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Il calcio a Catania

La storia, la squadra, gli avvenimenti della vulcanica squadra etnea

10 febbraio 2003

Il calcio a Catania

Il calcio fa la sua prima comparsa a Catania nei primissimi anni del '900 grazie all'opera di divulgazione svolta dagli equipaggi delle navi inglesi di passaggio. I primi incontri si improvvisarono nel piazzale del Giardino Bellini.
La prima squadra di calcio di Catania fu la Pro Patria, fondata nel 1908 per volere di Tano Ventimiglia, mecenate dell'epoca, ed ebbe come suo primo presidente il cavaliere Francesco d'Aldobrando.

La prima partita ufficiale si svolse il 30 Giugno 1909 contro la rappresentativa militare della corazzata Regina Margherita e fu un'entusiasmante 1-1.
Nel 1909 fa la sua comparsa una seconda società, lo Sport Club Trinacria.
Nel 1910 la Pro Patria assume la nuova denominazione di Unione Sportiva Catanese.
L'attività rimane episodica e si esaurisce del tutto all'approssimarsi della Prima Guerra Mondiale.

Dopo la Prima Guerra Mondiale il Catania partecipa ai primi campionati federali.
Nel 1920 la società si ricostituisce e svolge attività locale, affiancata dallo Sport Club Trinacria e dalla neonata Juventus che la assorbirà divenendo presto l'antagonista cittadina.
Il primo derby stracittadino disputato a Villa Bellini il 2 febbraio 1924 finisce a sorpresa 2-0 in favore della giovane Juventus.

La prima squadra a disputare un campionato a livello nazionale è la Società Sportiva Catania, iscritta per il campionato 1929-30 in II Divisione (paragonabile all'attuale serie C2).
La squadra assume presto il nome di Associazione Fascista Calcio Catania, il primo salto di categoria arriva nel campionato 1930-31, con la promozione in I Divisione. La scalata prosegue: soltanto tre anni di attesa e giunge la prima promozione in serie B, con il primo posto del girone nel 1933-34. In quella squadra militava il grande Amedeo Biavati.

Il primo campionato in serie B
Era un momento magico perché anche in serie B la squadra andava a gonfie vele tanto da arrivare alla fine del campionato 1934-35 a giocarsi la promozione in casa, al campo dell'Esposizione, contro il Genoa. Si sussurra che l'allora presidente Vespasiano Trigona duca di Misterbianco, indebitatosi oltremodo, avesse persuaso alcuni suoi giocatori a non vincere la partita. Finì con un 2-2 alquanto sospetto (visto che il Catania vinceva per 2-0) e non se ne fece nulla, il Catania si piazzò quarto.
Come spesso accade nel calcio, da un mancato trionfo ad una disfatta il passo è molto breve. L'anno successivo, 1935-36 fu un 8° posto onorevole, ma il campionato 1936-37 fu davvero sconcertante per il 12° posto e la retrocessione avvenuta dopo una lunga coda di spareggi poco chiari.
L'anno dopo, 1937-38 in serie C girone H il Catania si piazzò 4°, e l'anno successivo seppe imporsi vincendo il girone H e ritornando in serie B, ma purtroppo fù solo un fuoco di paglia.

Ripiombo in serie C. Il Catania sta per spiccare il volo, ma l’avvento delle Seconda guerra mondiale gli strappa le ali. Il campionato 1939-40 in serie B fu una vera delusione: 18° e retrocesso nuovamente in C. Anche stavolta ci vollero due campionati di C per ritrovare un Catania finalmente vincente e capace di strapazzare gli avversari (9-0 al Messina) in un campionato 1942-43 che chiuse al 1° posto. Per la promozione in B occorreva spareggiare con la Ternana, e quel grande Catania seppe imporre l'1-1 a Terni e attendeva il sigillo finale sul suo campo, quando, inaspettata e temuta, irrompe la seconda guerra mondiale e si smobilita.

Dopo il II° conflitto mondiali il calcio a Catania è all’anno zero
Si ricomincia da zero. La guerra ha spazzato via le vecchie società: adesso a Catania esiste la Virtus del presidente Santi Manganaro, la U.S. Catanese e l'Elefante. Quest'ultima viene assorbita dalla U.S. Catanese.
Nel 1944-45 la U.S. Catanese disputa un torneo regionale.
L'anno successivo riprende l'attività federale, e a Catania spetterebbe il titolo di serie B, ma c'era un debito da saldare con la Lega. Sebbene non fosse una grande cifra, nessuno si fece avanti e Catania perse il titolo e il patrimonio giocatori di prim'ordine.
Virtus e U.S. Catanese partirono dal girone F di serie C Centro-Sud senza brillare, anzi conclusero all'ultimo e penultimo posto. Aveva toccato il fondo.

1946: Nasce il Club Calcio Catania ed è la rinascita
Da questa delusione, nel corso dell'estate '46 si venne alla fusione e nacque il Club Calcio Catania, primo presidente Santi Manganaro, vicepresidente Giuseppe Lorenti. L'allenatore è Giovanni Degni, che aveva già giocato nel Catania, lasciandovi un buon ricordo.
La squadra, dopo un primo campionato abbastanza anonimo e un sesto posto in Serie C girone T Lega Sud, partì abbastanza bene nel torneo '47-'48 (Girone D Lega Sud). Quell’anno si dovette fronteggiare la concorrenza agguerrita della Reggina.
Tutto si decise nella trasferta finale. Il Catania vinse e chiuse in testa il girone, promosso in serie C.

La Presidenza Fazio
Per il campionato successivo (1948-49) la Serie C fu riorganizzata su quattro gironi e il Catania incluso in quello più meridionale. Nuovo presidente del Catania era Lorenzo Fazio, e la squadra appena affidata al vecchio allenatore magiaro Banas.
Il Catania in questo campionato agguantò la sospirata promozione in serie B.
Il campionato successivo fu anno deludente, valzer di allenatori, discutibili rinforzi novembrini non permisero di andare oltre un dodicesimo posto, nonostante quella formazione avesse buoni giocatori

La Presidenza Michisanti
Nel 1951 arriva alla presidenza il romano Arturo Michisanti, che si fece avanti per rilevare il Catania e lanciarlo decisamente verse la serie A. La campagna acquisti fu condotta egregiamente, arrivarono l'ala Bartolini, il laterale Enzo Bearzot, futuro c.t. della Nazionale, la mezzala Rondon, l'ala Toncelli affiancata al geniale italo-tedesco Guido Klein. Era il campionato 1950-51, quel Catania arrivò quarto, primo piazzamento di prestigio in B; quarto dietro la Roma, il Brescia, il Messina.
Michisanti ci riprovò pure l’anno dopo nel campionato 51-52, con un esito fallimentare.
Dopo svariate partite sfortunate, per il Catania fu il tracollo

La Presidenza Rizzo
La disfatta segnò una crisi dirigenziale: intervenne il Comune con un mutuo, e il Catania potè ripartire, Rizzo é il nuovo presidente. La squadra é affidata all'allenatore Piero Andreoli.
Il Catania vola presto in alto sollevando entusiasmi che parevano dimenticati.
Finisce al primo posto. Promozione in serie A.
Le immagini di quel trionfo sono dei cimeli da cineteca: il treno che riporta a casa i giocatori da Como si ferma a Giarre: tutti giù, si forma un corteo festante di auto porta dirigenti, giocatori e tecnico al Municipio.
E il miracolo continua l'anno successivo, in A, campionato 1952-53, arrivarono il portiere Bardelli, il mediano danese Karl Hansen, il centravanti Ghiandi, l'ala tedesca Spikofski. Il primo campionato in A della squadra rossazzurra fu positivo, la squadra era ben equilibrata, mantenne una buona andatura e si prese le sue soddisfazioni: cinque gol rifilati all'Udinese, col centravanti Ghiandi e Spikofski in viva luce; i pareggi con l'Inter e col Bologna, il 2 a 0 inflitto alla Juventus con le reti del danese Karl Hansen e di Bassetti.
Si finì al dodicesimo posto, alla pari con Lazio e Triestina. Ma, ai primi calori dell'estate, ecco che scoppia la bomba. La squadra rossazzurra é coinvolta in una brutta storia di arbitri che "pilotavano" partite. Alla fine il Catania e l'Udinese furono retrocessi all’ultimo posto, per la società rossazzurra con specifico riferimento alle partite col Genoa (2-0) e l'Atalanta (1-0). Il bel sogno, per il momento, era finito.

La Presidenza Pesce-Orlando-Giuffrida
La società rossazzurra, assorbito il colpo, si riorganizzava, passava in mano al trio Pesce-Orlando-Giuffrida tutti facoltosi commercianti , uomini d'affari catanesi; veniva anche preservata gran parte della squadra che s'era battuta in Serie A, ed era rimasto anche Andreoli; purtroppo, in un campionato a fasi alterne non si andava più in là di un quinto posto che ormai non appagava troppo la tifoseria.
La grande rivincita fu sfiorata l'anno successivo, campionato 1956-57. Finale in volata, l'ultima domenica di campionato.
Il Catania gioca a Modena, se vince sarà promosso col Verona, ma anche pareggiando avrebbe potuto disputare il secondo posto. Il Catania si mostra fiacco, non determinato e il gol non arriva mai: finché l'ala modenese Scarascia piazza un tiraccio da lontano, batte il portiere Menozzi e la squadra etnea esce sconfitta dalla partita che doveva ridarle la A. Una disfatta.
Il Catania non andò oltre l’undicesimo posto, mediocre dopo tanti campionati di testa, da Michisanti in poi.

La Presidenza Michisanti bis
Vista la situazione difficile, Michisanti tenta di reinserirsi, ci riesce, chiama un tecnico, Marianovic, dalla Jugoslavia, in quel momento calcisticamente quotata. Solo che le possibilità economiche del presidente non sono più le stesse, questa volta Michisanti s'arrangia, vive di rattoppi; a un certo punto la svolta: licenzia Marianovic, cui subentra l'allenatore dei ragazzi Carmelo Di Bella, un catanese affermatosi nel Palermo, dove ha vissuto gli anni migliori dopo aver mosso i primi passi in maglia rossazzurra. Da tecnico, non ha esperienza che di squadre e campi minori. Catania, abituata a personaggi di un certo spessore, non è particolarmente soddisfatta di una tale soluzione "casalinga": e Michisanti affida la panchina a Felice Borel, grande attaccante juventino anni Trenta. Solo che le cose vanno peggio che mai, dopo qualche settimana lo rispediscono a casa.
Situazione drammatica. A fronteggiarla sorge un comitato Pro Salvezza guidata dall'avvocato Silvestro Stazzone, che si dà un gran daffare, tiene addirittura un comizio affollatissimo in piazza Manganelli. Partito senza gloria Borel, resta Di Bella, con la sua umiltà e la sua grinta: e con qualche risultato al limite del "miracolo", agguantando il sedicesimo posto e la salvezza.

Dalla Presidenza Marcoccio alla Presidenza Massimino
A fine stagione, siamo all'estate del '59, nuova crisi: ci sono molti debiti. Michisanti non è più in grado di far fronte alla situazione. E allora tocca a Ignazio Marcoccio, stimata figura di sportivo e commissario del Coni, prendere le redini della situazione. Marcoccio va a Milano, si conquista la fiducia della Lega, riesce ad avere l’appoggio del Comune: il consiglio comunale vota un mutuo per sostenere il C.C.C. (Club Calcio Catania) e la ricostruzione della squadra, nuovamente affidata a Carmelo Di Bella, può partire. Si mette in piedi una formazione solida, equilibrata, che fa parecchia strada. Nel girone di ritorno il Catania infila undici risultati utili consecutivi, conquista il terzo posto, valido per la promozione.
E’ di nuovo in A, terzo alle spalle di Torino e Lecco. Il Catania torna fra le grandi.

Alla fine degli anni '60, Il Cavaliere Angelo Massimino insieme ai fratelli, fondò una società che ottenne dei buoni risultati e sfornò una miriade di grossi giocatori che ottennero risultati prestigiosi: ricordiamo per tutti il centravanti Pietro Anastasi.
Nel 1968, Angelo Massino rilevò il Catania Calcio. Nel 1969 riportò il Catania in serie A e dimostrò tanta lungimiranza nell'acquisto di giocatori e nel portare a termine tante trattative.
Quando per un anno dovette lasciare la presidenza, i risultati furono talmente mediocri che fu richiamato a furor di popolo. Seguirono stagioni di alti e bassi, retrocessioni in Serie C seguite da promozioni meravigliose.

Nel 1983 condusse nuovamente la squadra in Serie A : memorabile il tripudio all'Olimpico nell'ultima partita dei play-off con la Cremonese. Mai tanta gente aveva varcato lo stretto per applaudire i propri beniamini e Massimino con Di Marzio furono portati in trionfo.
Purtroppo l'anno in A fu fugace e l'anno dopo la squadra retrocedette. Ma Massimino era caparbio: risollevò la squadra e la salvò, mettendo mano al suo portafoglio.

Per via dello stato di salute cagionevole, quando la malattia che lo opprimeva cominciava a mostrare la sua gravità , Massimino decise di lasciare il Catania ad una cordata di imprenditori capeggiata da Angelo Attaguille. I risultati non furono quelli previsti.
Nel 1993 ritornò nuovamente ma l'ennesima ingiustizia lo aspettava dietro l'angolo: l'allora presidente della Lega Vincenzo Matarrese per una inezia burocratica decretò la fine del Catania Calcio.
Massimino ancora una volta si rimboccò le maniche, pagò tutti i debiti e intraprese una battaglia legale per evitare il disastro. Gli venne consentito di rientrare nel campionato d'eccellenza. Un successivo ripescaggio e una promozione portarono il Catania di Massimino in C2.
Nel 1996 la squadra non riusciva ad ingranare, aveva cambiato tre allenatori ma non c'era nulla da fare e rischiava di finire nella bassa classifica. Le contestazioni erano ricominciate e un mese prima di morire, mentre la squadra si allenava sul campetto di Valverde, alcuni esagitati aggredirono lui e alcuni calciatori. Poi l'incidente sull'autostrada Catania-Palermo e la morte.
Catania perdeva un uomo generoso. Ancor oggi la città tutta lo ricorda, e in suo ricordo lo stadio catanese Cibali è stato ribattezzato ''Stadio Cibali-Angelo Massimino''


Gli ultimi tre anni
Riccardo Gaucci: Presidente e primo tifoso
Nell’estate del 2000, il pacchetto azionario di maggioranza del Calcio Catania passa dagli eredi del Cavaliere Angelo Massimino alla famiglia Gaucci. Alla presidenza del sodalizio etneo patron Luciano designa il giovane Riccardo. Adottando una strategia gestionale contraddistinta da decisionismo e passionalità, noncurante rispetto agli strali della critica per i metodi ritenuti a tratti poco ortodossi, il presidente del Catania guadagna nel breve volgere di pochi mesi l’affetto e la benevolenza dei tifosi.
La promozione in serie B, categoria riguadagnata a distanza di 15 anni dalla retrocessione del 1987, è giunta nel giro di due anni. Due stagioni sofferte in un campionato, quello di serie C1, che richiede una continua presenza di spirito e si segnala per la difficoltà di approccio sotto diversi profili.
Con l’avvento di Riccardo Gaucci, il Catania si dota di una Scuola Calcio e ridisegna la mappa del settore giovanile meticolosamente, sino a restituire ai giovani catanesi la partecipazione ad un campionato nazionale Primavera. Nella notte di festa del 9 giugno, pochi giorni prima del conferimento della cittadinanza onoraria etnea, Riccardo Gaucci, ebbro di gioia, suggella in anticipo il matrimonio con la città dell’Elefante, alla quale aveva donato l’importante anello di fidanzamento costituito dalla promessa della promozione. Queste, le sue parole: ''Sulle sciarpe dei tifosi c’è scritto: Grazie a Dio sono catanese. Io la riscrivo a modo mio: Grazie a Dio sono diventato catanese…''

Lo Staff tecnico
Presidente Riccardo Gaucci
Direttore Generale Angelo Palmas
Direttore Sportivo Nicola Salerno
Team Manager Maurizio Patti
Resp. Settore Giovanile Giuseppe Longo, Stefano Merenda
Resp. Scuola Calcio Massimo Pellegrino
Allenatore John Benjamin Toshack
Preparatore Atletico Francesco Gabrielli
Preparatore Portieri Massimo Piloni

I giocatori
Portieri Gennaro Iezzo, Gianni Marco Sansonetti, Domenico Di Dio
Difensori Massimo De Martis, Michele Zeoli, Alberto Malusci, Salvatore Monaco, Nazario Pignotti, Roberto Mirri, Gennaro Monaco, Georgios Kiriazis, Alessandro Del Grosso
Centrocampisti Giovanni Martusciello, Vito Grieco, Michele Fini, Alessandro Colasante, Almamy Doumbia, Andrea Bussi, Davide Cordone. 
Attaccanti Davide Possanzini, Vincenzo Iacopino, Jaroslav Sedivec, Guilherme Do Prado, Carlo Taldo, Luis Airton Oliveira

Campo di gioco Stadio Angelo Massimino

Sede Organizzativa Piazza Giovanni Verga, 16 - Tel: 095 - 7530811 - Fax: 095 - 7225478

Campionato 2002/2003

Andata
  1ª  31-08-2002 -        0-2   Catania-Napoli 
  2ª  07-09-2002 -        1-0   Lecce-Catania 
  3ª  14-09-2002 -        3-2   Catania-Genoa 
  4ª  21-09-2002 -        3-3   Messina-Catania
  5ª  28-09-2002 -        2-0   Verona-Catania 
  6ª  05-10-2002 -        0-0   Catania-Ancona 
  7ª  12-10-2002 -        1-0   Sampdoria-Catania 
  8ª  19-10-2002 -        2-1   Catania-Salernitana
  9ª  26-10-2002 -        4-0   Triestina-Catania
10ª  02-11-2002 -        1-1   Catania-Ascoli
11ª  10-11-2002 -        4-3   Siena-Catania
12ª  17-11-2002 -        2-0   Catania-Palermo
13ª  24-11-2002 -        2-1   Vicenza-Catania
14ª  01-12-2002 -        0-2   Catania-Cosenza 
15ª  08-12-2002 -        1-0   Catania-Bari
16ª  15-12-2002 -        2-1   Venezia-Catania
17ª  22-12-2002 -        3-1   Catania-Ternana 
18ª  12-01-2003 -        2-1   Livorno-Catania
19ª  19-01-2003 -        2-1   Catania-Cagliari

Ritorno
20ª  26-01-2003 -        1-0   Napoli-Catania
21ª  02-02-2003 -        2-1   Catania-Lecce 
22ª  09-02-2003 -        2-0   Genoa-Catania  
23ª  23-02-2003 -        1-1   Catania-Messina  
24ª  02-03-2003 -        2-1   Catania-Verona  
25ª  09-03-2003 -        2-0   Ancona-Catania  
26ª  16-03-2003 -        0-0   Catania-Sampdoria  
27ª  23-03-2003 -        0-0   Salernitana-Catania  
28ª  30-03-2003 -        1-2   Catania-Triestina  
29ª  06-04-2003 -        2-1   Ascoli-Catania  
30ª  13-04-2003 -        1-1   Catania-Siena  
31ª  20-04-2003 -        3-3   Palermo-Catania  
32ª  27-04-2003 -        2-1   Catania-Vicenza  
33ª  03-05-2003 -        3-1   Cosenza-Catania  
34ª  10-05-2003 -        2-1   Bari-Catania  
35ª  17-05-2003 -        2-0   Catania-Venezia  
36ª  24-05-2003 -        3-1   Ternana-Catania  
37ª  31-05-2003 -        3-2   Catania-Livorno  
38ª  07-05-2003 -        1-2   Cagliari-Catania   
 

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10 febbraio 2003
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