.

Da oltre vent'anni Zorn si è rivelato tra le personalità più creative ed attente della scena sonora come sassofonista e compositore, bandleader e produttore discografico, creatore di una lunga serie di progetti che hanno sottolineato la poliedricità, la inventività e la prolificità della sua proposta.
Con la sua attività Zorn ha contribuito a ridefinire il ruolo del musicista e compositore d'oggi mostrandosi aperto ad ogni stimolo e sollecitazione linguistica, elaborando nuove forme di sofisticate comunicazioni gergali; con la stessa libertà ha continuato anche come produttore discografico fondando, nel 1995, l'etichetta Tzadik, il cui catalogo offre un dettagliato ed avvincente atlante sonoro della nuova musica d'oggi.


JOHN ZORN
Nato a New York nel 1953, John Zorn studia composizione nella città natale, ma la frequentazione del trombettista francese Jacques Coursil lo spinge verso l'improvvisazione jazzistica, facendosi influenzare dall'opera di Jimmy Giuffre, Roscoe Mitchell, Ornette Coleman. Inizia lo studio intensivo dell'improvvisazione a St. Louis, dove conosce Joseph Bowie e altri sperimentatori, influenzato da fonti tanto diverse quali Igor Stravinskij, Anthony Braxton, il contrappunto, Edgar Varèse, Harry Partch, il chitarrista inglese Derek Bailey.
I suoi primi lavori sono, in effetti, assai vicini alla musica gestuale europea, ma l'influenza della musica creativa lo spinge ad abbracciare strutture sempre più improvvisate, e a suonare sempre più il sassofono.
Le opere, espressivamente violente e sperimentali al limite della cacofonia, che lo rivelano sono, fra le altre, Lacross (1977), Hockey (1978), Fencing (1978), Jai Alai (1980), Croquet (1981), Track And Field (1982), nelle quali è spesso coadiuvato da artisti di grande valore e creatività come Arto Lindsay, David Moss, Tom Cora, Eugene Chadbourne, Fred Frith. Sono lavori ispirati dalla rapidità di cambiamento delle colonne sonore dei cartoni animati: analogamente le sue pièce sono zeppe di discontinuità apparentemente paradossali, in vivo contrasto con le prassi estetiche dominanti nell'ambiente della libera improvvisazione.
All'ombra dell'esempio di John Cage, Zorn rifiuta lo spartito e compone stabilendo le relazioni fra le varie parti musicali, lasciando poi liberi gli esecutori di muoversi all'interno dei vari livelli strutturali ad essi consentiti da quelle stesse relazioni.

Lavori come School, Pool e Archery raccolgono alcune di queste perfomance, che costituiscono di fatto un'estensione degli assoli creativi del jazz degli anni Settanta: invece che far improvvisare un musicista alla volta (o un duo o un trio), Zorn fa improvvisare una decina di essi contemporaneamente fissando le regole secondo cui devono interagire. Reso celebre dai ripetuti tentativi di suonare pezzi di Charlie Parker all'indietro, dall'ambizione di unificare musica accademica, improvvisazione jazzistica e cultura rock (si pensi ad un'opera monumentale come Sebastopol), da un trio con Derek Bailey e George Lewis (da cui le glaciali e cerebrali geometrie di Yankees) e dal vocabolario inusitato di fonemi musicali che estrae dagli strumenti a fiato piu' svariati (Classic Guide To Strategy), nel 1984 Zorn registra il suo ottavo disco, il doppio Locus Solus, che raccoglie DJ votati alla sperimentazione (Christian Marclay), esponenti della no wave come Arto Lindsay, Peter Blegvad, Anton Fier e Ikue Mori, e musicisti jazz (fra cui Wayne Horvitz), e propone una forma di improvvisazione "negativa" in cui jazz, jazz-rock e sonorità hard-core si fondono e si scontrano in un caos volontario ma controllato. Dopo tale opera di rottura la sua carriera prende una direzione completamente opposta. Cobra - con Elliot Sharp, Arto Lindsay e Bill Frisell alle chitarre, Bobby Previte alla batteria, Zeena Parkins all'arpa, Wayne Horvitz al piano, Christian Marclay ai turntables, Anthony Coleman al pianoforte, più nastri-collage, celesta, fisarmonica, trombone e sintetizzatore - è un altro vertice del suo caos dissociato, che ricorda i dipinti di Pollock ma che possiede l'ironia tutta ebraica dei Fratelli Marx.

Negli anni successivi Zorn compie il salto dal mondo delle piccole etichette indipendenti a quello delle major attraverso una serie di opere di imitazione e demistificazione in cui si esprime al meglio il suo genio di arrangiatore: Big Gundown è un tributo surreale e sofisticato a Ennio Morricone (la suite omonima è costruita su motivi di spaghetti-western, chitarrismi surf, jam improvvisate e musica sinfonica), mentre Spillane è un omaggio surreale alle atmosfere dei film noir (la title-track è una fantasia costruita cucendo una dietro l'altra sessanta miniature da colonna sonora che vanno dallo strumentale alla Telstar al cocktail jazz più languido con ogni sorta di intermezzi cacofonici e brani conversazione, e Two-lane Highway è una serie di variazioni blues per Albert Collins).
In News For Lulu, in trio con il trombone di George Lewis e la chitarra di Bill Frisell, interpreta classici del post-bop con l'immaginazione della musica creativa, e in Spy Vs Spy rielabora l'estetica di Ornette Coleman attraverso l'enfasi teppista del punk-rock.
Naked City, con Frisell, Frith, Horvitz e il batterista Joey Baron, è un summa delle sue ossessioni (colonne sonore, free-jazz, be bop, country & western).
Assolutamente folli, i mille camuffamenti in forma di slapstick come Latin Quarter e Saigon Pickup rimandano a una forma moderna e schizoide del music-hall. Gli sconquassi armonici di Zorn e Frisell in microcacofonie come Snagglepuss sono volutamente gratuiti e infantili.
Altre pagine (ciascuna spesso di trenta secondi o meno) sono suonate con ferocia da thrash-punk e alterando la velocità di registrazione; risultano totalmente anonime, vivendo soltanto di improvvise scariche epilettiche: Zorn sembra godere del caos più assoluto. Al tempo stesso le sue incursioni al sassofono contralto, che esasperano la tradizione dei break di yakety-sax del Rhythm & Blues, non hanno eguali negli annali del jazz e del rock per sfrontatezza e smodatezza.

Zorn è forse l'ultimo dei grandi sperimentatori dadaisti, erede dei programmi aleatori di Cage e della gestualità europea. Negli ultimi hanno ha rivisitato sia le influenze da lui subite attraverso il jazz, rendendo omaggio ad autori come Sonny Clark, Hank Mobley, Freddy Redd, Kenny Dorham, sia, soprattutto, la sua eredità culturale ebraica, che oggi appare l'asse portante di un corpus compositivo di eccezionale rilevanza: gruppi come Masada e Electric Masada hanno offerto straordinari contributi al rinnovamento della musica ebraica, inserendola di fatto fra gli elementi più significativi della nostra contemporaneità culturale. Non meno apprezzabile è l'attività di Zorn come compositore di affascinanti colonne sonore e come organizzatore di suoni, nonché come squisito e sofisticato autore di incantatorie pagine cameristiche: molteplici aspetti della complessa e poliedrica personalità di una fra le maggiori figure della musica contemporanea tout court.

 
MARC RIBOT
Marc Ribot
, uno fra i più affermati e innovativi chitarristi sulla scena internazionale, è nato nel 1954 a Newark, nel New Jersey. Allievo del chitarrista accademico Frantz Casseus, si esibisce inizialmente con alcune garage band, prima di trasferirsi a New York nel 1978, dove collabora con il grande organista Jack McDuff e con il celebre cantante soul Wilson Pickett. Nel 1979 entra a far parte dei Realtones e della Uptown Horns Band, che accompagna artisti popolari come Carla Thomas, Rufus Thomas o Solomon Burke.
Nel 1984 entra a far parte del ben noto gruppo Lounge Lizards, guidato dal sassofonista e compositore John Lurie: il suo approccio strumentale, imbevuto di blues ma capace anche di farsi dissacrantemente sperimentale attrae artisti come Elvis Costello (con cui incide lavori quali Spike, Mighty Like A Rose, Kojak Variety), Marianne Faithfull (Blazing Away), Tom Waits (Rain Dogs, Big Time, Frank's Wild Years, Mule Variations). Nel frattempo, Ribot collabora anche con protagonisti delle avanguardie newyorkesi quali Arto Lindsay, Don Byron, Elliott Sharp, Anthony Coleman, Evan Lurie, Sun Ra, Jamaladeen Tacuma e John Zorn.

Fonda anche propri gruppi come Rootless Cosmopolitans e Shrek: la sua vena ironica, quasi surreale, la sua tecnica prodigiosa quanto originale, il suo ampio bagaglio musicale sono fra i motivi del grande successo che accoglie le incisioni di un peculiare complesso come Marc Ribot Y Los Cubanos Postizos, dedita all'esplorazione del repertorio tradizionale cubano come quello creato dal celebre direttore d'orchestra e solista Arsenio Rodriguez, vero e proprio idolo della musica latina negli anni Cinquanta. Ribot ha anche collaborato con solisti quali il chitarrista Trey Anastasio, la cantante Patty Scialfa, il poeta Allen Ginsberg e molti fra i più apprezzati coreografi contemporanei.

JAMIE SAFT
Nato nel Queens, a New York, Jamie Saft è un eccezionale sperimentatore sonoro, creatore di dimensioni foniche del tutto innovative. Come tastierista ha collaborato con artisti quali Bobby Previte, John Zorn, i B-52's, Laurie Anderson, Jerry Granelli, Dave Douglas, Holly Palmer, Marc Ribot Y Los Cubanos Postizos, Elysian Fields, Boomish, Black Beatle, Pramrod Sexena, Liminal, Antony and the Johnsons, Chocolate Genius, JoJo Mayer's Nerve, Briggan Krauss, E-Z Pour Spout, Cuong Vu, Chris Speed Trio, Jane Ira Bloom, Chris Speed, Jim Black, Cuong Vu e Groove Collective.
Versato anche nella musica accademica, ha partecipato come tastierista alle prime newyorkese e parigina di I Was Looking At The Ceiling And Then I Saw The  Sky del noto compositore John Adams.
Saft è un membro di Prohibited Beatz, gruppo che pratica la decostruzione audio dal vivo e che si ispira alle tecniche del Drum'n'Bass, della musica techno e della musica elettronica. E' anche ingegnere del suono, ed ha curato le incisioni di artisti e gruppi come John Zorn, Ikue Mori, Zeena Parkins, Bobby Previte, Dave Douglas, Ralph Alessi, Andrea Parkins, Tronzo/Granelli/Epstein, Jerry Granelli, EZ-Pour Spout, Mr. Dorgon, Vida Blue, McHenry/Iverson, David Gould, Hasidic New Wave, Black Beatle.

IKUE MORI
Percussionista ed eccezionale specialista in "live electronics", è fra le più apprezzate e creative creatrici di suoni sulla scena dell’avanguardia e la musica di ricerca internazionale.
Influenzata dalla sua cultura d’origine (è giapponese), questa visionaria scultrice sonora ha collaborato con artisti quali Joey Baron, Anthony Coleman e Shelly Hirsch, Fred Frith e John Zorn. Attualmente lavora stabilmente con la pianista Silvie Courvoisier e la batterista Susie Ibarra.
Ha inciso e/o collaborato con Anthony Coleman, John Zorn, Erik Friedlander, Mark Ribot,

Dave Douglas, Fred Frith, Mark Dresser, Bill Frisell, Wayne Horvitz.

TREVOR DUNN
Eccellente strumentista, versato sia al contrabbasso che al basso elettrico, Trevor Dunn è dal 1985 membro dell'apprezzato gruppo californiano Mr. Bungle, complesso che presenta una commistione fra vari stili di rock e musica di ricerca.
Attivo nell'area di San Francisco, Dunn collabora con il Rova Saxophone Quartet e il clarinettista Ben Goldberg, e partecipa a progetti influenzati dal rock come Secret Chiefs 3.
In ambito jazzistico si fa notare per la partecipazione a gruppi quali Graham Connah's Sour Note Seven e Junk Genius.
Attualmente, oltre a collaborare con artisti quali John Zorn e Rob Burger, Dunn guida un proprio gruppo, Trio-Convulsant, e partecipa a Fantômas, progetto che lo vede a fianco di Mike Patton dei Mr. Bungle, Dave Lombardo degli Slayer e Buzz Osbourne dei Melvins. Ha collaborato e/o inciso con Erik Friedlander, Bob Ostertag, Marty Ehrlich, Jon Hassell, Jenny Scheinman, Tin Hat Trio.

CYRO BAPTISTA
Fra i più grandi percussionisti oggi in attività, Cyro Baptista è nato in Brasile, dove ha compiuto i suoi studi musicali. Si trasferisce poi negli Stati Uniti con una borsa di studio del Creative Music Studio di Woodstock, e collabora con artisti quali Paquito D'Rivera e John Zorn, con cui lavora da quasi due decenni. Lavora e incide anche con Laurie Anderson, Cassandra Wilson, Paul Simon, Sting, Herbie Mann, oltre che con artisti brasiliani quali Caetano Veloso, Marisa Monte e Tom Zé, Herbie Hancock. Ha inciso con artisti quali Susana Baca, Badi Assad, Trey Anastasio, Geri Allen, Steve Gadd, Dr. John, Gato Barbieri, Ryuichi Sakamoto, David Byrne, Grover Washington, David Shea, Naná Vasconcelos, Carly Simon, Bobby McFerin, Paul Simon, John Zorn, Ivo Perelman, New York Voices, Marc Ribot, Arto Lindsay, Javon Jackson, Frank London, Romero Lubambo, Bill Frisell, Geoff Keezer, Milton Nascimento e con il celebre pianista e direttore d'orchestra Daniel Barenboim.

KENNY WOLLESEN
Strumentista fantasioso, versatile, di eccezionale levatura tecnica, Kenny Wollesen è nato a New Manticot nel 1966 ed ha vissuto a Santa Cruz, California.Costituisce con Ben Goldman e Dan Seamans il New Klezmer Trio, un gruppo che nasce con l'intento di fondere musica sperimentale e klezmer, anticipando il progetto Masada di John Zorn e altri progetti simili. Di notevole importanza la sua partecipazione a lavori quali The Black Rider e 1996 Benefit for Don Hyde di Tom Waits, che lo rende noto ad un pubblico più vasto.
Nel 1994 si trasferisce a New York, dove il suo arrivo suscita l'interesse di moltissimi musicisti, tanto che dopo poche settimane è impegnato in una decina di diversi progetti.
E' attualmente attivo a New York, dove spesso si esibisce alla Knitting Factory con il suo gruppo. Sono particolarmente interessanti le sue collaborazioni con John Zorn, John Patton, Jim Hall, John Lurie, Marc Ribot, Ellery Eskelin, Dave Binney, Dave Tronzo Greg Cohen, Jessica Williams, Steven Bernstein e Sex Mob, Sean Lennon, Rob Burger, Greg Cohen, David Binney, Trevor Dunn, Briggan Krauss, Drew Gress, Bill Frisell, Ellery Eskelin, Brad Shepik, John Scofield, Myra Melford, Klezmorim, Marty Ehrlich, Norah Jones, Marvin Pontiac, Alex Sipiagin, Wolfgang Muthspiel.

JOEY BARON
Fra i più acclamati batteristi sulla scena del jazz e della musica improvvisata d’avanguardia, Joey Baron è strumentista dalle doti eccezionali.
Baron è nato in una famiglia della classe operaia ebrea a Richmond, Virginia. In gran parte autodidatta, ha imparato il proprio strumento guardando chi suona, ascoltando dischi, radio e televisione. Le influenze riportate nella sua fase iniziale spaziano da Ed Sullivan, allo show televisivo "The Wild Wild West", fino ai dischi di Art Blakey, Ray Charles, Booker T. & the M.G.'s, James Brown, The Beatles e Jimi Hendrix.
Oltre ad aver fatto parte della band di Bill Frisell per più di dieci anni fino al 1995, Joey ha al suo attivo un numero impressionante di performance e incisioni con vari e così diversi musicisti come Carmen McRae, Dizzy Gillespie, Tony Bennett, Hampton Hawkes, Chet Baker, Laurie Anderson, Art Pepper, Lee Konitz, Stan Getz, Jay McShann, David Bowie, The Los Angeles Philharmonic, Big Joe Turner, Philip Glass, John Abercrombie, Mel Lewis, Pat Martino, Harry Sweets Edison, David Sanborn, Al Jarreau, Jim Hall, Randy Brecker, Marian McPartland, John Scofield e The Lounge Lizards.
Inoltre è stato uno dei leader di "Miniature" (assieme a Tim Berne e Hank Roberts) e componente dei "Naked City" (con John Zorn, Bill Frisell, Fred Frith e Wayne Horvitz).

E' stato batterista del quartetto "Masada" di John Zorn assieme a Dave Douglas (tromba) e Greg Cohen (basso) ed è il leader del trio "Barondown" da lui fondato, composto da Ellery Eskelin (sassofono) e Steve Swell (trombone).
"Barondown" ha inciso tre album: Crackshot (Avant), RAIsed Pleasure Dot (New  World) e Tongue in Groove (JMT).
Un nuovo progetto di Joey Baron è comparso con il disco Down Home. In questo progetto figurano tutti brani originali del batterista influenzati da una vena rock & blues ed eseguiti da una band di all-star: Ron Carter, Arthur Blythe e Bill Frisell. La stampa americana ha così commentato il lavoro: "L'ensemble più intrigante della stagione" (New Yorker) "Non si tratta soltanto di all-star, ma di un progetto estremamente affascinante"(Village Voice.).
Il secondo album del gruppo We'll Soon Find Out è uscito lo scorso agosto. Joey Baron suona anche in duo con Bill Frisell, in trio con John Medeski e Marc Ribot e si esibisce in solo. A recorded solo piece can be heard in the track entitled "Alfie" on Great  Jewish Music: Burt Bacharach (Knitting Factory Works)..

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01 luglio 2004
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