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Il "caso Agrodolce"

Sul "sogno infranto" di creare a Termini Imerese una Cinecittà della fiction, e sulle centinaia di persone rimaste "a spasso"

10 dicembre 2011

Agrodolce amore che, canta forte sopravvento... Questa frase, cantata da una sensuale voce mediterranea, nelle tiepide sere di settembre del 2008, verso l'ora di cena, cominciò a sentirsi in molte case italiane.
Prodotta da Rai Fiction in collaborazione con la Rai Educational di Giovanni Minoli e la Regione Siciliana, Agrodolce è stata la prima soap opera girata interamente in Sicilia. Realizzata dalla Einstein Fiction, la serie televisiva è stata ideata da Wayne Doyle, conosciuto già per Un posto al sole, altra soap di grandissimo successo ambiantata nel Sud Italia (a Napoli). Non come quest'ultima, Agrodolce, "grande romanzo popolare", è riuscita comunque ad accaparrarsi un buon numero di spettatori ma, diversamente dalla prima, ha avuto una "vita" assolutamente diversa, concludendosi con la prima serie - finita con l'ultima puntata il 24 luglio 2009 - e con una "nuova serie" promessa, ma mai andata in onda.
Infatti, a causa di un improvviso taglio dei fondi, la produzione della seconda stagione - prevista per il primo semestre del 2009 -, è stata sospesa. Dopo poco meno di due anni, però, sembrava essere stata confermata la seconda stagione della serie negli ultimi mesi del 2010, con l'inizio delle riprese. Tuttavia, a fine ottobre 2011, la Rai ha dichiarato di non aver più alcuna intenzione di mandare in onda la serie.

Un problema di ascolti? Un investimento non buono? Non esattamente. Difatti, un mese dopo il debutto di Agrodolce, i dati Auditel registravano, a livello nazionale, una media di audience di 1.000.000 di telespettatori, con uno share del 5%. Dati oggettivamente non molto buoni, come ammise lo stesso Giovanni Minoli,  ma che sarebbero potuti diventare sicuramente migliori. Tant'è che dopo le prime venti puntate, gli ascolti continuarono a salire, lentamente ma costantemente, arrivando ad una buona cifra che si stabilizzò nell'ottica di un prodotto buono da lasciare in palinsesto, senza gloria né infamia. Fatto sta che, lo ripetiamo, lo scorso ottobre dalla Rai è arrivata la notizia della soppressione della soap opera.

Sì, viene da dire anche allo scrivente "ecchisenefrega"! Non è stata certo, culturalmente parlando, una gran perdita. Ma il problema è altrove. Il problema sta nelle tante persone rimaste senza lavoro, apparentemente, senza un vero valido motivo. Sì perché, dietro la messa in scena di Agrodolce, c'è stata la Regione siciliana che ha investito con entusiasmo oltre 12 milioni di euro per la prima serie e poi la cassa integrazione per ben 134 maestranze. E cosa sia successo e com'è che dall'entusiasmo si sia passati alla sospensione della soap non è chiaro.
Nei giorni scorsi, Peter Gomez e David Perluigi de "Il Fatto Quotidiano" hanno messo in piedi un'inchiesta (di cui troverete il link in fondo all'articolo) dalla quale viene fuori che il fulcro della "catostrofe agrodolce" ha un nome molto, molto familiare in Sicilia: la mafia.  Insomma, da quanto scritto dai due attenti professionisti dell'informazione si evince che il "sogno" di poter creare nella Termini Imerese della Fiat andata via senza pensarci manco mezza volta, si è infranto schiantandosi su di una sceneggiatura che racconta la solita squallida storia fatta di "amici degli amici", sistemi ai quali sottostare, imbrogli e truffe malcelate, vie preferenziali per figli, nipoti e cugini, mentre il mafioso di turno, senza mezzi termini, anzi, a "mezza parola" chiarisce: "Qua o si fa come dico io, o non si fa niente".
Qualcuno però, davanti al racconto del Fatto ha storto il naso. "Siamo sempre alle solite! Se in Sicilia qualcosa va in rovina la colpa di chi è? della mafia! Ma è possibile che la fiction siciliana, facendo semplicemente caga..., è stata interrotta perché non se la guardava nessuno?".    
Certo, potrebbe essere pure possibile. Ma il dubbio, che dietro possa esserci la solita, squallida storia "alla siciliana", purtroppo, esiste.

Intanto, l'associazione 100autori si è schierata a fianco dei lavoratori siciliani nel chiedere che "vengano chiarite al più presto" le circostanze che hanno portato alla chiusura della soap opera. In una nota l'associazione fa presente che "nata e sovvenzionata come progetto di sviluppo del settore audiovisivo siciliano, la vicenda Agrodolce ha sempre spiccato per gli scenari alquanto intricati di cattiva gestione sia da parte della Rai sia da parte di Einstein Multimedia, nei quali si adombrano - per stessa ammissione del produttore Luca Josi - anche possibili pressioni da parte di personaggi legati alla mafia". "In particolare - sottolinea la nota dei 100autori - l'ex dirigente Rai, Ruggero Miti, avrebbe dichiarato di essersi visto costretto a sottostare alle 'regole della tradizione siciliana', accettando che la gestione della comparse fosse appaltata a personaggi affiliati alla mafia. Il caso Agrodolce, del quale 100autori si occupa da diversi mesi, é infatti costellato di ingiustizie perpetrate dalla Einstein Multimedia a danno dei lavoratori siciliani - primo fra tutti il sistematico e prolungato ritardo nel pagamento degli stipendi". 100autori chiede che sia "fatta luce su come e perché un progetto sul quale doveva reggersi il rilancio occupazionale del territorio tramite la creazione di un importante polo produttivo, progetto sul quale sono state investite quantità notevoli di denaro pubblico provenienti, oltre che della Rai, da fondi regionali e comunitari, possa essere fallito in circostanze così poco chiare".

Anche la politca sul "caso Agrodolce" ha detto la sua. Leoluca Orlando, portavoce dell'Italia dei Valori, e Giuseppe Lumia, senatore del Pd e componente della Commissione Antimafia, hanno infatti annunciato degli atti ispettivi sulla vicenda.
"La Rai deve dare al più presto risposte chiare e smetterla di tacere su una vicenda che si riempie ogni giorno di più ombre e sospetti. Che tipo di rapporti - si chiede il portavoce del partito di Di Pietro - legavano "Agrodolce" e la società di produzione Einstein? E come venivano scelti personaggi, comparse e location? Il servizio pubblico non può rendersi responsabile, ancora una volta, di una tale mancanza di trasparenza e di legalità, per rispetto del Paese e, nello specifico, della realtà siciliana". Il senatore Lumia dal canto suo chiede un intervento del Governo "per fare luce su una vicenda torbida". "Le questioni emerse in questi giorni sulla sospensione della fiction Agrodolce sono gravi e meritano un chiarimento immediato da parte di tutti i soggetti coinvolti. Per questo motivo ho preparato un’interrogazione parlamentare al governo affinchè intervenga e faccia luce su una vicenda torbida, dove si intravedono giochi di potere, speculazioni finanziarie, nepotismi e presenze mafiose. Un intervento che possa risolvere la vertenza per far ritornare le maestranze al lavoro e per far nascere in Sicilia, in un contesto di sviluppo legale, un grande polo per la produzione di prodotti audiovisivi. Frasi del tipo 'bisogna sottostare alle regole legate alla tradizione dell’isola' sono gravi e non possono appartenere a nessuno, soprattutto a chi si trova a gestire soldi pubblici. Queste parole sono il segno di una logica perversa che va combattuta. Chi ha subìto avvicinamenti e pressioni da parte di Cosa nostra sappia che in Sicilia esiste un fronte antimafia serio e rigoroso in prima linea nella lotta alla mafia", ha dichiarato Lumia.
Per Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione del Pd, "la vicenda che riguarda la fiction Agrodolce è davvero inquietante. Comportamenti che appaiono incredibili, atteggiamenti arroganti e proprietari da parte di chi dovrebbe rappresentare il servizio pubblico. Per non parlare degli aspetti ancor più gravi sui quali speriamo si possa far luce al più presto". Orfini chiede alla Rai "di non essere reticente e di intervenire immediatamente facendo chiarezza e dando risposte". [Informazioni tratte da ANSA, Corriere del Mezzogiorno - Italpress]

- Il disastro della soap siciliana 'Agrodolce' di Peter Gomez e David Perluigi (Il Fatto Quotidiano, 3 dicembre 2011)

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- Alla "Bottega della fiction" 85 posti al sole... (Guidasicilia.it, 26/05/05)

- Una storia "Agrodolce"? No, amara... (Guidasicilia.it, 13/01/09)

- L'amaro in bocca dei protagonisti di "Agrodolce" (Guidasicilia.it, 12/05/09)

- Un altro anno ancora "Agrodolce" (Guidasicilia.it, 21/05/09)

- Dopo 14 mesi di stop riparte "Agrodolce"... (Guidasicilia.it, 20/05/10)

- Un botta e risposta... Agrodolce (Guidasicilia.it, 02/02/11)

- Nuovo stop alle riprese di "Agrodolce"... (Guidasicilia.it, 14/03/11)

- "Agrodolce non deve morire" e scende in piazza a Palermo (Guidasicilia.it, 11/04/11)

- La protesta "Agrodolce" davanti al Teatro Massimo (Guidasicilia.it, 28/04/11)

 

 

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10 dicembre 2011
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