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Il disastroso scenario delle Poste siciliane. La Cisl regionale contro il taglio di ben 1.092 posti di lavoro

08 novembre 2006

Lo scenario degli uffici postali in Sicilia è ''a dir poco disastroso''. Lo scrive la Cisl regionale in oltre 500 lettere spedite da stamane, in attesa del sit-in di protesta che si svolgerà all'Eur, a Roma, il 21 novembre prossimo, dinanzi alla direzione centrale di Poste Italiane.
All'origine della contestazione, denuncia la Cisl, il taglio di 1.092 posti di lavoro negli ultimi due anni, 223 dei quali per effetto di un accordo azienda-sindacati siglato a Roma a settembre ma bocciato nelle assemblee svoltesi nella regione nei giorni scorsi.
La missiva reca la firma di Paolo Mezzio, leader regionale Cisl, e Giuseppe Raimondi, segretario in Sicilia della categoria cislina (la Slp) che associa il 60% dei diecimila postali.

Destinatari, i 390 sindaci dell'Isola, i nove presidenti di provincia, gli otto capigruppo all'Assemblea regionale siciliana, i deputati nazionali eletti in Sicilia. E i presidenti dell'Ars, Gianfranco Micciché, e della Regione, Totò Cuffaro, a cui la Cisl chiede un incontro in tempi brevi.
Il punto, sottolinea il sindacato, è che la politica della scure, scagliata nonostante i cinque anni di bilanci in attivo dell'azienda, ''compromette fortemente il ruolo di servizio pubblico svolto da Poste italiane''. Anche perché al ridimensionamento degli organici, e al mancato rinnovo dei contratti con le società di distribuzione, vanno sommati i 3.200 lavoratori andati in pensione negli ultimi quattro anni e ''mai rimpiazzati''.

''In ordine di tempo - puntualizza la nota - abbiamo assistito alla chiusura del Cuas (il centro di lavorazione dei bollettini) con la perdita di 180 posti di lavoro, seguita dalla riduzione di organico del centro Postel con un taglio di 220 unità ed oggi ci annunciano una riorganizzazione del settore recapito che aveva già subito 320 tagli, di altre 223 unità, senza contare le ricadute negative che, per effetto della riorganizzazione, subiranno le agenzie private (150 applicati)''.
Insomma, per la Cisl è ''uno sconquasso''. Da qui la duplice decisione: di proclamare lo stato di agitazione con annesso ''blocco dello straordinario', e di organizzare il sit-in a Roma, tra un paio di settimane.

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08 novembre 2006
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