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Il Castello incantato, dimora del re contadino

Qui Filippo Bentivegna visse da solo con i suoi cani, le sue fantasie, i suoi fantasmi

09 ottobre 2003
Ai piedi del mitico monte Kronio, in un luogo magico dove mistero e natura si fondono, sorge il cosidetto "Castello Incantato", dimora dell' artista Filippo Bentivegna.
La singolare storia del re contadino e del suo mondo, scolpito nella pietra, ha fatto il giro del mondo ed oggi i critici sono divisi tra il considerarlo un genio o un pazzo.
Personaggio inquietante, dotato sicuramente di una personalità sui generis, Bentivegna è un delle figure più emblematiche della storia di Sciacca.

Qui, in mezzo agli ulivi secolari aleggia ancora la figura del suo creatore che fece di questo luogo il suo regno. Alla corte del Regno un popolo di teste scolpite sulle quali egli poteva esercitare la sua autorità di sovrano con un particolare scettro: un corto bastone, con incise alcune teste terminanti in una sorta di fallo, definito la chiave dell'incanto. L'artista trascorse in questo luogo gran parte della sua esistenza rimanendovi sino alla morte che lo colse nel 1967 all'età di 78 anni.
Si tratta di un luogo singolare popolato di migliaia di teste scolpite ovunque: sulle rocce, sui rami degli ulivi, nelle grotte dalle quali 'Mastru Filippu' cavava la pietra e addirittura disposte a gradoni come in un'enorme bolgia infernale. Moltissimi i turisti che nell' arco degli anni hanno visitato questo magico mondo, dove ognuno si sforza di capire cosa rappresentano, nell' immobilità della pietra, quei volti tristi o allegri.

Sembra, comunque, che la storia di questo stravagante personaggio sia legata ad una delusione amorosa. Si narra, infatti, che recatosi in America per cercare  fortuna si fosse innamorato degli splendidi occhi neri di una ragazza  ormai promessa sposa. Si racconta che Filippo, sprezzante del pericolo, avesse affrontato il rivale, riportando dalla colluttazione pesanti conseguenze per aver battuto la testa. Ritornato a Sciacca e non proprio sano di mente, il suo mondo si fermò in quel pezzo di terra, dove scalpellata dopo scalpellata si popolò di personaggi fantastici o cari ai suoi ricordi come la donna amata vista come una  regina, o di personaggi immaginari.
Fra questi le facce di Mussolini, Hitler e Garibaldi. Tentare di identificare, oggi, questi volti  è impresa assai difficile e non rimane che  lasciarsi suggestionare da quel popolo pietrificato che sembra fissare continuamente lo spettatore. In mezzo alle teste sistemate lungo i viottoli del Castello Incantato sorge la casa dove Bentivegna visse in compagnia dei suoi cani, delle sue fantasie e dei suoi fantasmi. Sulle pareti della casa i graffiti raccontano la sua vita, con le case del quartiere marinaro a lui tanto caro, i grattacieli di Boston ed un grande pesce che simboleggia il viaggio intrapreso.

Oggi, alcune delle sculture sono esposte al Museé de l'Art Brut di Losanna, unico museo dedicato all'arte Naïf, anche se in realtà, non tutti i critici ritengono che la sua espressione artistica si possa ricondurre al Naif. Se questo posto può sembrare essere stato creato dalla geniale fantasia di uno scrittore, allora non rimane che verificare di persona, magari facendoci un salto durante un week end.

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09 ottobre 2003
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