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Il business dietro il latte in polvere. Continua la polemica sul prezzo del latte in polvere per i neonati

Dal ''non profit magazine'' Vita.it la denuncia di un medico

13 novembre 2004

Un medico denuncia: "Ecco il business dietro il latte in polvere"
di Selena Delfino per Vita.it

Continua la polemica sul prezzo del latte in polvere per i neonati. 
''I reparti di Neonatologia degli ospedali italiani mantengono aggiornate le proprie strutture anche grazie ai pagamenti delle aziende produttrici di latte in polvere che, fornendo a turno il proprio prodotto, possono assicurarsi il vantaggio di vederlo segnalato alle mamme appena dimesse''. A denunciarlo ai giornalisti in occasione del convegno 'Milanopediatria 2004', è un medico romano che preferisce restare anonimo. L'esperto spiega, punto per punto, il motivo per cui, nonostante la riduzione dei prezzi ottenuta nei giorni scorsi dal ministro della Salute, Girolamo Sirchia, ''in Italia i costi del latte in polvere restano ancora troppo alti''.

La verità, aggiunge, è che ''la sanità pediatrica italiana è tenuta in piedi dall'industria del latte. E Sirchia può anche mettere fine per decreto alle commistioni tra le aziende produttrici e il mondo della pediatria. Ma poi chi sosterrà la nostra sanità pediatrica?''. Tra addetti ai lavori ''si tratta di una realtà risaputa - sottolinea il medico - ma certi pagamenti, che a volte sono soldi in nero mentre altre volte sono nuove attrezzature, sono difficili da dimostrare. E' tuttavia certo che le aziende produttrici di latte in polvere pagano la partecipazione dei pediatri ai congressi - elenca lo specialista - e ai corsi ECM (Educazione Continua in Medicina), pagano gli stessi congressi e pagano le forniture di latte alle Neonatologie. Ma soprattutto, ed è questa la cosa più difficile da documentare, pagano per entrare nella 'rosa' di aziende che forniscono il latte ai reparti. Le aziende fornitrici cambiano ogni mese circa. E quando i neonati vengono dimessi, l'indicazione del pediatra riporta, come alternativa al latte materno, il latte in polvere che il piccolo ha già assunto, quello che è 'di turno' in quel momento. Così l'azienda ha un ritorno a lungo termine''.

Le industrie ''devono pur trovare il modo di sostenere questi oneri economici. Ed ecco perché - ricorda il medico citando uno studio dell'Istituto Mario Negri di Milano - dal 2000 al 2003 i prezzi del latte in polvere in Francia sono diminuiti, in Spagna sono rimasti più o meno invariati mentre in Italia sono passati da 30 a 37 euro per chilogrammo''. L'esperto tiene a sottolineare che ''i soldi sborsati dalle aziende agli ospedali non vengono certo intascati dai pediatri. Servono per far funzionare i reparti di Neonatologia, che come si sa hanno attrezzature costose e da rinnovare spesso''. C'è poi il problema dell'Educazione continua in medicina. ''Ricordiamoci che i suoi costi non sono deducibili - puntualizza lo specialista - e che partecipare ai congressi è caro''. Un esempio? ''Pensiamo a questo convegno: la partecipazione è gratuita, ma se non ci fossero le aziende costerebbe almeno 800-900 euro a testa''.

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13 novembre 2004
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